Verderio: chiarisco a Giobbe ''chi sale sul carro del vincitore''

"Salire sul carro dei vincitori" è la teoria secondo la quale singoli individui o gruppi di persone tendono a dare credito e importanza a determinate azioni o fatti solo perché la maggioranza sostiene fortemente quelle stesse situazioni.
Il carrozzone dei vincitori viene preso d'assalto da coloro i quali hanno voglia di omologarsi e il bisogno impellente di sentirsi parte di un gruppo vincente per condividere il successo collettivo spesso anche cambiando le proprie convinzioni (forse perchè individualmente non potrebbero raggiungerlo).
Utilizzando tale frase mi sembrava chiaro, dando per noto il suo significato, che le persone a cui mi riferivo ("devoti" e "arrivisti") non potessero essere intese come gli amministratori di Verderio (Sindaco, Assessori e Consiglieri) ma chi li difende a "spada tratta". La maggior parte delle volte ciò avviene in maniera aggressiva (e sì anche da parte dei "difensori" vogliamo parlarne?) ed in modo stizzito come se criticare l'operato dell'amministrazione fosse un oltraggio da risolvere, fossimo stati nel medioevo, a colpi di arma bianca come avveniva nel "combattimento giudiziario", all'epoca, per risolvere un'onta subita. Fortunatamente ora ci limitiamo alle parole ma non sottovalutiamo mai il potere delle stesse.
I difensori, sempre secondo il mio modesto parere, si dividono in due categorie a seconda delle motivazioni cui vengono spinti: in un caso una profonda e cieca devozione mentre nell'altro puro opportunismo (magari per un lavoro per il figlio???).
Mi consenta, Sig. Giobbe, infine rappresentarle che -non per vigliaccheria ma per chiara inopportunità del mezzo di comunicazione- nomi, cognomi ed eventi, che possano chiarire meglio la mia teoria con fatti concreti, non possono essere da me rappresentati con questa modalità anche per l'inevitabile censura che la testata che ci ospita, giustamente, attuerebbe.
Fatte le dovute precisazioni concludo invitandola, a mia volta, a candidarsi Sindaco la prossima tornata elettorale. Potremo avere così un Sindaco di ex Superiore, perché secondo me lo è, nostalgico della vecchia DC. Non dimentichi però che, a Verderio, per poterci riuscire, al di là delle capacità che non dubito lei abbia, bisogna ricevere un'investitura come nelle successioni reali.
Pertanto io non posso accogliere il suo invito alla candidatura in quanto, pur non avendo mai partecipato ad elezioni, ho da sempre manifestato apertamente simpatie per i "perdenti" di Verderio, come da lei stesso definiti fortunatamente solo "politicamente" tra i quali, orgogliosamente, mi ricomprendo e non è nel mio dna essere un voltagabbana. Certo, è da riconoscerle Sig. Giobbe, le parole le sa usare molto bene, direi quasi, da politico/a "navigato/a". E non vuole essere un'offesa.
Concludo dicendo che far parte delle minoranze (non solo politiche) spesso è sinonimo di libertà, indipendenza di pensiero e impavidità.
A dirla con le parole di Søren Kierkegaard: "In ogni campo, per ogni oggetto, ecc., son sempre le minoranze, i pochi, i rarissimi, i Singoli, quelli che sanno: la Folla è ignorante".
Con rispetto.
Eugenio
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