Merate: Amnesty e Semina assieme per fare chiarezza sulla morte di Giulio Regeni
Cristina Mazza
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Il primo intervento della serata è stato quello di Cristina Mazza che ha parlato a nome dell'associazione La Semina e Amnesty (è inoltre insegnante) sottolineando l'importanza e il bisogno di un approfondimento, come quello che ha poi dato il docente Michele Brunelli, sulla situazione storico-politica dell'Egitto, "utile per comprendere meglio quali sono i fattori che hanno portato all'uccisione di Giulio Regeni".
Federico Guzzi
Federico Guzzi, attivista di Pagnano, ha spiegato al pubblico (in verità non molto numeroso) in che cosa consiste Amnesty, cosa bisogna fare per aderire alla lotta per i diritti umani, "basta tesserarsi, al costo di 35 euro, per iniziare ad essere informati su tutte le violazioni dei diritti umani che ogni giorno accadono nel mondo", invitando i presenti a sottoscrivere la più recente petizione lanciata dall'associazione attivista per proteggere cinque donne, ognuna di nazionalità diversa, "vittime di punizioni assurde con la sola colpa di voler manifestare i propri pensieri".
Simone Rizza
Gli amministratori pubblici presenti, invece, erano Alessandro Origo, sindaco di Verderio, Antonella Cagliani, vicesindaco di Robbiate, e il primo cittadino di Barzago Mario Tentori. Ognuno di questi politici ha raccontato il motivo per cui ha deciso di aderire alla campagna di Amnesty "Verità per Regeni". "Perché ci occupiamo anche di principi morali, oltre che tutte le questioni burocratiche, e perché nel nostro statuto è scritto che il Comune di Verderio si ispira ai principi della dichiarazione universale diritti dell'uomo approvata dall'assemblea delle Nazioni Unite nel il 10 dicembre del '48", ha spiegato Origo, mentre subito dopo Antonella Cagliani ha affermato che "quando ci è stato chiesto aderire all'iniziativa, non ci siamo nemmeno chiesti se fosse giusto adottare una delibera di giunta di quel tipo, perché era evidente che fosse doveroso che un'Amministrazione pubblica condanni chi ha mancato di rispetto, violando i diritti umani". Tentori ha invece raccontato di quanto può essere difficile, talvolta, "non fare sembrare che l'esposizione di bandiere sia soltanto fare politica", perché ogni amministratore ha il compito, tra gli altri, "di educare le persone che amministriamo".
Michele Brunell
Ed è a lui che Amnesty, e in un primo momento il Governo italiano, hanno chiesto di dire la verità sull'uccisione di Giulio Regeni, come ha spiegato Simone Samuele Rizza, responsabile circoscrizionale Amnesty International Lombardia, entrato nel dettaglio di tutte le menzogne raccontate dall'amministrazione egiziana sulla vicenda. "L'unica strategia che ha seguito il Governo Egiziano sulla vicenda del nostro connazionale Giulio Regeni è stata quella di trovare ad ogni costo il modo per far dimenticare il mondo di quanto è accaduto quel 25 gennaio del 2016 - ha spiegato - L'Egitto si è chiesto se era meglio far ritrovare il corpo di Giulio, oppure occultarlo. Visto che l'Italia è il primo partner commerciale egiziano, hanno fatto ritrovare il corpo del ricercatore lungo l'autostrada che collega Il Cairo con Alessandria. Anche se non ci sono prove, è del tutto probabile che sia stata la polizia egiziana, responsabile, oltre che dell'uccisione, di torture barbare".
A.S.