Cernusco: a un pubblico (ristretto) lezione di urbanistica tra ''interessi'' e ''strategie''

Ventisette in tutto. Unità più, unità meno.
Tra cui Giacomo Ventrice, Aldo Castelli, Roberto Riva, la sindaca e due assessori sempre di Cernusco, un paio di esponenti di gruppi già schierati politicamente.


A tanto ammontano i partecipanti alla scuola di formazione sulla Res Publica chiamati a raccolta dai Giovani Democratici, guidati da Gino Del Boca, per lo più gli stessi che hanno organizzato e poi partecipato alla serata che si è svolta presso la biblioteca e che ha avuto come tema l'urbanistica e come relatori Massimiliano Vivenzio, assessore e vicesindaco di Merate, e l'architetto Patrizia Brivio.
Ad introdurre il tema è stata proprio la professionista con una frase di Leonardo Benevolo "L'urbanistica è una parte della politica, necessaria a concretare ogni programma operativo". Sul rapporto politica-programmazione territoriale, interessi economici-realizzazione si è focalizzato l'intervento dell'architetto Brivio. "L'urbanistica serve per imprimere una forma all'ideale di società che vogliamo dare per poi declinarne per l'attuazione. L'amministratore è colui che tiene le fila e che ne consente la realizzazione che non sempre è semplice poiché sul territorio convergono gli interessi economici di più operatori. Se l'amministratore non vuole che i suoi programmi restino sulla carta, deve trovare le modalità per far sì che lo sviluppo sia sostenibile per chi investe. Ma questo è un equilibrio molto difficile da trovare".

Massimiliano Vivenzio, Patrizia Brivio e il moderatore Mattia Salvioni


Rifacendosi alla legge del 2016 relativa al consumo di suolo, con il principio del riuso e del suo utilizzo solamente in caso non ci siano alternative, l'architetto Brivio ha spiegato come stia cambiando l'atteggiamento generale che mostra un grande rispetto verso la salvaguardia del territorio e dell'ambiente in generale.
"Quando realizzo qualcosa ricordo sempre a me stessa che ciò che vado a fare andrà oltre la mia persona e la mia esistenza, mi sopravviverà".
Massimiliano Vivenzio ha invece spiegato il percorso che l'amministrazione deve affrontare nell'approcciarsi alla redazione di un Piano di Governo del territorio.

"La prima volta che abbiamo incontrato gli estensori ci chiesero cosa volevamo. Io mi aspettavo che fossero loro a dirci cosa c'era da fare" ha esordito "e invece quello che caratterizza un PGT è proprio il fatto di partire dalle sollecitazioni delle persone e di chiederci che tipo di città vogliamo. Se metto dei servizi che penalizzano certe fasce di età, è chiaro che sto puntando in un una certa direzione. In questo senso lo strumento urbanistico è fondamentale per dare la strategia della città e capire dove la si vuole portare". Spiegando la raccolta di dati e informazioni per comporre il documento di piano, l'inquadramento all'interno del piano territoriale di coordinamento provinciale (PTCP) e di quello regionale (senza dunque conflittualità), l'osservazione del territorio per l'individuazione delle caratteristiche peculiari che non si scorgono sulla carta (come i cannocchiali visivi), Vivenzio ha schematizzato il PGT nella ricerca delle strategie, nell'indirizzo che si vuole dare alla città e nell'individuazione degli strumenti e delle risorse per l'attuazione.


La parola è poi tornata all'architetto Brivio che ha rimarcato come spesso la partecipazione dei cittadini a queste procedure sia inferiore a quella che ci si aspetta e che "l'urbanistica come la politica è lo specchio della nostra società". In chiusura, prima di passare la parola al pubblico con le domande (Ventrice, Castelli, Riva), Vivenzio ha commentato come sia terminato il tempo delle grandi opere e sia necessario puntare sull'efficientamento dei servizi, non lesinando infine anche una critica allo scempio del taglio delle province che nulla ha portato al risparmio dei costi della politica, quanto un aggravio per il cittadino che deve rapportarsi con organismi distanti.
S.V.
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