Donald Trump i sondaggi, i giornali e i partiti
L'elezione di Donald Trump, il quarantacinquesimo Presidente nella storia degli Stati Uniti D'America, ci consente di fare alcune semplici riflessioni.
La gente non segue più gli orientamenti delle nomenclature dei partiti; il fenomeno Trump ha dimostrato che uno può candidarsi contro i vertici del proprio partito e vincere sia le Primarie che le elezioni, indipendentemente che Bush e compagnia abbiano deciso di deridere, come per altro gran parte del mondo, il loro candidato repubblicano.
Ma dimostra anche che sondaggi, orientamenti e invasioni di campo dei giornali, endorsement dei V.I.P. non condizionano più assolutamente nulla, altrimenti Hillary Clinton avrebbe vinto in carrozza.
Invece proprio questi pronunciamenti, anche velleitari, hanno finito per favorire l'elezione di Trump.
La crisi non é solo politica e dei partiti, ma é di un intero sistema delle Comunicazioni e della propaganda.
Questo vale per l'America come per l'Europa e L'Italia.
Cosa succederà ora con questa elezione ?
Il personaggio é poco rassicurante e anche, per alcuni aspetti, impresentabile, tuttavia, adesso è il Presidente degli Stati Uniti d'America, quindi dovrà necessariamente fare un bagno di diplomazia e moderazione per guidare la più grande potenza del mondo, viceversa, rischierebbe di vanificare il successo e consenso appena ricevuto.
Staremo a vedere, quel che é certo resta la crisi del sistema, l'inconsistenza delle lobby, l'ininfluenza degli endorsement di giornali, social e personalità dello spettacolo.
Forse è l'ora di pensare che nessun avversario politico va sottovalutato, nemmeno il più impresentabile.
La Brexit e Trump sono la faccia e il risultato della stessa medaglia e ormai sembra questo l'itinerario intrapreso dagli elettori : scegliere sempre il contrario delle indicazioni reiterate e ossessive promosse dal Sistema.
L'elezione di Trump merita una profonda riflessione non solo in ambito politico, ma anche e forse soprattutto nei tanti attori e sodalizi a latere delle competizioni che pensano, talvolta in maniera presuntuosa, di poter sempre condizionarne gli esiti.
La gente non segue più gli orientamenti delle nomenclature dei partiti; il fenomeno Trump ha dimostrato che uno può candidarsi contro i vertici del proprio partito e vincere sia le Primarie che le elezioni, indipendentemente che Bush e compagnia abbiano deciso di deridere, come per altro gran parte del mondo, il loro candidato repubblicano.
Ma dimostra anche che sondaggi, orientamenti e invasioni di campo dei giornali, endorsement dei V.I.P. non condizionano più assolutamente nulla, altrimenti Hillary Clinton avrebbe vinto in carrozza.
Invece proprio questi pronunciamenti, anche velleitari, hanno finito per favorire l'elezione di Trump.
La crisi non é solo politica e dei partiti, ma é di un intero sistema delle Comunicazioni e della propaganda.
Questo vale per l'America come per l'Europa e L'Italia.
Cosa succederà ora con questa elezione ?
Il personaggio é poco rassicurante e anche, per alcuni aspetti, impresentabile, tuttavia, adesso è il Presidente degli Stati Uniti d'America, quindi dovrà necessariamente fare un bagno di diplomazia e moderazione per guidare la più grande potenza del mondo, viceversa, rischierebbe di vanificare il successo e consenso appena ricevuto.
Staremo a vedere, quel che é certo resta la crisi del sistema, l'inconsistenza delle lobby, l'ininfluenza degli endorsement di giornali, social e personalità dello spettacolo.
Forse è l'ora di pensare che nessun avversario politico va sottovalutato, nemmeno il più impresentabile.
La Brexit e Trump sono la faccia e il risultato della stessa medaglia e ormai sembra questo l'itinerario intrapreso dagli elettori : scegliere sempre il contrario delle indicazioni reiterate e ossessive promosse dal Sistema.
L'elezione di Trump merita una profonda riflessione non solo in ambito politico, ma anche e forse soprattutto nei tanti attori e sodalizi a latere delle competizioni che pensano, talvolta in maniera presuntuosa, di poter sempre condizionarne gli esiti.
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