Assemblea distrettuale: 71 affidi famigliari nel 2016, il 50% per difficoltà educative e una spesa sostenuta di 256mila euro

Sono stati riaperti i termini per le domande di buono sociale per l'affido famigliare anno 2017. Se ne è parlato nel corso dell'assemblea distrettuale che si è tenuta a Merate lo scorso mercoledì 8 febbraio e che ha visto snocciolare una serie di dati e numeri che danno uno specchio della situazione.


Prima di passare all'analisi delle tabelle, è stato specificato agli amministratori che le famiglie che hanno già minori in affido non dovranno più presentare domanda, essendo i contenuti del bando gli stessi, e quindi si andrà in continuità con quanto già in essere. La richiesta di buono dovrà invece essere avanzata per i nuovi "ingressi". Si è chiesto di porre particolare attenzione alle difficoltà educative delle famiglie (che nel 50% dei casi riscontrano questo problema) e sulla durata dell'affido (un terzo dei casi supera i 4 anni).

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La spesa per il 2016 è stata d 256mila euro per 71 minori in affido contro i 220mila del 2015 per 67 ragazzi. Un aumento dunque del 16%.

Di questi 71 casi (34 femmine e 37 maschi), 14 sono stranieri, 8 disabili e 12 chiusi. Le forme di affido giudiziale sono ripartite tra tempo pieno etero-famigliare (29 casi), famigliare a tempo pieno (15), part-time etero-famigliare (5).


Per quanto riguarda la modalità consensuale due sono i casi di affido etero-famigliare a tempo pieno e 7 a tempo parziale, 7 in forma famigliare a tempo pieno e 4 a tempo parziale. Due infine gli affidi di sollievo.
La fascia di età maggiormente rappresentata è quella dell'adolescenza, fino a 14 anni, con 54 soggetti. 11 invece quelli tra i 15 e i 17 anni e 6 quelli tra i 18 e i 21 anni.

 

Come si accennava una delle motivazioni principali che porta all'affido è la difficoltà delle famiglie in campo educativo, ci sono poi difficoltà di salute di uno o entrambi i genitori, ragioni socio-economiche, problemi di abusi, violenze o relazioni.
In media la durata dell'affido non supera i due anni (30% inferiore ai 12 mesi, 35% tra 1 e 2 anni) ma il 23% supera addirittura i 4 anni.

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Non ci sono poi "regole" che vedono comuni più o meno destinatari di tali provvedimenti e nemmeno si può fare una previsione in base alla popolazione. Nel 2016, ad esempio, Airuno con i suoi 2900 abitanti ha avuto 8 utenti in affido, Merate con quasi 15mila residenti ne ha avuti solo 3.

S.V.
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