Viaggio tra le bande di paese/7: a Colnago il corpo musicale 'Sant'Alessandro' nato nel 1891 ma giovane per composizione
Oggi ci sposteremo di poco dal meratese, per raccontare l'ultima tappa del nostro viaggio tra le bande musicali del territorio. Già, nel corso delle ultime settimane abbiamo conosciuto le sei realtà più vicine a noi e ormai abbiamo esaurito i luoghi da visitare. In questa puntata conosceremo un po' meglio il corpo musicale presente a Cornate, più precisamente nella sua frazione Colnago. Il riferimento al piccolo borgo di circa 3.600 anime (e non al Comune) non è dovuto alla distinzione con un'altra banda del paese in passato o attualmente. La ragione è molto semplice. La banda è legata alla parrocchia sin dalle sue origini, che cercheremo di riassumere di seguito.
LA STORIA DEL CORPO MUSICALE S. ALESSANDRO
Bisogna andare indietro fino all'Ottocento, quando la Chiesa svolgeva una funzione sociale di aggregazione molto più forte di adesso, per narrare gli esordi della prima filarmonica di Colnago. Non sono pervenute ai nostri giorni documentazioni scritte che lo certifichino, ma la tradizione orale fa risalire la sua nascita al 1891. Avvenne per volontà dell'allora ufficiale sanitario Luigi Resnati, originario di Milano, e costituì il primo esempio di passatempo culturale per gli abitanti del posto. Era lo stesso dottore, appassionato di filodrammatica, ad impartire le prime lezioni teoriche e pratiche presso la sua abituazione nella corte di via Biffi. A sorreggere l'iniziativa fu il parroco don Luigi Martinenghi, grazie al quale il sodalizio di strumentisti assunse la denominazione di "Corpo Filarmonico (o Musicale) parrocchiale S. Alessandro". L'appoggio della parrocchia non mancò nemmeno successivamente con l'arrivo di don Antonio Vismara. In quel periodo - dal 1901 al 1909 - la direzione musicale fu dell'organista della chiesa Luigi Biffi. I musicanti aumentarono così come la qualità delle loro esecuzioni. Da Milano arrivò il francese Luigi Barrochet che, guidando la banda, riuscì a far completare l'organico in ogni sezione. Nel luglio del 1910 il corpo musicale partecipò a un convegno a Oreno, a cui ne seguì un altro nel 1913 a Vaprio d'Adda. Pare che l'attività non si interruppe neppure durante i due conflitti mondiali.
Nel primo dopoguerra venne guidata da Giovanni Carta una fanfara di ottoni che, pur ridimensionando il repertorio e il numero dei musicanti, garantì lo stesso il proprio contributo durante le feste. I direttori venivano tutti da fuori, anche con i Maestri Adolfo Tulli, Conti e Frigerio, che proprio a causa delle distanze tenevano le lezioni di musica ogni quindici giorni. Invece nella prima metà degli anni Quaranta il corpo musicale fu diretto da un membro della banda, Michele Marcandelli. La prima divisa risale al periodo tra il 1930 e il 1935. Forse risentendo del clima politico, il colore dell'abito era nero con bottoni dorati. Più tardi si passò a un frak con un cappello dal folto piumaggio. A causa delle difficoltà economiche, dal 1948 don Giuseppe Visconti smise di elargire denaro alla banda. Le andarono incontro le persone che spesso cedevano parte del proprio raccolto di frumento, venduto poi al mugnaio. Negli anni Cinquanta ancora non tutti i musicanti avevano dimestichezza con la lettura dello spartito. L'allora Maestro Attilio Nava si premurava facendo imparare la parte su imitazione della sua esecuzione al clarinetto. I tempi di apprendimento erano comprensibilmente piuttosto lunghi. Dal 1965 il Maestro fu il figlio di Attilio Nava, Franco. Mantenne l'incarico per quasi quarant'anni, fino al 2002. La scuola Allievi nel frattempo crebbe e nel 1975 furono chiamati per la prima volta due insegnanti separati per le sezioni ance ed ottoni. Erano i fratelli Luigi e Costantino Ponti, musicanti professionisti. Quello stesso anno possiede un altro primato.
Si iscrissero infatti delle ragazze, che erano ben 7 su 13 allievi totali. L'afflusso maggiore di musicanti lo si registrò nell'anno del centenario, il 1991, con 43 elementi quando la media storica è di una trentina di componenti. In occasione dei 100 anni di storia hanno avuto l'onore di essere ricevuti in udienza privata da papa Giovanni Paolo II. Gli ultimi gemellaggi risalgono al 120° anniversario. Ospitarono e furono invitati a Cogoleto in Liguria e a Gromo, in provincia di Bergamo. Nell'ultima quindicina di anni i Maestri sono stati il giovane Luca Ponti per cinque anni, Alessandro Vismara per altrettanti cinque anni e poi ad oggi il direttore è Paolo Luigi Belotti.
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IL CORPO MUSICALE S. ALESSANDRO OGGI
«Siamo vecchi di fondazione, ma giovani per composizione». Ha riassunto bene l'attuale presidente Davide Quadri, in carica da cinque anni e già eletto in precedenza per un mandato di altri quattro anni. Stupisce infatti l'età media, che si mantiene molto bassa sui 25-30 anni. Escludendo un 53enne e un 50enne, nessun altro ha raggiunto il mezzo secolo. Dei 27 musicanti, molti sono ragazzi. Il più piccolo è di terza media. Questi dati non sono solo numeri, ma caratterizzano il modo stesso di essere banda a Colnago.
C'è molto affiatamento e una gran carica partecipativa. L'elevato numero di candidati ad ogni elezione dei membri del Consiglio è un segnale di questa condizione positiva. Può sembrare a questo punto superfluo precisare che le prove non sono solo quel paio di ore settimanali in cui ci si esercita con la pratica, ma sono anche - e forse soprattutto - un'opportunità per stare insieme in un clima vivace. Si scherza sui propri errori, quelli della banda, perché sono un unico organismo. Ma quando il Maestro dà l'attacco, si azzera tutto e ci si concentra sul pezzo. Appena ve n'è l'occasione si incontrano e passano del tempo insieme anche al di fuori delle loro mansioni di musicanti. Una boccata di ossigeno, la loro amicizia. Come composizione musicale cercano sempre di rinnovarsi. Da due anni organizzano una festa in paese in un fine settimana di luglio. L'anno scorso hanno ospitato una fanfara di bersaglieri. Anche il repertorio è vario nei due concerti all'anno che propongono a giugno all'aperto e a Natale (o in chiesa o nel salone della scuola materna): dal classico, agli arrangiamenti, alle colonne sonore, agli originali per banda.
Nel prossimo svilupperanno il tema della musica popolare sfruttando le contaminazioni presenti nelle canzoni del cantautore genovese Fabrizio De Andrè. Il presentatore annuncerà i brani rigorosamente in dialetto e ci sarà una sfilata di automobili d'epoca. «Le idee son tante - ha evidenziato il presidente - poi ci dobbiamo adeguare alle forze fisiche che abbiamo. Ci possiamo ritenere comunque soddisfatti». Nell'ultimo periodo ogni anno si avvicinano alla banda un paio di persone, che garantiscono un ricircolo solo parzialmente. La maggior parte dei nuovi allievi è interessata alle percussioni. L'organico non è così completo, seppur tutte le classi di strumenti siano coperte. «Ai concerti con l'apporto esterno di amici ed ex musicanti facciamo sempre la nostra bella figura».
I tempi di apprendimentO si sono accorciati rispetto al passato: «Ora in due o tre mesi prepariamo un concerto, prima invece era pronto almeno nel doppio del tempo. Spendiamo molto sull'istruzione musicale» ha ricordato Davide Quadri. Dal 2011 la scuola allievi è intitolata a una musicante morta prematuramente e ha assunto la denominazione di "Centro Musicale Elisa Visconti". Attualmente ne fanno parte una decina di ragazzi che hanno in media 11-12 anni. A parte due trombe e un clarinetto, gli altri suonano le percussioni. La composizione è sbilanciata verso il genere maschile. Ci sono solo sei donne. All'interno di questa famiglia allargata - diversi sono i casi di parentele tra fratelli, sorelle, zii, nipoti e cugini - nessuno suona per professione. A radunarsi nelle sede dell'oratorio di Colnago oltre agli studenti, gli altri sono l'operaio, l'impiegato, l'imbianchino, il fioraio, il pasticciere, l'architetto, l'ingegnere, il meccanico. Ce n'è per tutti e provengono quasi esclusivamente da Cornate. Data la giovane età, è l'unica banda che abbiamo visitato a non avere pensionati nell'organico. Cercano di intessere i rapporti con i più piccoli fin dalle scuole elementari. In accordo con la dirigenza scolastica, insegnano ai bambini di quarta elementare a suonare il flauto dolce per tutto l'anno a cadenza bisettimanale. A conclusione a maggio svolgono un saggio con la banda che li accompagna alle loro spalle. La divisa non è tanto differente da quella del 1958, quando la banda fu dotata di una giacca di lana blu acquistata in paese. Col tempo sono stati eliminati quegli elementi che richiamano l'estetica militaresca, come ad esempio il cappello. Anche i pantaloni sono blu scuro con la riga laterale rossa, la camicia è bianca. Un tocco di colore in più va alla cravatta fucsia usata nelle parate dei classici servizi religiosi e civili, mentre indossano dei papillon colorati durante i concerti da quando nel settembre del 2015 hanno partecipato in piazza del Duomo di Milano alla rassegna bandistica "Aperitivo in musica" organizzato dal Conservatorio di Milano in occasione dell'Expo. Il Corpo Musicale S. Alessandro di Colnago è ancora molto dinamico e non riesce ad immaginare un futuro negativo davanti a sé. L'entusiasmo dei suoi membri è senz'altro la chiave di questa storica conferma di socialità e di musica.
LA STORIA DEL CORPO MUSICALE S. ALESSANDRO
Bisogna andare indietro fino all'Ottocento, quando la Chiesa svolgeva una funzione sociale di aggregazione molto più forte di adesso, per narrare gli esordi della prima filarmonica di Colnago. Non sono pervenute ai nostri giorni documentazioni scritte che lo certifichino, ma la tradizione orale fa risalire la sua nascita al 1891. Avvenne per volontà dell'allora ufficiale sanitario Luigi Resnati, originario di Milano, e costituì il primo esempio di passatempo culturale per gli abitanti del posto. Era lo stesso dottore, appassionato di filodrammatica, ad impartire le prime lezioni teoriche e pratiche presso la sua abituazione nella corte di via Biffi. A sorreggere l'iniziativa fu il parroco don Luigi Martinenghi, grazie al quale il sodalizio di strumentisti assunse la denominazione di "Corpo Filarmonico (o Musicale) parrocchiale S. Alessandro". L'appoggio della parrocchia non mancò nemmeno successivamente con l'arrivo di don Antonio Vismara. In quel periodo - dal 1901 al 1909 - la direzione musicale fu dell'organista della chiesa Luigi Biffi. I musicanti aumentarono così come la qualità delle loro esecuzioni. Da Milano arrivò il francese Luigi Barrochet che, guidando la banda, riuscì a far completare l'organico in ogni sezione. Nel luglio del 1910 il corpo musicale partecipò a un convegno a Oreno, a cui ne seguì un altro nel 1913 a Vaprio d'Adda. Pare che l'attività non si interruppe neppure durante i due conflitti mondiali.
Nel primo dopoguerra venne guidata da Giovanni Carta una fanfara di ottoni che, pur ridimensionando il repertorio e il numero dei musicanti, garantì lo stesso il proprio contributo durante le feste. I direttori venivano tutti da fuori, anche con i Maestri Adolfo Tulli, Conti e Frigerio, che proprio a causa delle distanze tenevano le lezioni di musica ogni quindici giorni. Invece nella prima metà degli anni Quaranta il corpo musicale fu diretto da un membro della banda, Michele Marcandelli. La prima divisa risale al periodo tra il 1930 e il 1935. Forse risentendo del clima politico, il colore dell'abito era nero con bottoni dorati. Più tardi si passò a un frak con un cappello dal folto piumaggio. A causa delle difficoltà economiche, dal 1948 don Giuseppe Visconti smise di elargire denaro alla banda. Le andarono incontro le persone che spesso cedevano parte del proprio raccolto di frumento, venduto poi al mugnaio. Negli anni Cinquanta ancora non tutti i musicanti avevano dimestichezza con la lettura dello spartito. L'allora Maestro Attilio Nava si premurava facendo imparare la parte su imitazione della sua esecuzione al clarinetto. I tempi di apprendimento erano comprensibilmente piuttosto lunghi. Dal 1965 il Maestro fu il figlio di Attilio Nava, Franco. Mantenne l'incarico per quasi quarant'anni, fino al 2002. La scuola Allievi nel frattempo crebbe e nel 1975 furono chiamati per la prima volta due insegnanti separati per le sezioni ance ed ottoni. Erano i fratelli Luigi e Costantino Ponti, musicanti professionisti. Quello stesso anno possiede un altro primato.
L'incontro con Giovanni Paolo II
Si iscrissero infatti delle ragazze, che erano ben 7 su 13 allievi totali. L'afflusso maggiore di musicanti lo si registrò nell'anno del centenario, il 1991, con 43 elementi quando la media storica è di una trentina di componenti. In occasione dei 100 anni di storia hanno avuto l'onore di essere ricevuti in udienza privata da papa Giovanni Paolo II. Gli ultimi gemellaggi risalgono al 120° anniversario. Ospitarono e furono invitati a Cogoleto in Liguria e a Gromo, in provincia di Bergamo. Nell'ultima quindicina di anni i Maestri sono stati il giovane Luca Ponti per cinque anni, Alessandro Vismara per altrettanti cinque anni e poi ad oggi il direttore è Paolo Luigi Belotti.
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IL CORPO MUSICALE S. ALESSANDRO OGGI
«Siamo vecchi di fondazione, ma giovani per composizione». Ha riassunto bene l'attuale presidente Davide Quadri, in carica da cinque anni e già eletto in precedenza per un mandato di altri quattro anni. Stupisce infatti l'età media, che si mantiene molto bassa sui 25-30 anni. Escludendo un 53enne e un 50enne, nessun altro ha raggiunto il mezzo secolo. Dei 27 musicanti, molti sono ragazzi. Il più piccolo è di terza media. Questi dati non sono solo numeri, ma caratterizzano il modo stesso di essere banda a Colnago.
C'è molto affiatamento e una gran carica partecipativa. L'elevato numero di candidati ad ogni elezione dei membri del Consiglio è un segnale di questa condizione positiva. Può sembrare a questo punto superfluo precisare che le prove non sono solo quel paio di ore settimanali in cui ci si esercita con la pratica, ma sono anche - e forse soprattutto - un'opportunità per stare insieme in un clima vivace. Si scherza sui propri errori, quelli della banda, perché sono un unico organismo. Ma quando il Maestro dà l'attacco, si azzera tutto e ci si concentra sul pezzo. Appena ve n'è l'occasione si incontrano e passano del tempo insieme anche al di fuori delle loro mansioni di musicanti. Una boccata di ossigeno, la loro amicizia. Come composizione musicale cercano sempre di rinnovarsi. Da due anni organizzano una festa in paese in un fine settimana di luglio. L'anno scorso hanno ospitato una fanfara di bersaglieri. Anche il repertorio è vario nei due concerti all'anno che propongono a giugno all'aperto e a Natale (o in chiesa o nel salone della scuola materna): dal classico, agli arrangiamenti, alle colonne sonore, agli originali per banda.
Nel prossimo svilupperanno il tema della musica popolare sfruttando le contaminazioni presenti nelle canzoni del cantautore genovese Fabrizio De Andrè. Il presentatore annuncerà i brani rigorosamente in dialetto e ci sarà una sfilata di automobili d'epoca. «Le idee son tante - ha evidenziato il presidente - poi ci dobbiamo adeguare alle forze fisiche che abbiamo. Ci possiamo ritenere comunque soddisfatti». Nell'ultimo periodo ogni anno si avvicinano alla banda un paio di persone, che garantiscono un ricircolo solo parzialmente. La maggior parte dei nuovi allievi è interessata alle percussioni. L'organico non è così completo, seppur tutte le classi di strumenti siano coperte. «Ai concerti con l'apporto esterno di amici ed ex musicanti facciamo sempre la nostra bella figura».
I tempi di apprendimentO si sono accorciati rispetto al passato: «Ora in due o tre mesi prepariamo un concerto, prima invece era pronto almeno nel doppio del tempo. Spendiamo molto sull'istruzione musicale» ha ricordato Davide Quadri. Dal 2011 la scuola allievi è intitolata a una musicante morta prematuramente e ha assunto la denominazione di "Centro Musicale Elisa Visconti". Attualmente ne fanno parte una decina di ragazzi che hanno in media 11-12 anni. A parte due trombe e un clarinetto, gli altri suonano le percussioni. La composizione è sbilanciata verso il genere maschile. Ci sono solo sei donne. All'interno di questa famiglia allargata - diversi sono i casi di parentele tra fratelli, sorelle, zii, nipoti e cugini - nessuno suona per professione. A radunarsi nelle sede dell'oratorio di Colnago oltre agli studenti, gli altri sono l'operaio, l'impiegato, l'imbianchino, il fioraio, il pasticciere, l'architetto, l'ingegnere, il meccanico. Ce n'è per tutti e provengono quasi esclusivamente da Cornate. Data la giovane età, è l'unica banda che abbiamo visitato a non avere pensionati nell'organico. Cercano di intessere i rapporti con i più piccoli fin dalle scuole elementari. In accordo con la dirigenza scolastica, insegnano ai bambini di quarta elementare a suonare il flauto dolce per tutto l'anno a cadenza bisettimanale. A conclusione a maggio svolgono un saggio con la banda che li accompagna alle loro spalle. La divisa non è tanto differente da quella del 1958, quando la banda fu dotata di una giacca di lana blu acquistata in paese. Col tempo sono stati eliminati quegli elementi che richiamano l'estetica militaresca, come ad esempio il cappello. Anche i pantaloni sono blu scuro con la riga laterale rossa, la camicia è bianca. Un tocco di colore in più va alla cravatta fucsia usata nelle parate dei classici servizi religiosi e civili, mentre indossano dei papillon colorati durante i concerti da quando nel settembre del 2015 hanno partecipato in piazza del Duomo di Milano alla rassegna bandistica "Aperitivo in musica" organizzato dal Conservatorio di Milano in occasione dell'Expo. Il Corpo Musicale S. Alessandro di Colnago è ancora molto dinamico e non riesce ad immaginare un futuro negativo davanti a sé. L'entusiasmo dei suoi membri è senz'altro la chiave di questa storica conferma di socialità e di musica.
Marco Pessina