Merate: Retesalute presenta agli amministratori la cartella sociale informatizzata, strumento all'avanguardia in realtime
È stata presentata lunedì sera agli amministratori meratesi e casatesi afferenti a Retesalute la Cartella Sociale Informatizzata, uno strumento sul quale l'azienda di concerto con gli enti territoriali sta lavorando da due anni e che arriva proprio in concomitanza con l'approvazione da parte di Regione Lombardia delle linee guida di questo strumento.
Presenta agli assistenti sociali dei comuni e oggetto di un corso di formazione per prendere dimestichezza con il programma, la cartella rappresenta uno strumento per mettere a disposizione in tempo reale, in maniera omogenea, con un ordine e con una catalogazione ragionata, i dati dei casi "sociali" che si presentano agli uffici e per i quali vengono poi erogati i contributi in base ai parametri stabiliti dalla normativa. Parametri che, peraltro, saranno una delle voci che fanno da discrimine nel programma, evitando calcoli e richieste agli enti (INPS) su reddito, situazioni economiche, ecc poiché già previste di default e quindi automatiche. "Per noi è stato un investimento economico e di energie in fatto di operatori" ha esordito il direttore di Retesalute dott.ssa Simona Milani che avendo alle sue spalle un trascorso da assistente sociale bene sa le problematiche e le lungaggini dovute alla compilazione delle pratiche e all'interpretazione delle stesse tra enti o programmi che, come si dice in gergo, non si parlano "dal 2014 ad oggi abbiamo lavorato dividendoci il lavoro tra i vari ambiti del lecchese. Questo strumento ora è pronto ma può essere implementato e integrato e reso sempre più flessibile e comunicativo con la regione e gli altrimenti in base alle necessità e a ciò che si riscontra sul campo, giorno dopo giorno, utilizzandolo. La Cartella Sociale Informatizzata è il futuro e non possiamo sottrarci".
Regione Lombardia ha accantonato un fondo per le politiche sociali da tre milioni di euro da suddividere tra tutti gli ambiti in forma di premialità. In base al raggiungimento degli obiettivi (tra cui anche la cartella informatizzata) e al numero di abitanti, lo stanziamento varierà. Se tutti gli 8 ambiti presentassero un progetto valevole, all'Ats Brianza arriverebbero 283.714 euro e nel meratese all'incirca 30mila euro. Detto ciò si capisce l'importanza di assicurarsi un buon punteggio agli occhi della regione così da avere un supporto economico soprattutto in questa fase di lancio del prodotto. Tre gli obiettivi stabiliti da regione Lombardia per la cartella informatizzata: 1) attivare processi e azioni di promozione dello strumento 2) implementare il lavoro già fatto 3) integrare la cartella anche con banche dati di altri enti.
Ogni ambito dovrà scegliere l'obiettivo da raggiungere e su quello, entro fine ottobre, sarà valutato. Il progetto di Lecco, già in fase avanzata, è stato riconosciuto come quello tra i migliori per via dell'architettura coerente con le linee guida della Regione e che coinvolge tutti gli ambiti della provincia, così da farli lavorare in modo uniforme. La parola è poi passata a Paolo Serravino di PADigitale, l'azienda che ha fisicamente realizzato il software a disposizione dei comuni. Illustrando prima gli step che hanno condotto ad oggi e poi facendo degli esempi concreti sull'uso del programma e le richieste che si possono avanzare, si è infine messo a disposizione degli amministratori che, pur confermando la bontà del progetto, si sono dimostrati un poco timorosi sulle difficoltà che si potranno incontrare, specialmente da parte del personale.
Tra i benefici che porterà la cartella informatizzata ci sarà la tracciabilità dei dati dell'utenza (protetti con particolari sistemi), la facilità di acquisizione delle informazioni passando da un ente all'altro, la raccolta e la registrazione delle erogazioni di sussidio avvenute, l'incrocio di informazioni sulla situazione dell'intero nucleo famigliare, la creazione di uno storico consultabile in tempo reale, la possibilità di interrogare il software per avere un quadro dei bisogni (in base alle richieste presentate) di una determinata area della provincia, la creazione di report. Dalla compilazione e archiviazione manuale delle schede, racchiuse nello "scaffale" di ciascun comune o ente, si passerà un sistema che dialoga, immediato, consultabile ovunque (naturalmente da chi ne ha titolo) e in grado di snellire il lavoro di chi in realtà deve occuparsi del "caso" sociale più che della sua gestione burocratica.
Presenta agli assistenti sociali dei comuni e oggetto di un corso di formazione per prendere dimestichezza con il programma, la cartella rappresenta uno strumento per mettere a disposizione in tempo reale, in maniera omogenea, con un ordine e con una catalogazione ragionata, i dati dei casi "sociali" che si presentano agli uffici e per i quali vengono poi erogati i contributi in base ai parametri stabiliti dalla normativa. Parametri che, peraltro, saranno una delle voci che fanno da discrimine nel programma, evitando calcoli e richieste agli enti (INPS) su reddito, situazioni economiche, ecc poiché già previste di default e quindi automatiche. "Per noi è stato un investimento economico e di energie in fatto di operatori" ha esordito il direttore di Retesalute dott.ssa Simona Milani che avendo alle sue spalle un trascorso da assistente sociale bene sa le problematiche e le lungaggini dovute alla compilazione delle pratiche e all'interpretazione delle stesse tra enti o programmi che, come si dice in gergo, non si parlano "dal 2014 ad oggi abbiamo lavorato dividendoci il lavoro tra i vari ambiti del lecchese. Questo strumento ora è pronto ma può essere implementato e integrato e reso sempre più flessibile e comunicativo con la regione e gli altrimenti in base alle necessità e a ciò che si riscontra sul campo, giorno dopo giorno, utilizzandolo. La Cartella Sociale Informatizzata è il futuro e non possiamo sottrarci".
Simona Milani e Flavio Donina dell'Ufficio di Piano
Regione Lombardia ha accantonato un fondo per le politiche sociali da tre milioni di euro da suddividere tra tutti gli ambiti in forma di premialità. In base al raggiungimento degli obiettivi (tra cui anche la cartella informatizzata) e al numero di abitanti, lo stanziamento varierà. Se tutti gli 8 ambiti presentassero un progetto valevole, all'Ats Brianza arriverebbero 283.714 euro e nel meratese all'incirca 30mila euro. Detto ciò si capisce l'importanza di assicurarsi un buon punteggio agli occhi della regione così da avere un supporto economico soprattutto in questa fase di lancio del prodotto. Tre gli obiettivi stabiliti da regione Lombardia per la cartella informatizzata: 1) attivare processi e azioni di promozione dello strumento 2) implementare il lavoro già fatto 3) integrare la cartella anche con banche dati di altri enti.
Marco Giorgioni, Robertino Ettore Manega e Marco Marchesi dell'azienda che ha realizzato il software
Ogni ambito dovrà scegliere l'obiettivo da raggiungere e su quello, entro fine ottobre, sarà valutato. Il progetto di Lecco, già in fase avanzata, è stato riconosciuto come quello tra i migliori per via dell'architettura coerente con le linee guida della Regione e che coinvolge tutti gli ambiti della provincia, così da farli lavorare in modo uniforme. La parola è poi passata a Paolo Serravino di PADigitale, l'azienda che ha fisicamente realizzato il software a disposizione dei comuni. Illustrando prima gli step che hanno condotto ad oggi e poi facendo degli esempi concreti sull'uso del programma e le richieste che si possono avanzare, si è infine messo a disposizione degli amministratori che, pur confermando la bontà del progetto, si sono dimostrati un poco timorosi sulle difficoltà che si potranno incontrare, specialmente da parte del personale.
Paolo Serravillo
Tra i benefici che porterà la cartella informatizzata ci sarà la tracciabilità dei dati dell'utenza (protetti con particolari sistemi), la facilità di acquisizione delle informazioni passando da un ente all'altro, la raccolta e la registrazione delle erogazioni di sussidio avvenute, l'incrocio di informazioni sulla situazione dell'intero nucleo famigliare, la creazione di uno storico consultabile in tempo reale, la possibilità di interrogare il software per avere un quadro dei bisogni (in base alle richieste presentate) di una determinata area della provincia, la creazione di report. Dalla compilazione e archiviazione manuale delle schede, racchiuse nello "scaffale" di ciascun comune o ente, si passerà un sistema che dialoga, immediato, consultabile ovunque (naturalmente da chi ne ha titolo) e in grado di snellire il lavoro di chi in realtà deve occuparsi del "caso" sociale più che della sua gestione burocratica.
S.V.