''Il colpo di Zurigo''...un insolito Carnevale tra dadaisti, alti prelati ed agenti segreti nell'Europa in guerra

Febbraio 1917 "Il colpo di Zurigo"....un insolito Carnevale tra dadaisti, alti prelati ed agenti segreti nell'Europa in guerra.

La città di Zurigo, in questi giorni al centro delle cronache per la dibattuta questione delle "morti assistite", durante il Carnevale del 1917 fu teatro di una rocambolesca vicenda che vide protagonisti da una parte gli uomini del controspionaggio della Regia Marina Italiana e dall'altra il famigerato Evidenzbureau, il servizio informazioni dell'impero austriaco.

 

Durante il primo anno di guerra l'Italia aveva subito una disastrosa serie di sabotaggi sopratutto ai danni della Regia Marina che culminarono con l'affondamento di due corazzate.
Queste azioni erano state ispirate dal servizi segreti austriaci che già a partire dal 1915 avevano assoldato alcuni italiani che a vario titolo parteggiavano per il nemico e dietro lauti compensi organizzarono la distruzione di navi, strutture e materiali militari. Tutto ciò era stato possibile per il forte radicamento che la casa d'Austria aveva da tempo in Italia; in particolare negli ambienti del Vaticano ed in alcune realtà come Roma e Napoli dove i Savoia non avevano mai goduto di grandi simpatie nella nobiltà locale.

In maniera quasi fortuita negli ultimi mesi del 1916, i Carabinieri riuscirono però ad arrestare uno dei sabotatori in azione, ed attraverso la sua confessione, a risalire alla catena di comando che era situata appunto a Zurigo, presso il consolato austriaco.
In quegli anni la città Svizzera, data la neutralità di quel paese, era divenuta un importante crocevia di diplomatici, spie ed avventurieri di tutta Europa, nonché centro delle avanguardie culturali ed artistiche prima fra tutte il movimento dadaista fondato da Tristan Tzara appena un anno prima.
Nella centralissima Bahnhofstrasse infatti, a pochi metri di distanza l'una dall'altro, si trovavano la Galerie Dada, nuovo attivissimo palcoscenico del gruppo dadaista dopo l'abbandono del Cabaret Voltaire ed il consolato austriaco diretto da un arguto ufficiale della Imperial Regia Marina: Rudolph Mayer. Fu proprio lì che, approfittando della confusione degli ultimi giorni di Carnevale e dell'allentamento della sorveglianza, un gruppo di italiani guidati a distanza dal tenente di vascello Pompeo Aloisi, si introdusse furtivamente nella sede consolare ( un precedente tentativo era goffamente fallito alcuni giorni prima); tra loro alcuni uomini della Regia Marina ed uno scassinatore professionista prelevato appositamente da un carcere italiano ed energicamente convinto ad agire in cambio della libertà.

Il loro obiettivo era una enorme cassaforte difesa anche da gas venefici ma che alla fine cedette alle "lusinghe " dell'esperto specialista. Al suo interno, oltre ad una ingentissima quantità di danaro e di preziosi ( ai sabotatori erano promesse per le loro azioni più importanti cifre equivalenti a milioni di Euro attuali ) furono rinvenuti gli elenchi dettagliati e l'ubicazione di tutti gli uomini al servizio degli austriaci e sopratutto delle eminenti figure che in Italia fungevano loro da riferimento. Tra questi alcuni appartenenti alla nobiltà romana ed anche un alto prelato di origine tedesche, monsignor Rudolph Gerlach, che agiva dall'interno del Vaticano in contatto con ambienti filoborbonici e del cattolicesimo oltranzista che da sempre tramavano contro casa Savoia.
Quest'ultimo subirà un processo in contumacia ma per motivi di Realpolitik fu aiutato nella fuga all'estero; dopo qualche anno, dismesso l'abito talare, divenne una spia professionista al servizio degli inglesi.

La rete di sabotatori in Italia venne completamente smantellata infliggendo un grave scacco al nemico, in particolare alla marina austriaca che di fatto di lì a poco avrebbe perso la supremazia sul mare.
L'azione portata a segno dagli italiani viene ricordata come "Il colpo di Zurigo" ed è senza dubbio singolare per le circostanze in cui avvenne: il clima festaiolo del Carnevale in una delle poche città europee risparmiate dalla guerra, la presenza a pochi metri dall'azione del ritrovo di artisti del calibro di Hans e Jean Arp, Hugo Ball, Paul Klee, Augusto Giacometti, George Grosz, Wassily Kandinskij e poi la cassaforte (quasi) inespugnabile che sprigiona gas mortali come in un film di James Bond, l'enorme quantità di ricchezze in gioco, la spericolata e beffarda azione di un composito manipolo di uomini a cui non difettava l'arte tutta italiana di arrangiarsi e che nella vita normale difficilmente si sarebbero incontrati o frequentati e non ultima l'imbarazzante "longa manus" ecclesiastica. Il tutto accadeva esattamente cento anni fa di questi giorni...verrebbe da dire non ci sono più i Carnevali di una volta!

 

P.C.
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