Mandic, Gallera: entro febbraio si chiude la partita con l'Inrca. O con noi o niente
La frase "A Merate è in corso un'opera di razionalizzazione e di coordinamento" pronunciata dall'assessore regionale alla welfare e alla sanità, in visita all'ASST di Lecco, ci aveva lasciato non poco preoccupati e così il chiarimento in casa, direttamente nell'aula scientifica del Mandic, si è reso d'obbligo. Prima di dedicare una mezz'ora abbondante strettamente a porte chiuse, solo con gli operatori del presidio, l'assessore al welfare Giulio Gallera ha meglio chiarito il concetto che in realtà voleva riferirsi strettamente alla riorganizzazione del rapporto tra Inrca e Mandic.
Giulio Gallera, assessore regionale al welfare
"C'è un dialogo aperto con l'Inrca di Casatenovo per una ottimizzazione del suo ruolo e della sua azione rendendoli più coerente con la riforma ed efficace" ha spiegato "Oggi svolge una attività per acuti non nel pieno delle sue potenzialità, in uno spazio che non è idoneo. Ci sono un'interlocuzione, un dialogo e una proposta fatta all'Inrca che è di trasformare Casatenovo pienamente in un POT (Presidio Ospedaliero Territoriale) collocando lì solo i letti di subacuti, di cure intermedie insieme a dei poliambulatori e trasferire i letti per acuti al quinto piano del Mandic che è vuoto e che noi potremmo anche riempire in altro modo ma che può essere coerentemente con delle attività del presidio ospedaliero di Lecco ma che troverebbe piena attuazione con Inrca. Questa è la proposta finale all'Inrca. Sono vent'anni che c'è questo problema. Siamo arrivati a una proposta che o si chiude o che per noi porrà scelte di carattere diverso. Il quinto piano vuoto non ha più senso quindi o si chiude questo tipo di collaborazione o si deciderà per altro.
Stefano Manfredi (Direttore generale ASST), l'assessore Giulio Gallera, il sindaco di Merate
Andrea Massironi, il direttore generale dell'ATS Massimo Giupponi
Per questo c'è bisogno di uno sforzo economico da parte dell'Inrca perchè evidentemente trovarsi in un ospedale rispetto a dove è oggi, è un valore aggiunto e significa fare degli investimenti. Se Inrca accetta questa proposta penso si possa concludere un percorso positivo per entrambi. Diversamente è una realtà che sta riflettendo se restare o meno su questo territorio, se ha senso investire sul territorio lombardo. O si chiude oppure per noi questa avrà una funzione diversa e a questo punto a Casate non riusciremo a mettere assieme il POT. Siamo in una fase positiva rispetto al passato. Siamo arrivati a un punto di confronto di carattere economico. Alcune richieste loro e alcune disponibilità nostre oggettive non sono collimanti. Speriamo che con uno sforzo della struttura, del sistema territoriale, dell'Inrca e anche nostro, si possa trovare la quadra. Contiamo che, dopo la riunione a dicembre, al più tardi entro febbraio ci possa essere una conclusione. Loro dicono "arriviamo se ci sono risorse di un certo tipo", noi diciamo fino a dove possiamo arrivare e a quali condizioni. O noi collochiamo altro all'interno del Mandic o Inrca adeguerà la struttura a Casatenovo o deciderà di dismettere la loro presenza qua".
S.V.