La Valletta: storia dei monasteri benedettini femminili in un volume di fede e architettura
È stato presentato nella serata di venerdì 4 novembre il libro "I monasteri benedettini femminili della Brianza: storia, fede, architettura", nell'ambito dell'iniziativa "Autunno culturale in Valletta", organizzata dall'omonima Unione dei Comuni. Dopo i saluti istituzionali del sindaco de La Valletta Brianza Roberta Trabucchi la parola è subito passata a Chiara Meroni, coautrice del libro insieme all'architetto Eugenio Guglielmi.
La presentazione è iniziata con la proiezione di un'immagine emblematica: la basilica di San Benedetto a Norcia, distrutta dal recente sisma che ha colpito il centro Italia. "Le origini di San Benedetto e Santa Scolastica, sua gemella, partono da qui, da questa basilica ormai rasa al suolo dal terremoto, e anche l'ordine si possa dire origini proprio da questa chiesa. Per i monaci benedettini ogni luogo della loro vita assume un'importanza fondamentale: lo diceva anche il loro fondatore con la Stabilitatis locis.", ha esordito la scrittrice. Ed è proprio per questo che è stato fatto un certosino lavoro di ricostruzione, partendo da una tesi di laurea del politecnico di Milano scritta negli anni cinquanta.
"Il primo problema che abbiamo affrontato durante la raccolta del materiale è stato quello della definizione dell'area geografica: cosa intendiamo per Brianza? - ha continuato Chiara - alla fine siamo arrivati a una definizione geografica del territorio, che poi è divenuta "automatica" una volta ricostruita la presenza dei monasteri: partendo da un elenco, siamo arrivati a censire ben ventisette monasteri femminili nella zona, quindi un bel numero. Questa ricostruzione è stata fatta tramite diversi archivi, come l'archivio Diocesano di Milano e l'archivio Plebano di Vimercate, integrate anche con una documentazione fotografica presa dalla galleria Bertarelli di Milano".
L'autrice si è poi soffermata sulla travagliata storia che alcuni monasteri della zona hanno avuto, come quello della Bernaga Inferiore di Perego e quello di Cremella, che si narra essere stato fondato nel 602 dalla regina Teodolinda, quindi nell'epoca longobarda. "San Carlo Borromeo, pioniere milanese della controriforma voluta dal Concilio di Trento, indicò la soppressione di quattro monasteri benedettini della zona, che non rispettavano appieno la regola di vita: questa soppressione fu poi negata in quanto la competenza di tali monasteri era della Santa Sede, e non quindi dell'Arcidiocesi di Milano. Con l'arrivo di Napoleone Bonaparte, però, ogni monastero fu indistintamente chiuso. Solo il Monastero della Bernaga Superiore, a Perego, fu riaperto dopo molti anni, anche se non dalle Benedettine ma dalle Romite Ambrosiane".
Monastero la cui costruzione nella sede attuale, resasi necessaria dalla presenza, secondo documenti storici, di ben sessanta monache, è iniziata il 28 settembre 1628, con la posa della prima pietra alla presenza di Federico Borromeo. La scrittrice, infine, ha rivolto un invito a tutti i partecipanti: visitare questi monasteri, veri e propri patrimoni artistici nel cuore del nostro territorio.
La presentazione è iniziata con la proiezione di un'immagine emblematica: la basilica di San Benedetto a Norcia, distrutta dal recente sisma che ha colpito il centro Italia. "Le origini di San Benedetto e Santa Scolastica, sua gemella, partono da qui, da questa basilica ormai rasa al suolo dal terremoto, e anche l'ordine si possa dire origini proprio da questa chiesa. Per i monaci benedettini ogni luogo della loro vita assume un'importanza fondamentale: lo diceva anche il loro fondatore con la Stabilitatis locis.", ha esordito la scrittrice. Ed è proprio per questo che è stato fatto un certosino lavoro di ricostruzione, partendo da una tesi di laurea del politecnico di Milano scritta negli anni cinquanta.
L'autrice del volume Chiara Meroni con il sindaco Roberta Trabucchi
"Il primo problema che abbiamo affrontato durante la raccolta del materiale è stato quello della definizione dell'area geografica: cosa intendiamo per Brianza? - ha continuato Chiara - alla fine siamo arrivati a una definizione geografica del territorio, che poi è divenuta "automatica" una volta ricostruita la presenza dei monasteri: partendo da un elenco, siamo arrivati a censire ben ventisette monasteri femminili nella zona, quindi un bel numero. Questa ricostruzione è stata fatta tramite diversi archivi, come l'archivio Diocesano di Milano e l'archivio Plebano di Vimercate, integrate anche con una documentazione fotografica presa dalla galleria Bertarelli di Milano".
L'autrice si è poi soffermata sulla travagliata storia che alcuni monasteri della zona hanno avuto, come quello della Bernaga Inferiore di Perego e quello di Cremella, che si narra essere stato fondato nel 602 dalla regina Teodolinda, quindi nell'epoca longobarda. "San Carlo Borromeo, pioniere milanese della controriforma voluta dal Concilio di Trento, indicò la soppressione di quattro monasteri benedettini della zona, che non rispettavano appieno la regola di vita: questa soppressione fu poi negata in quanto la competenza di tali monasteri era della Santa Sede, e non quindi dell'Arcidiocesi di Milano. Con l'arrivo di Napoleone Bonaparte, però, ogni monastero fu indistintamente chiuso. Solo il Monastero della Bernaga Superiore, a Perego, fu riaperto dopo molti anni, anche se non dalle Benedettine ma dalle Romite Ambrosiane".
Monastero la cui costruzione nella sede attuale, resasi necessaria dalla presenza, secondo documenti storici, di ben sessanta monache, è iniziata il 28 settembre 1628, con la posa della prima pietra alla presenza di Federico Borromeo. La scrittrice, infine, ha rivolto un invito a tutti i partecipanti: visitare questi monasteri, veri e propri patrimoni artistici nel cuore del nostro territorio.
Stefano Riva