Mandic: mamma Beatrice tra le corsie racconta aneddoti dei suoi 2 gemelli e raccomanda ''nessun rischio per 3 giorni in più''

Dopo Rosy Bindi, Beatrice Lorenzin è stata il secondo ministro della salute a varcare la soglia del San Leopoldo Mandic. Ma la visita di ieri, giovedì 27 aprile, è stata tutt'altro che ingessata dal protocollo. Giunta a bordo di una Grande Punto di colore grigio, vestita con uno spolverino beige, subito abbandonato per un completo scuro e camicia bianca, ha salutato i vertici dell'azienda e poi, guardando lo stato maggiore (e minore) dell'ospedale schierato nella hall ha esclamato "Ah ma ci siete tutti. Spero che non abbiate lasciato i malati in corsia per venire da me".


E poi, spigliata senza badare ad alcun cerimoniale, si è diretta verso un gruppetto di pazienti che stazionava nella hall. Strette di mano, sorrisi qualche domanda fino alla sosta, che sarà una caratteristica di tutta la sua visita, da una mamma e un papà con il loro bimbo in carrozzina e un altro nel pancione come ha subito notato il ministro. Affascinata dalla vista del piccolo, paffuttello e sereno nel passeggino, Beatrice Lorenzin, più mamma che ministro, mani in tasca, chinata sull'infante gli ha sorriso divertita, cercando il consenso nei due occhioni sbarrati e smarriti da tanto clamore. Il ministro ha iniziato la conferenza con "voglio visitare il punto nascita di questo ospedale" e ha terminato la stessa (dopo soli 5 minuti di intervento cadenzati dal suo accento laziale e dalla gestualità accattivante, che l'hanno resa da subito simpatica e alla mano) con "finalmente andiamo a vedere questo punto nascita". Accompagnata prima in radiologia e poi in chirurgia dove la premessa per visitare le sale operatorie è stata "Non voglio creare scompiglio a chi sta lavorando, quindi se ciò deve accadere, saltiamo e passiamo oltre", il ministro è finalmente arrivata al reparto "rosa".

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Accolta sulla porta di ingresso dal Rinaldo Zanini, direttore del dipartimento materno infantile, la Lorenzin con lo stuolo di collaboratori e rappresentanze locali al seguito, che ha presto seminato, ha solcato a grandi passi il corridoio dell'ostetricia, con accanto il primario dr. Gregorio Del Boca e la dottoressa Anna Biffi, cui il ministro si è sempre rivolto, fermandosi più volte a colloquiare e infarcendo la conversazione con aneddoti di vita privatissima. Prima tappa la sala monitoraggio dove, chiedendo permesso e con discrezione, un sorriso sempre stampato sul volto, si è intrattenuta con le mamme presenti, un poco spiazzate da una visita tanto inattesa quanto importante.

L'incontro con il piccolo Jonathan


Cinque minuti buoni per poi proseguire nel corridoio e imbattersi, dietro l'angolo prima della sala pranzo, in un neonato di pochi giorni, Jonathan, in braccio alla sua mamma. Quasi timorosa, avvicinandosi al bimbo e scostata dal visino la coperta bianca, alla mamma che esternava il suo ringraziamento alla dottoressa che l'ha assistita "nemmeno ci speravo di essere qui, devo solo dire grazie alla dottoressa", Beatrice Lorenzin tagliando corto e concentrandosi sulla creatura ha detto "ma sì va bene, l'aiuto della dottoressa è una cosa positiva. Ma tu guarda che faccia, ma quanto bello sei..che voglia...ne farei subito un altro".


E poi, raccomandandosi come già aveva fatto varcando il reparto, di "non rischiare la vita di mamma e bambino per tre giorni in più", raccogliendo così l'apprezzamento di Del Boca e Biffi, rimasti visibilmente e piacevolmente spiazzati, si è lanciata oltre "La gravidanza è un fatto naturale ma mica poi tanto...un tempo morivamo tutti. I miei (gemelli, ndr) sono nati d'urgenza. Il ginecologo mi ha detto vieni subito in ospedale. Io gli ho risposto che era domenica e che mi riceveva solo perchè ero ministro. In sei mesi non ti sei mai vista, ha tagliato corto".


Prima di lasciare il reparto l'ultima tappa è stata nella camera rosa. Esordendo con un "bella ma un po' vintage" si è soffermata a guardare un quadro d'epoca sulla professione del ginecologo e una stampa più moderna con 7 neonati su un divano, qualcuno sorridente, qualcun altro in fase capricci.

Mamma Beatrice mentre racconta la "pappina" tra i due gemelli durante una delle tante "risse"


"Ecco questo è Francesco" ha indicato sulla fotografia "e questa è Lavinia. Si fanno continuamente dispetti, sono due piccoli bulletti. Quando la sorellina sfiora il fratellino lui si prepara a tirarle una sberla e bisogna separarli".
Un quadretto di vita famigliare che ha strappato i sorrisi a tutti e ha reso mamma Beatrice ancora più simpatica.
S.V.
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