Merate: è polemica sul taglio dei tigli in Via Verdi/Turati. La proprietà si difende ma gli esperti accusano: è capitozzatura

Tutto si gioca sulla definizione di "prima potatura o potatura di formazione" o "capitozzatura impropria". Ed è in base a quale delle due definizioni si ascrive l'intervento sui tigli di Viale Verdi, angolo Via Turati, che si stanno susseguendo, uno dopo l'altro, gli interventi di lettori e di esperti, "condannando" per lo più la scelta del taglio.


Pur trattandosi di una proprietà privata del Condominio "Il Triangolo", la "potatura" non è passata inosservata e per il massimo dell'equilibrio e chiarezza nella ricostruzione e delle posizioni, riproponiamo in calce sia la lettera dell'amministratore del complesso che quelle di esperti agronomi sulla vicenda.

Alla cortese attenzione
MERATEONLINE
Rif. Articolo: Merate. un lettore segnala: le potature "sbagliate" in paese

Volevo esprimere in qualità di Amministratore del Condominio Il Triangolo il mio disappunto rispetto all'articolo di un lettore che segnalava le potature sbagliate in paese.
Si precisa infatti che la potatura dei Tigli lungo viale Verdi e via Turati, sull'area di proprietà del Condominio Il Triangolo, è stata eseguita da un giardiniere qualificato e formato nella potatura degli alberi.
La potatura che è stata eseguita non si può definire stroncatura come affermato dal lettore ma è una PRIMA POTATURA definita POTATURA DI FORMAZIONE.
Questa potatura si è resa necessaria per le dimensioni ormai raggiunte dai rami dei Tigli che invadevano i percorsi pedonali e la pubblica strada e che potevano costituire intralcio e pericolo alla circolazione dei pedoni.
Un'accurata potatura del Tiglio è indispensabile per avere una pianta sempre florida e robusta ed è fondamentale per stimolare la produzione di vigorosi ricacci da primavera ad estate inoltrata

Architetto Isa Giannetti
Alcuni lettori, hanno scritto alla vostra redazione per segnalare una potatura su dei tigli radicati bordo strada all'incrocio tra Viale Verdi e via Turati nel comune di Merate
In qualità di Dottore Agronomo iscritto all'albo e operante nel settore del verde da almeno 10  anni posso affermare che effettivamente l'intervento manutentivo sugli esemplari arborei suddetti non è stato eseguito a regola d'arte anzi, le piante sono state potate drasticamente ed in modo errato.


In realtà l'intervento eseguito non si può definire "potatura" ma si tratta di "scalvatura" o "capitozzatura impropria (topping)", intervento dannoso che asporta una massa eccessiva della chioma producendo spesso monconi.
Molti cittadini pensano che le dimensioni eccessive degli alberi possano creare un pericolo per la loro incolumità. NON E' COSI'!!
Si tenga ben presente che interventi drastici di questo tipo indeboliscono l'albero e molto spesso possono provocare attacchi di patogeni fungini come la carie del legno, che attraverso le spore disseminate nell'aria penetra nelle ferite creando gravissimi problemi alla salute dell'albero ed in particolare alla sua stabilità. Inoltre un albero soggetto a simili capitozzature nel lungo periodo risulta poco stabile, in quanto viene meno l'equilibrio tra la chioma e l'apparato radicale e si ha la perdita  di alcune radici che non possono essere nutrite; inoltre, per compensare questi tagli drastici la pianta innesca un meccanismo di difesa che consiste in una vigorosa emissione di rami epicormici; ciò può determinare situazioni di rischio, non appena i nuovi ricacci si sviluppano in rami più grossi poichè hanno punto di inserzione nel legno debole. Pertanto, anche se si necessitasse di una riduzione della dimensione dell'albero perchè interferisce con manufatti, linee elettriche, viabilità ecc.., una potatura eccessivamente drastica

è totalmente inutile e molto dannosa per l'albero.

Spesso lo scopo di una capitozzatura è il controllo delle dimensioni di un albero. In realtà si ottiene l'effetto opposto: infatti i ricacci che si generano dai tagli sono molto più numerosi di quelli che si svilupperebbero in una normale situazione e crescono molto rapidamente, tanto da riportare l'albero all'altezza precedente alla potatura. Ne consegue che negli anni successivi la pianta necessiterà di un contenimento della vegetazione nel giro di poco tempo dovendo necessariamente investire risorse in potature che si sarebbero potute tranquillamente posticipare. La International Society of Arboriculture (ISA), che è la più grande associazione professionale tra quanti si dedicano alla cultura ed alla conservazione degli alberi, ha stilato un documento in cui si spiegano i motivi, già brevementi descritti nel commento sopra, per cui la capitozzatura sia una tecnica dagli effetti pericolosi.
Invito caldamente tutti i sostenitori dei tagli drastici ad andare a visionare la documentazione offerta gratuitamente sul sito della sezione italiana (SIA) della International Society of Arboriculture (ISA) al link di seguito:
International Society of Arboriculture (ISA)

http://www.isaitalia.org/gli-indispensabili/176-documenti/indispensabili/237-perche-la-capitozzatura-e-dannosa.html

Grazie per lo spazio concessomi

Studio Tecnico Dottor Agronomo Davide Spini

Buongiorno,
intervengo in merito alla risposta dell'’arch. Isa Giannetti relativa alle potature eseguite nel territorio di Merate segnalate da un vostro lettore per sottolineare che non può fare passare il concetto che rispetto alla potatura degli alberi esistano teorie diverse. Gli interventi segnalati dal vostro lettore sono estremamente lesivi per la vitalità delle piante perché causano gravi danni biologici agli alberi e c’'è da chiedersi come possano essere consentite in un comune che vede il suo intero territorio tutelato dal punto di vista paesaggistico.
La potatura indiscriminata della chioma, chiamata anche CAPITOZZATURA (che nulla a che vedere con la potatura di formazione), oltre a ridurre il valore estetico dell’'albero a causa dello sfiguramento della forma tipica della specie di appartenenza, determina diverse problematiche di tipo fitosanitario. La superficie di taglio dei rami spesso è molto ampia e di conseguenza la compartimentalizzazione delle lesioni avviene lentamente e con difficoltà, lasciando i tessuti esposti all’'aggressione degli agenti patogeni che potrebbero compromettere irreversibilmente la vita dell'’albero. Inoltre la corteccia viene improvvisamente esposta ai raggi solari, con un eccessivo riscaldamento dei vasi floematici più superficiali e del tessuto cambiale con conseguenze negative sull’'accrescimento dell’'albero.
L’'operazione di asportazione indiscriminata della quasi totalità della chioma innesca reazioni molto dispendiose di energia da parte della pianta, che possono provocare l’'innescarsi di un processo di decadimento dell'’albero a volte inarrestabile. Inoltre, i rami che si originano in prossimità della superficie di taglio hanno un'attaccatura più debole di quella dei rami naturali, poiché derivano da gemme avventizie.
I numerosi rami che si sviluppano in prossimità del taglio sono in competizione fra loro, crescono perciò molto in lunghezza, senza formare ramificazioni secondarie, conferendo alla nuova chioma una conformazione più disordinata e meno sana.
Il risultato della potatura drastica degli alberi è la frequenza delle rotture dei rami, la formazione di cavità al castello e lungo le branche primarie, lo sviluppo di ramificazioni filate e soprannumerarie, inserzioni deboli delle branche, vegetazione epicormica, eccetera.
Questo vuol dire che gli interventi di potatura drastica come quelli nelle foto causano anche un grave danno economico. Il costo di una potatura drastica non si limita infatti all'’intervento in sé. Se l'’albero sopravvive, richiederà entro pochissimi anni di essere nuovamente potato. La possibilità che vento e neve provochino la rottura di rami più o meno grossi è maggiore e sarà quindi necessario intervenire per rimuoverli. Se l’'albero muore, dovrà essere rimosso. La potatura drastica implica una serie di costi di manutenzione decisamente maggiori rispetto ai costi di una corretta potatura.
Purtroppo molte delle pratiche usate erroneamente nella piantagione, nella gestione e nella potatura degli alberi sono frutto di pura fantasia.
Anche se numerose ricerche scientifiche hanno sfatato molte credenze e pratiche errate nel campo del vivaismo e nella gestione degli alberi, alcune di queste rimangono ancora oggi comunque molto diffuse e seguite, anche nell’'esecuzione di interventi su alberate pubbliche.
Da queste credenze e pratiche errate derivano molti dei problemi degli alberi presenti nelle nostre città.
Chi ha eseguito l’'intervento non può essere di certo essere indicato come giardiniere qualificato, perché un giardiniere qualificato, cioè formato, sa bene quali sono i danni che quel tipo di interventi causano agli alberi.
Cordiali saluti

Andrea Pellegatta
Arboricoltore professionista certiticato
Socio della Società Italiana di Arboricoltura
In riferimento all'articolo apparso per le potature degli alberi di Viale Verdi, in qualità di Dott. Agronomo Arboricoltore, confermo quanto riportato dal Collega Dott. Spini. Ritengo inoltre le giustificazioni addotte dall'amministratore, probabilmente riportategli dal giardiniere, una palmare testimonianza dell'assoluta mancanza di una formazione adeguata, con frasi e concetti che da oltre 30 anni sono scomparsi dalla arboricoltura. Sottolineo inoltre che in ambito di vincolo ambientale un intervento che trasformi e deturpi il territorio, come quello eseguito con le capitozzature, richiede autorizzazione paesistica, diversamente si configurano gli estremi del danno ambientale.


Dott. Agronomo Ambrogio Cantù
Socio fondatore della società italiana di arboricoltura, membro ISA (international Society of arboricolture)
Buongiorno,
leggo la risposta dell'amministratore del condominio Triangolo e rimango basito.  Quelle non sono assolutamente potature eseguite da un giardiniere qualificato ma sono un vero e proprio massacro perché quelle povere piante in primavera ricacceranno una miriade di rami e la situazione sarà ben peggiore di prima. Quelle piante sono danneggiate, punto e stop. basterebbe chiedere una valutazione a qualsiasi agronomo per capire che è stata dichiarata una cosa senza senso...

Grazie

Marco
Riflessione in merito alle potature di Merate

Gent.ma redazione Merateonline,
scrivo in merito alla segnalazione di potature (o presunte tali) a Merate fatta da un lettore. Preciso che non voglio alimentare alcuna polemica ma colgo l'occasione per fare una piccola riflessione su questo tema che è a me caro in quanto svolgo la professione di dottore agronomo.
Purtroppo interventi simili (o anche peggiori) a quello che ha segnalato il lettore sono ancora diffusissimi sebbene sia dimostrato ormai da tempo che tali interventi hanno effetti negativi sugli alberi.
Mi ha fatto sorridere anche la risposta che giustificava l'intervento come "potatura di formazione" tale definizione è totalmente fuori luogo in quanto una potatura di formazione è tutt'altra cosa! La potatura di formazione ha lo scopo di indirizzare lo sviluppo dell'albero e si effettua nei primi anni d'impianto (i tigli in fotografia hanno superato i 10 anni!) asportando poco materiale ed evitando il taglio di grosse branche o branchette.
Vorrei allora cogliere l'occasione per rimarcare l'importanza di una manutenzione costante che preveda interventi frequenti ma meno incisivi (e anche meno onerosi!); non ha senso intervenire una volta ogni dieci anni (spendendo una certa somma) deturpando completamente l'albero, facendogli assumere forme innaturali e davvero poco estetiche andando inoltre ad indebolire la struttura dell'albero stesso per'altro causando una risposta vegetativa incondizionata che porterà in brevissimo tempo la pianta a raggiungere nuovamente le dimensioni che aveva prima del taglio!
Molto meglio intervenire con regolarità con potature corrette, poco invasive ( e a lungo andare meno dispendiose) che garantiscano una crescita armoniosa e sicura dei nostri alberi!
Fa piacere che i cittadini comincino ad accorgersi delle scorrette pratiche di potatura selvaggia e che si stia sviluppando una coscienza critica, segno che negli anni la formazione sul tema ha avuto effetto. Ma c'è ancora tanta strada da fare!
Auspico che in primis i comuni si facciano testimoni delle corrette pratiche di gestione degli alberi sia attraverso eventi formativi , ma ancora di più mettendole in pratica nella gestione del patrimonio arboreo pubblico!

dott. agr. Elia Galbusera

Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.