Merate: una serata per parlare di meningite, vaccini e inutili allarmismi per rassicurare gli adulti e invitare alla prevenzione


Una serata informativa e divulgativa per riportare l'argomento nei giusti termini, sfatando false credenze e contenendo gli inutili allarmismi che, sulla scia di eventi mediatici dal forte carico emotivo, hanno creato uno stato di ansia e paura, specialmente nei genitori di bambini piccoli. Con queste finalità lunedì sera, nell'auditorium di Merate, si è tenuto un approfondimento voluto dall'ASST (azienda socio sanitaria territoriale) di Lecco sulla meningite.

 

il dr. Paolo Bonfanti, Primario delle Malattie Infettive, il dr. Paolo Gulisano del Servizio Vaccinazioni
e la dottoressa Flavia Pirola direttrice sanitaria dell'ASST Lecco


A relazionare sono stati il dr. Paolo Bonfanti, Primario delle Malattie Infettive, e Paolo Gulisano del Servizio Vaccinazioni che hanno dato un quadro chiaro ed esaustivo sia dal punto di vista della statistica che da quello sanitario.

Il primario dr. Paolo Bonfanti


Ad aprire la serata, dopo i saluti del sindaco Andrea Massironi e del direttore generale Stefano Manfredi, è stato il dr. Bonfanti che ha spiegato i sintomi che sono il segnale di allarme per una probabile meningite: febbre, mal di testa, stato confusionale e soprattutto rigidità nucale.


Due le tipologie di meningite: quella batterica e quella virale. La prima, quella più letale, è dovuta principalmente a tre germi: meningococco, pneumococco, emofilo tipo B. La trasmissione, come ha più volte sottolineato il medico, avviene per contatto (goccioline respiratorie), ha un periodo di incubazione da 1 a 10 giorni e la contagiosità cessa dopo 24 ore dall'inizio della terapia antibiotica. La malattia si diffonde perchè ci sono dei portatori sani (rappresentano il 10% della popolazione) e il motivo per cui un portatore manifesta la malattia non è noto.


A causare questo stato di allarmismo e di paura sono diversi fattori: la trasmissione per via aerea, il decorso veloce in 24/36 ore, il possibile decesso (il 10% dei colpiti può morire). Il contagio, tuttavia, avviene per contatto e per convivenza, cioè il battere non resiste nell'ambiente esterno.


Le statistiche parlano chiaro: miete più vittime l'influenza che la meningite di cui si registrano non più di 200 casi all'anno in Italia, 40 in Lombardia. Uno dei paesi più a rischio invece è la Gran Bretagna. I più esposti sono i bambini sotto l'anno di vita (per via delle difese immunitarie ancora tutte da costruire) e quelli in età adolescenziale (a causa dei loro stili di vita, in mezzo alla folla o nei locali chiusi, con propensione al fumo). I casi di meningite si concentrano in autunno e nei mesi invernali, quelli appunto dove le possibilità di stare in un ambiente ristretto sono più elevate.


La profilassi, nel caso di un contagio, viene attivata entro 24/48 ore solo per la forma meningococcica tra coloro che sono stati a stretto contatto con la persona ammalata (quindi famigliari, conviventi, compagni di viaggio o di squadra o di classe ma non ad esempio l'intera scuola). La vaccinazione è consigliata per i bambini piccoli, gli adolescenti e gli immunodepressi.


Da quando sono stati introdotti, in generale, i vaccini hanno modificato l'umanità contribuendo ad aumentare l'aspettativa di vita da 60 a 80 anni. Purtroppo negli ultimi periodi si sta assistendo ad una diminuzione del tasso di vaccinazione del morbillo e questo è un fattore molto grave in quanto si mette a rischio l'intera popolazione.

Il dr. Paolo Gulisano


La parola è poi passata al dottor Paolo Gulisano che ha puntato l'attenzione sugli equivoci e la scarsa comprensione e consapevolezza che si vengono a creare su meningite e vaccini a causa di "fake news" e della circolazione soprattutto nei social di informazioni errate e fuorvianti.


Questi allarmismi causano stati di paura incontrollata che hanno portato, ad esempio, ad un boom di richieste di vaccinazione tanto che sino a settembre le liste in provincia di Lecco sono piene (con 50 vaccinazioni a settimana) e il centralino dedicato, 10 ore alla settimana, è sommerso di chiamate. Ci sono tre tipi di vaccino contro il meningococco mentre non esistono categorie professionali a rischio quanto situazioni sanitarie legate a patologie particolari. "Non c'è alcuna fretta e alcuna emergenza per fare il vaccino" ha più volte ribadito Gulisano. A 15 anni, come "rinforzo", c'è poi il richiamo, che può essere anticipato già a partire dagli 11.
La vaccinazione negli adulti, infine, non è un obbligo ma una opportunità.

Terminata la proiezione delle slides, visibili a questo link CLICCA QUI, la parola è passata al pubblico che si è mostrato molto interessato e partecipe, ponendo diverse domande, esternando dubbi e paure e ricevendo rassicurazioni su come non esistano dati in letteratura scientifica che i vaccini facciano male.
S.V.
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