Merate: una serata con sei esperti medici per parlare di celiachia. Cause, diagnosi, rimedi e alimentazione i temi
Un convegno per spiegare che cos'è la celiachia, come si diagnostica e come si cura. È questo l'evento organizzato dall'Associazione Italiana Celiachia svoltosi nella serata di venerdì 28 ottobre in sala civica a Merate. Con l'intervento di massimi esperti nel campo, si è cercato di fare chiarezza su un problema che, ormai, non colpisce più solamente i bambini ma anche gli adulti, con un'incidenza di un caso ogni cento persone.
Il primo intervento è toccato a Isidoro Piarulli, presidente di AIC Lombardia. "La nostra associazione nasce nel 1979, grazie a un gruppo di genitori e professori - ha esordito - Attualmente è composta da venti associazioni regionali, tutte associate a AOECS, referente a livello europeo. Il nostro scopo principale è quello di migliorare la vita quotidiana del paziente celiaco, non solo in casa, ma anche fuori: abbiamo istruito sul tema circa quattrocento strutture in Lombardia di cui quattordici in provincia di Lecco, ma contiamo di estendere il range in modo tale da avere sempre una più capillare diffusione dei ristoranti convenzionati". L'intervento successivo è toccato al prof. Gian Vincenzo Zuccotti, direttore della clinica pediatrica dell'ospedale dei bambini "Vittore Buzzi" di Milano, che ha illustrato in particolar modo l'epidemiologia della malattia celiaca: "Fino al 1980 - ha affermato il professore - si pensava che la celiachia fosse una malattia rara, esclusivamente pediatrica, relativa al malassorbimento intestinale, facile da diagnosticare. Negli ultimi anni, invece, si è verificato un aumento dell'incidenza, anche se studi recenti accertano che si tratta ancora di una patologia sottodiagnosticata. Nel nostro paese l'incidenza è meno dell'uno percento, ma in alcuni paesi come l'India si arriva al nove percento.".
La parola è poi passata alla dottoressa Jonia Campanella, dirigente medico presso l'ospedale Borella di Giussano (MB), che ha illustrato in particolar modo le cause che possono condurre a sviluppare la malattia celiaca. "I fattori che tendono a far sviluppare la patologia sono numerosi, variano da ambientali a genetici fino a immunologici. Attraverso specifiche analisi del sangue si può arrivare a formulare una diagnosi certa. La malattia si presenta omogeneamente distribuita lungo tutto lo stivale, andando a colpire per la maggior parte persone di sesso femminile. Si può presentare con diversi sintomi, sia gastrointestinali, come nausea, vomito, alvo diarroico e meteorismo, che extra intestinali, come osteopenia, osteoporosi, anemia e menarca tardivo. Esistono inoltre diverse forme di celiachia: una classica, con i tradizionali sintomi di malassorbimento, una atipica, con sintomi transitori, e una silente, che si presenta asintomatica.". La dottoressa ha concluso il suo intervento illustrando le complicazioni che si possono presentare anche se si attua l'unica terapia, ovvero la dieta senza glutine: "Queste complicanze riguardano gli adulti, e sono sostanzialmente tre: la prima è la celiachia refrattaria, ovvero la presenza di lesioni nel piccolo intestino dopo dodici mesi di dieta senza glutine. La seconda, e più grave, è il linfoma T, un tumore maligno del piccolo intestino. L'ultima, l'atrofia splenica, riguarda la milza, che subisce un rimpicciolimento. Per questi motivi è importante una diagnosi più precoce possibile e poi un follow-up adeguato a ciascun paziente".
Dopo gli interventi della dr.ssa Alessio dell'ASST di Bergamo e del dr. Gatti dell'ASST di Vimercate, il microfono è passato alla dr. Dario Dilillo, membro dell'équipe del prof. Zuccotti, che ha illustrato la NCGS, ovvero la non-coeliac gluten sensitivity. "Abbiamo ancora poche informazioni su questa patologia - afferma il medico - Si tratta di un'intolleranza al glutine in mancanza, però, di risposta a marcatori sierologici o istopatologici, quando la celiachia è stata quindi già esclusa. La fisiopatologia di questa malattia è molto complessa, presenta sintomi simili a quelli della celiachia, non solo intestinali ma anche, ad esempio, psichiatrici. Se il paziente, dopo aver provato il trattamento previsto per la celiachia, ovvero la dieta priva di glutine, ottiene un miglioramento del trenta percento, si ha la diagnosi di NCGS. Diagnosi che andrà poi verificata dopo un periodo di reintroduzione del glutine nella dieta". La serata è poi proseguita con l'intervento della dietista di AIC Lombardia, la dr.ssa Lavinia Cappella, che ha spiegato in cosa consiste la dieta senza glutine e ha sfatato diversi miti. Dopo un breve dibattito tra il pubblico intervenuto e i relatori, la serata si è conclusa con l'intervento di uno dei referenti provinciali dell'associazione, Giampiero Origo, che ha ricordato due appuntamenti importanti: il desk informativo presso l'ospedale di Merate del prossimo dodici novembre e il pranzo di Natale, fissato per il quattro dicembre presso il ristorante "La Locanda" di Olginate.
Articoli correlati
Da sinistra il dr. DArio Dilillo, la dottoressa Campanella, il dr. Mario Gatti, il prof. Vincenzo Zuccotti, la dott.ssa Lavinia Cappella,
la dott.ssa Maria Grazia Alessio e il presidente di AIC Lombardia Isidoro Piarulli
la dott.ssa Maria Grazia Alessio e il presidente di AIC Lombardia Isidoro Piarulli
Il primo intervento è toccato a Isidoro Piarulli, presidente di AIC Lombardia. "La nostra associazione nasce nel 1979, grazie a un gruppo di genitori e professori - ha esordito - Attualmente è composta da venti associazioni regionali, tutte associate a AOECS, referente a livello europeo. Il nostro scopo principale è quello di migliorare la vita quotidiana del paziente celiaco, non solo in casa, ma anche fuori: abbiamo istruito sul tema circa quattrocento strutture in Lombardia di cui quattordici in provincia di Lecco, ma contiamo di estendere il range in modo tale da avere sempre una più capillare diffusione dei ristoranti convenzionati". L'intervento successivo è toccato al prof. Gian Vincenzo Zuccotti, direttore della clinica pediatrica dell'ospedale dei bambini "Vittore Buzzi" di Milano, che ha illustrato in particolar modo l'epidemiologia della malattia celiaca: "Fino al 1980 - ha affermato il professore - si pensava che la celiachia fosse una malattia rara, esclusivamente pediatrica, relativa al malassorbimento intestinale, facile da diagnosticare. Negli ultimi anni, invece, si è verificato un aumento dell'incidenza, anche se studi recenti accertano che si tratta ancora di una patologia sottodiagnosticata. Nel nostro paese l'incidenza è meno dell'uno percento, ma in alcuni paesi come l'India si arriva al nove percento.".
La parola è poi passata alla dottoressa Jonia Campanella, dirigente medico presso l'ospedale Borella di Giussano (MB), che ha illustrato in particolar modo le cause che possono condurre a sviluppare la malattia celiaca. "I fattori che tendono a far sviluppare la patologia sono numerosi, variano da ambientali a genetici fino a immunologici. Attraverso specifiche analisi del sangue si può arrivare a formulare una diagnosi certa. La malattia si presenta omogeneamente distribuita lungo tutto lo stivale, andando a colpire per la maggior parte persone di sesso femminile. Si può presentare con diversi sintomi, sia gastrointestinali, come nausea, vomito, alvo diarroico e meteorismo, che extra intestinali, come osteopenia, osteoporosi, anemia e menarca tardivo. Esistono inoltre diverse forme di celiachia: una classica, con i tradizionali sintomi di malassorbimento, una atipica, con sintomi transitori, e una silente, che si presenta asintomatica.". La dottoressa ha concluso il suo intervento illustrando le complicazioni che si possono presentare anche se si attua l'unica terapia, ovvero la dieta senza glutine: "Queste complicanze riguardano gli adulti, e sono sostanzialmente tre: la prima è la celiachia refrattaria, ovvero la presenza di lesioni nel piccolo intestino dopo dodici mesi di dieta senza glutine. La seconda, e più grave, è il linfoma T, un tumore maligno del piccolo intestino. L'ultima, l'atrofia splenica, riguarda la milza, che subisce un rimpicciolimento. Per questi motivi è importante una diagnosi più precoce possibile e poi un follow-up adeguato a ciascun paziente".
Il dr. Dilillo, la dottoressa Campanella e il prof. Zuccotti
Dopo gli interventi della dr.ssa Alessio dell'ASST di Bergamo e del dr. Gatti dell'ASST di Vimercate, il microfono è passato alla dr. Dario Dilillo, membro dell'équipe del prof. Zuccotti, che ha illustrato la NCGS, ovvero la non-coeliac gluten sensitivity. "Abbiamo ancora poche informazioni su questa patologia - afferma il medico - Si tratta di un'intolleranza al glutine in mancanza, però, di risposta a marcatori sierologici o istopatologici, quando la celiachia è stata quindi già esclusa. La fisiopatologia di questa malattia è molto complessa, presenta sintomi simili a quelli della celiachia, non solo intestinali ma anche, ad esempio, psichiatrici. Se il paziente, dopo aver provato il trattamento previsto per la celiachia, ovvero la dieta priva di glutine, ottiene un miglioramento del trenta percento, si ha la diagnosi di NCGS. Diagnosi che andrà poi verificata dopo un periodo di reintroduzione del glutine nella dieta". La serata è poi proseguita con l'intervento della dietista di AIC Lombardia, la dr.ssa Lavinia Cappella, che ha spiegato in cosa consiste la dieta senza glutine e ha sfatato diversi miti. Dopo un breve dibattito tra il pubblico intervenuto e i relatori, la serata si è conclusa con l'intervento di uno dei referenti provinciali dell'associazione, Giampiero Origo, che ha ricordato due appuntamenti importanti: il desk informativo presso l'ospedale di Merate del prossimo dodici novembre e il pranzo di Natale, fissato per il quattro dicembre presso il ristorante "La Locanda" di Olginate.
Articoli correlati
Stefano Riva