Accadeva 30 anni fa/50, 1-31 ottobre: la Dc 'confina' Golfari. Boom dell’edilizia coop. Pronti i recuperi Marforio e Taverna
In biblioteca a Merate si costituiva il Comitato per lanciare la prima edizione del Concorso letterario Nazionale di narrativa e poesia.
Singolare la storia di un giovane bandito che armato di revolver riusciva a rapinare tre negozi tra Calco, Cernusco e Verderio. Singolare perché il giovane di bell'aspetto prima di uscire dal negozio rapinato tentava sempre di baciare la commessa o la titolare.
La politica lecchese è animata dal durissimo scontro tutto interno alla Dc che vede l'ex leader storico Cesare Golfari "confinato" nella sua villa di Galbiate. Da mesi la Dc è dilaniata da lotte intestine e la mancanza di una vera leadership rende più difficile ritrovare l'unità. Golfari rilancia la propria disponibilità ma quelli che definisce "figli" suoi continuano a litigare per le poltrone. Si delinea un primo accordo a metà ottobre: il Comprensorio lecchese, anticamera di quella che poi diventerà la provincia, elegge Giuseppe "pinin" Resinelli alla presidenza, mentre al Comitato Regionale di Controllo (Co.Re.Co.) viene riconfermato Giampiero Omati. Intanto Giulio Boscagli, sindaco di Lecco, lavora con i colleghi di Prato, Lodi, Biella e Rimini per accelerare il processo di trasformazione del comprensorio in provincia.
Cesare Golfari, Giulio Boscagli e Giampiero Omati
Tra i viticoltori si tirano le somme dell'annata. Il giudizio di tutti è positivo: ottima qualità, buona quantità, giusta maturazione. Tra "cantine Cattaneo" e "Vinicola Ghezzi" furono prodotti 750 quintali di uva. Secondo una stima del 1982 nella sola Montevecchia c'erano quasi 29 ettari di terreno coltivati a vite.
A Osnago don Gianfranco Ravasi, nativo di Merate ma cresciuto nel piccolo comune limitrofo, festeggia con i coetanei del 1942 (Ravasi è nato il 18 ottobre) il ventesimo di sacerdozio. L'attuale Cardinale all'epoca rivestiva il ruolo di teologo presso l'università Cattolica di Milano, studioso biblico, esperto della Palestina e giornalista, ma era (ed è) sempre rimasto molto legato ai suoi luoghi d'origine.
Al centro Don Gianfranco
Mentre a livello provinciale la Dc è attraversata da guerre per bande in vista del congresso, slittato al 1987, con Golfari impegnato a allacciare una dubbia alleanza con Ezio Citterio di Lomagna, a Merate il partito scudocrociato appare compatto. Per acclamazione elegge segretario della sezione meratese Antonio Cova, presidente del Consorzio acquedotto mentre la sezione di Pagnano rielegge Alfonso Mandelli. Cova succede a Paolo Panzeri. Nel Direttivo entrano Lorenza Bosisio, Antonio Bosisio, Giovanni Villa, Elio Gallina, Natale Riva, Roberto Meregalli, Maria Mandelli e Paolo Panzeri. Intanto si intensificano gli incontri per la nomina del "Comitati Cittadino".
Antonio Cova e Alfonso Mandelli
Mentre i carabinieri arrestano, nel corso di un posto di blocco, il rapinatore solitario, un po' troppo focoso con le commesse dei negozi che assalta, i ladri penetrano in due chiese, a Santa Maria Hoè e a Calco e si impossessano di oggetti in oro e preziosi sacri per un valore stimato di 30 milioni di lire. Furti sacrileghi che si erano già verificati mesi prima nel meratese.
Un tema oggi di attualità, appare invece, "sfogliando" la storia, molto datato. Si tratta dell'estensione del Parco di Montevecchia e valle del Curone alla riserva lago di Sartirana. Oggi l'annessione, o quanto meno il passaggio dal Comitato di gestione della riserva al Parco del Curone è stato avviato ma la prima richiesta, avanzata dalla minoranza in seno al Consorzio parco, risale alla seconda metà dell'ottobre 1986. Già allora si ravvisava la necessità di estendere i confini del parco comprendendo l'intera riserva lago sino alla valletta di Novata. Un'area verde molto ampia sull'asse ovest-est che avrebbe risparmiato soprattutto a Novate gli sfregi perpetrati negli anni successivi. La maggioranza però, sentito anche il parere della Giunta Dc meratese, non ritenne di dover dare seguito alla proposta. Così ci si trova a riparlarne trent'anni dopo.
Intanto, dietro segnalazione di alcuni pescatori, i sub dei vigili del fuoco di Milano si immergono nei fondali del fiume Adda, tra Imbersago e Robbiate alla ricerca del cimitero di auto inabissate a dieci metri di profondità. Le ricerche non riservano particolari sorprese, si tratta di auto rubate alcune prive di targa, ma il lavoro dei sub richiama frotte di curiosi.
Sul fronte politico locale c'è da registrare la scontata riconferma di Mario Gallina alla carica di segretario cittadino della Dc e un durissimo scontro tra l'esponente del Pci Renato Cazzaniga e l'assessore ai lavori pubblici Giovanni Battista Albani sulla "proprietà" di via Pascoli. Altra questione annosa, mai risolta in questi tre decenni. Cazzaniga sostiene che per densità di popolazione e disponibilità di posti auto la via debba comunque considerarsi pubblica e quindi la sua manutenzione compete al Comune. Albani però respinge questa interpretazione sostenendo che la via è privata e tocca quindi ai privati tenerla in ordine. Così oggi la fanno da padroni buchi enormi che nessuno si prende la briga di chiudere. Fino a quando qualcuno si farà male davvero. Poi si andrà in tribunale a dirimere la vertenza.
Via Pascoli
L'edilizia continua a rappresentare un motore dell'economia anche locale ma non soltanto sul "nuovo". A sud di Merate stanno sorgendo centinaia di alloggi popolari grazie alle cooperative Merate '75 e Nuova Merate. L'intero comparto tra la strada sterrata che conduceva a Cernusco, ora ribattezzata via Donizetti e via Fratelli Cernuschi, collegate fra loro dal nuovo tronco intitolato a Maria Gaetana Agnesi, è stato edificato con un'edilizia curata e non invasiva. Palazzine di tre piani fuori terra tutte contornate da giardini delimitate da alte siepi. Più una zona residenziale che un'area popolare. Ma, come dicevamo, questo è il "nuovo". In realtà si progetta molto sull'esistente. In Comune giungono due grossi piani di recupero: uno della Corte Marforio, a firma "Merinvest Spa" di Milano e l'altro della "Taverna", a firma Roberto Colombo su mandato del proprietario Pietro Ravasi. La Corte Marforio è il tipico complesso lombardo semiabbandonato, si estende per 5mila metri quadrati con l'obiettivo di ricavare 20mila metri cubi tra appartamenti, negozi e box. La Taverna è composta da un antico e rinomato bar ristorante, con quattro camere per il pernottamento e due alloggi. Il piano prevede di realizzare una sorta di galleria aprendo un passaggio diretto su via Trento oltre a quello che dà accesso alla trattoria su via Carlo Baslini. Entrambi i progetti, come noto sono andati in porto: quello della Taverna nei tempi stabiliti, a fine anni ottanta iniziarono le vendite, quello della Corte Marforio, assai più articolato - dopo il subentro di una società della galassia Colombo - è stato completato da qualche anno, ormai in piena crisi dell'edilizia.
Corte Marforio
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