Verderio: Monsignor Inos Biffi racconta la figura di Sant'Ambrogio, cui è intitolata la chiesina restaurata


Il primo degli appuntamenti organizzati dalla Comunità Pastorale dell'Addolorata per la conclusione dei lavori di restauro della chiesina Sant'Ambrogio di Verderio si è tenuto giovedì 6 aprile, presso l'oratorio (ex Superiore). Ospite è stato monsignor Inos Biffi, teologo e storico nativo di Lomagna, nonchè sacerdote ambrosiano dal 1957, Canonico della Cattedrale e vincitore nel 2016 del Premio intitolato a Benedetto XVI (Premio Ratzinger).



Durante l'incontro ha spiegato la vita di Sant'Ambrogio, nato a Treviri nel 339/340 e morto a Milano nel 397, della quale ci sono pervenute numerose fonti, tra le quali le lettere alla sorella Marcellina. Visse in continui contrasti con l'imperatrice ariana Giustina.

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"Fu un grande maestro di preghiera, attraverso l'estetica fece aumentare la fede in Gesù cristo contro l'arianesimo -
ha spiegato - Scriveva 'Tu mi hai preso quando ero perduto chiamandomi a fare il vescovo, ora che sono vescovo non perdere colui che quando era perso hai chiamato all'episcopato'".


Monsignor Biffi ha inoltre letto ed analizzato testi di commento alle ore della giornata ad esempio l'Inno "Al canto del gallo" o di commento agli eventi salvifici. "Fu un grande esteta, diffuse il contenuto della religione cattolica con dei canti quali l'Inno alla Pasqua e al Natale. Si rende conto che la bellezza attrae e viene assimilata, per questo il popolo veniva da lui incitato a cantare non per puro gusto ma per ricordare i precetti della fede. Era molto sensibile, ha sempre praticato la condivisione con i peccatori 'concedimi di non essere un giudice impietoso ma un giudice che prova compassione così che mentre soffro per un altro io pianga per me stesso' oppure, tra le altre frasi celebri 'Cristo non viene meno a nessuno ma è preventivamente dato a tutti, anche se tardi si destino quanti hanno perduto cristo, cristo non è perduto al punto che non torni più dietro, egli si manifesta a tutti quelli che si manifestano, egli è vicino a tutti. Gesù è presente in ogni luogo perché riempie ogni cosa, cristo non viene meno a nessuno, siamo noi a venire meno, la vita è Cristo, chi si desta se lo trova accanto a se. Si accorge che attorno a se c'è Cristo'".

Mons. Inos Biffi


Attraverso le letture dei testi di Sant'Ambrogio è stata analizzata anche la figura di San Pietro: "Scrive 'Donami o signore le lacrime di Pietro perché l'innocenza rende superbi, il pentimento umili. Il peccato è stato la rovina ma ecco che sorprendentemente, a motivo della Misericordia, questa casa che è stata diroccata è diventata più bella di prima. Il peccato c'è ma come la prima parola è la grazia, la parola suggellante è la misericordia' così i personaggi del Vangelo entrano attivamente nella vita, non vengono solo riportati pari pari".

Nando Bosisio e Don Stefano Landonio


Il pubblico ha partecipato attivamente, sia prima dell'inizio dell'incontro recitando una preghiera a Sant'Ambrogio, che alla fine con numerose domande. In particolare è stato chiesto se oggi la differenza tra rito ambrosiano e romano è solo di tradizione. "Dire che è tradizione non è poco perché significa che ci ha plasmato, cioè a dire che è una nostra modalità di evocare i misteri della salvezza".


Larga parte dell' attività di mons. Biffi è dedicata al campo della liturgia, particolarmente di quella ambrosiana, della quale ha curato la riforma, è dottore aggregato della Biblioteca Ambrosiana. "Ci furono molte discussioni al tempo della riforma: conservare o diventare rito romano? - ha raccontato - I riti dal punto di vista del gusto hanno un timbro tipicamente nostro. Il rito gallicano e quello celtico sono stati aboliti per quello romano mentre quello ambrosiano fu abbastanza forte da resistere." La validità dei riti secondo il religioso, docente e direttore dell'Istituto di Storia della Teologia (da lui fondato) presso la Facoltà di Teologia di Lugano e autore di numerosi volumi sui teologi del medioevo, è un bene per tutta la Chiesa che può così diventare un intreccio di sensibilità differenti, secondo lui se scomparissero sarebbe un impoverimento.



Prossimi appuntamenti: la festa di fine del restauro coinciderà con la domenica delle palme, alle 9.30 l'inaugurazione e la messa. Dalle 15.30 sabato 8 e domenica 9 ci sarà una mostra fotografica con lo stato della chiesina precedente e successivo al restauro guidata dall'architetto Passoni . Verrà anche realizzata una mostra all'aperto presso la piazza del Municipio nella quale, gli amici del direttivo della Comunità Pastorale avranno la possibilità, grazie al gratuito patrocinio del Comune di Verderio, di esporre e vendere i propri quadri. A conclusione di queste iniziative, a maggio si terrà una gita con visita guidata alla basilica Sant Ambrogio di Milano nella quale, lo ha accennato monsignor Biffi, si potrà osservare che l'artista realizzatore del mosaico conosceva Ambrogio, perchè nel ritratto è visibile il difetto alla palpebra che lo accompagnò per tutta la vita.
Ester Cattaneo
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