Da Merate a Pescate, 16 km nella notte, per trovare una farmacia di turno aperta
16 chilometri da Merate a Pescate, passando per Airuno per trovare la farmacia di turno aperta.
Si chiama disservizio, si legge una sanità vicino al cittadino solo sulla carta o nei proclami.
Perchè se quanto accaduto ieri sera è stato frutto di un incidente di percorso da parte di un professionista, in servizio da trent'anni, ineccepibilmente come da Federfarma stessa hanno confermato, resta il fatto che la dislocazione delle farmacie sul territorio non è per nulla agevole al paziente/cittadino. Nella notte tra giovedì e venerdì, attorno alle 02.30 una donna ha fatto il suo ingresso al pronto soccorso di Merate dopo avere sentito la guardia medica che indicava un'accettazione al triage. Esposta la sintomatologia, la paziente è stata invitata ad attendere in sala e solo dopo un'ora, nonostante il tabellone indicasse solo sei persone in visita, senza alcuna urgenza, a sollecitazione precisa gli infermieri l'hanno indirizzata nel vicino studio del medico di guardia. Qui il professionista le ha prescritto un farmaco su ricetta rossa, da reperire dunque in farmacia. Da Merate la più vicina di turno risultava essere quella di Airuno. Nulla attorno alla cintura di Merate. Raggiunto Airuno, però, la paziente accompagnata da un congiunto ha suonato più volte senza ricevere risposta, nonostante l'insegna luminosa funzionante e il messaggio sul display del campanello che confermava l'apertura. Abbandonata ogni speranza e consultato il sito di Federfarma, la scelta è caduta su Pescate vista la lontananza di Casatenovo e Barzago. Percorsi altri 9 km e recuperato il medicinale, sulla strada del ritorno la seconda verifica per vedere se nel frattempo la farmacia fosse tornata "reperibile", ha dato esito negativo. Con buona pace dell'utenza che ha fatto rientro, alle 04.40, alla propria abitazione. Contattato telefonicamente il farmacista ha spiegato come nonostante fosse presente all'interno dell'esercizio e poco prima della mezzanotte avesse evaso una richiesta, un crollo fisico dovuto alla stanchezza lo abbia portato a non sentire la chiamata. Un incidente di percorso, umano e assolutamente giustificabile, peraltro il primo di una lunga carriera, che tuttavia dimostra ancora una volta come la turnazione delle farmacie e soprattutto la loro dislocazione sul territorio spesso non siano per nulla di facile e veloce fruizione da parte del cittadino contribuente.
Si chiama disservizio, si legge una sanità vicino al cittadino solo sulla carta o nei proclami.
Perchè se quanto accaduto ieri sera è stato frutto di un incidente di percorso da parte di un professionista, in servizio da trent'anni, ineccepibilmente come da Federfarma stessa hanno confermato, resta il fatto che la dislocazione delle farmacie sul territorio non è per nulla agevole al paziente/cittadino. Nella notte tra giovedì e venerdì, attorno alle 02.30 una donna ha fatto il suo ingresso al pronto soccorso di Merate dopo avere sentito la guardia medica che indicava un'accettazione al triage. Esposta la sintomatologia, la paziente è stata invitata ad attendere in sala e solo dopo un'ora, nonostante il tabellone indicasse solo sei persone in visita, senza alcuna urgenza, a sollecitazione precisa gli infermieri l'hanno indirizzata nel vicino studio del medico di guardia. Qui il professionista le ha prescritto un farmaco su ricetta rossa, da reperire dunque in farmacia. Da Merate la più vicina di turno risultava essere quella di Airuno. Nulla attorno alla cintura di Merate. Raggiunto Airuno, però, la paziente accompagnata da un congiunto ha suonato più volte senza ricevere risposta, nonostante l'insegna luminosa funzionante e il messaggio sul display del campanello che confermava l'apertura. Abbandonata ogni speranza e consultato il sito di Federfarma, la scelta è caduta su Pescate vista la lontananza di Casatenovo e Barzago. Percorsi altri 9 km e recuperato il medicinale, sulla strada del ritorno la seconda verifica per vedere se nel frattempo la farmacia fosse tornata "reperibile", ha dato esito negativo. Con buona pace dell'utenza che ha fatto rientro, alle 04.40, alla propria abitazione. Contattato telefonicamente il farmacista ha spiegato come nonostante fosse presente all'interno dell'esercizio e poco prima della mezzanotte avesse evaso una richiesta, un crollo fisico dovuto alla stanchezza lo abbia portato a non sentire la chiamata. Un incidente di percorso, umano e assolutamente giustificabile, peraltro il primo di una lunga carriera, che tuttavia dimostra ancora una volta come la turnazione delle farmacie e soprattutto la loro dislocazione sul territorio spesso non siano per nulla di facile e veloce fruizione da parte del cittadino contribuente.
S.V.