Merate: Elena Cattaneo, senatrice a vita, parla all'uditorio della Semina del rapporto scienza-politica, vaccini, OGM
È stata una conferenza molto partecipata quella che si è tenuta durante la serata di lunedì 20 febbraio organizzata dall'associazione culturale "La semina", che ha avuto come ospite Elena Cattaneo, farmacologa e senatrice a vita nominata da Giorgio Napolitano nel 2013.
E proprio ricordando questo avvenimento la scienziata ha iniziato il suo intervento, incalzata dalle domande della moderatrice Stefania Cappelli, membro del direttivo de "La Semina". «Ero in laboratorio - ha detto - ed erano le sette di sera, quando squillò il telefono: era una signora, e mi disse che il presidente Napolitano voleva vedermi. Era il 2013, e la discussione sul caso "stamina" era molto accesa. Forse mi vuole chiedere un parere su questo, pensai». Presi gli accordi per la visita al Quirinale, il martedì della settimana successiva Elena Cattaneo si reca al Colle e, «guidata dal passo dei corazzieri, che data la loro altezza mi facevano sentire un pulcino», entra nella stanza del Presidente. Dopo avergli stretto la mano, racconta, Napolitano iniziò a parlare della Costituzione. «Mi pareva una situazione surreale - ha commentato - quando a un certo punto iniziò a parlare delle perdite che il Paese aveva subito, come quella di Rita Levi Montalcini e di altri senatori a vita. Mi disse poi chiaramente che voleva nominarne di nuovi. Pensai che mi aveva convocato per chiedermi alcuni nomi, invece mi propose di ricoprire tale ruolo».
Parlando degli organismi geneticamente modificati, la prof.ssa Cattaneo ha quindi analizzato i vari aspetti di questa tecnica di agricoltura vietata in Italia ma permessa nel resto del mondo. «Prendiamo ad esempio il mais. Alle nostre latitudini, il 40% del mais non OGM andrebbe buttato, poiché verrebbe attaccato dalla piralide. Coltivare un mais geneticamente modificato significa aver creato una pianta in grado di resistere a tale batterio, permettendone così la coltivazione. In Italia la coltivazione non è permessa, così come la ricerca in questo campo, ma bisogna pensare che importiamo dall'estero l'equivalente di un miliardo di euro di prodotti OGM, che vengono utilizzati, ad esempio, per l'alimentazione zootecnica. Questo significa che insaccati e formaggi che poi finiscono sulle nostre tavole sono derivati da animali nutriti con alimenti geneticamente modificati». Si è poi passati ad analizzare gli effetti che gli OGM hanno sulla salute dell'uomo e sull'ambiente. «Posso dire con certezza - continua - che soia e mais geneticamente modificati non sono dannosi né per la salute né per l'ambiente. Anzi: è dimostrato che la presenza di coltivazioni OGM vicino a coltivazioni tradizionali previene l'attacco di batteri alle coltivazioni vicine, data la resistenza che le piante pongono a un determinato virus».
In conclusione la relazione si è poi spostata sul cosiddetto "principio di precauzione", che molti - esageratamente - usano. «Non esiste alcuna attività libera da rischi - ha affermato - È giusto applicare il principio di precauzione, ma va fatto a valle di un'analisi ponderata. Ogni minuto della nostra vita vengono vissuti i benefici portati dalla scienza. Per 8.000 generazioni di Homo Sapiens l'età media è stata di trent'anni, ora da circa 4 generazioni siamo a 85 anni. Questo grazie anche alla scoperta dei vaccini, che rappresentano il farmaco più sicuro». Vaccini che, molte famiglie, si rifiutano di somministrare ai propri figli, in quanto li ritengono portatori di malattie come l'autismo. «Il pensiero emotivo supera quello razionale: 5000 famiglie contrarie alla somministrazione di vaccini, hanno partecipato a una campagna di sensibilizzazione svolta da medici, che hanno convinto le stesse dell'assenza di un rapporto causa-effetto con l'autismo. Le famiglie, però, hanno comunque deciso di non far somministrare il farmaco ai loro figli, proprio a dimostrazione del fatto che il nostro pensiero emotivo supera quello razionale».
Dopo un lungo applauso, la serata è proseguita con alcune domande poste dal pubblico. La Senatrice si è poi intrattenuta sottoscrivendo alcune copie del suo libro e dialogando individualmente con alcuni dei presenti.
La dottoressa Elena Cattaneo
E proprio ricordando questo avvenimento la scienziata ha iniziato il suo intervento, incalzata dalle domande della moderatrice Stefania Cappelli, membro del direttivo de "La Semina". «Ero in laboratorio - ha detto - ed erano le sette di sera, quando squillò il telefono: era una signora, e mi disse che il presidente Napolitano voleva vedermi. Era il 2013, e la discussione sul caso "stamina" era molto accesa. Forse mi vuole chiedere un parere su questo, pensai». Presi gli accordi per la visita al Quirinale, il martedì della settimana successiva Elena Cattaneo si reca al Colle e, «guidata dal passo dei corazzieri, che data la loro altezza mi facevano sentire un pulcino», entra nella stanza del Presidente. Dopo avergli stretto la mano, racconta, Napolitano iniziò a parlare della Costituzione. «Mi pareva una situazione surreale - ha commentato - quando a un certo punto iniziò a parlare delle perdite che il Paese aveva subito, come quella di Rita Levi Montalcini e di altri senatori a vita. Mi disse poi chiaramente che voleva nominarne di nuovi. Pensai che mi aveva convocato per chiedermi alcuni nomi, invece mi propose di ricoprire tale ruolo».
Stefania Cappelli della Semina con l'ospite
Comprensibilmente scossa, la farmacologa per alcuni istanti non riuscì a formulare frasi di senso compiuto, ma precisò sin da subito che voleva ancora stare nella ricerca. «L'ultima cosa che voglio è togliere una risorsa alla ricerca. Le offro la possibilità di portare i suoi argomenti all'interno del Senato della Repubblica Italiana», fu la risposta del Presidente. La riflessione della scienziata si è poi spostata su gli impegni che tale ruolo richiede. «Mi sono accorta che rispondere in maniera affermativa significava dover esserci, mantenendo fede all'impegno assunto. Questo ruolo rappresenta anche una grande fortuna: ho la possibilità di portare argomenti e questioni che mi toccano, cercando di tenere lontano la dominanza prettamente politica. Avevo la libertà di scegliere: libertà che qualcuno ha lottato per avere e che ogni giorno viene lentamente erosa. Già mettersi di fronte a un condizionamento per ottenere qualcosa è già una limitazione della libertà».Dietro stimolo di Stefania Cappelli, la Professoressa ha poi incentrato il suo intervento sul metodo che viene utilizzato per affrontare le varie tematiche scientifiche all'interno della politica. «È molto difficile - afferma la Senatrice - portare un metodo all'interno di un ambiente dove conta solamente vincere, ma non bisogna scoraggiarsi. La scienza non è solamente un fatto tecnico e purtroppo l'ambito scientifico alla politica non interessa. Basta pensare al caso Stamina: con una votazione in parlamento si è deciso se far proseguire o meno la sperimentazione. Una decisione medica assunta senza interpellare la medicina. Da ciò si capisce come non esista un metodo per affrontare detti argomenti: se non c'è un metodo si cade in una trappola, per qualsiasi ambito scientifico. A volte poi la scienza diventa null'altro che un pretesto elettorale, come ad esempio gli OGM». ùParlando degli organismi geneticamente modificati, la prof.ssa Cattaneo ha quindi analizzato i vari aspetti di questa tecnica di agricoltura vietata in Italia ma permessa nel resto del mondo. «Prendiamo ad esempio il mais. Alle nostre latitudini, il 40% del mais non OGM andrebbe buttato, poiché verrebbe attaccato dalla piralide. Coltivare un mais geneticamente modificato significa aver creato una pianta in grado di resistere a tale batterio, permettendone così la coltivazione. In Italia la coltivazione non è permessa, così come la ricerca in questo campo, ma bisogna pensare che importiamo dall'estero l'equivalente di un miliardo di euro di prodotti OGM, che vengono utilizzati, ad esempio, per l'alimentazione zootecnica. Questo significa che insaccati e formaggi che poi finiscono sulle nostre tavole sono derivati da animali nutriti con alimenti geneticamente modificati». Si è poi passati ad analizzare gli effetti che gli OGM hanno sulla salute dell'uomo e sull'ambiente. «Posso dire con certezza - continua - che soia e mais geneticamente modificati non sono dannosi né per la salute né per l'ambiente. Anzi: è dimostrato che la presenza di coltivazioni OGM vicino a coltivazioni tradizionali previene l'attacco di batteri alle coltivazioni vicine, data la resistenza che le piante pongono a un determinato virus».
La relatrice con il presidente de "La semina" Pierangelo Marucco e alcuni studenti del liceo Agnesi
In conclusione la relazione si è poi spostata sul cosiddetto "principio di precauzione", che molti - esageratamente - usano. «Non esiste alcuna attività libera da rischi - ha affermato - È giusto applicare il principio di precauzione, ma va fatto a valle di un'analisi ponderata. Ogni minuto della nostra vita vengono vissuti i benefici portati dalla scienza. Per 8.000 generazioni di Homo Sapiens l'età media è stata di trent'anni, ora da circa 4 generazioni siamo a 85 anni. Questo grazie anche alla scoperta dei vaccini, che rappresentano il farmaco più sicuro». Vaccini che, molte famiglie, si rifiutano di somministrare ai propri figli, in quanto li ritengono portatori di malattie come l'autismo. «Il pensiero emotivo supera quello razionale: 5000 famiglie contrarie alla somministrazione di vaccini, hanno partecipato a una campagna di sensibilizzazione svolta da medici, che hanno convinto le stesse dell'assenza di un rapporto causa-effetto con l'autismo. Le famiglie, però, hanno comunque deciso di non far somministrare il farmaco ai loro figli, proprio a dimostrazione del fatto che il nostro pensiero emotivo supera quello razionale».
Dopo un lungo applauso, la serata è proseguita con alcune domande poste dal pubblico. La Senatrice si è poi intrattenuta sottoscrivendo alcune copie del suo libro e dialogando individualmente con alcuni dei presenti.
Stefano Riva