Il percorso di diagnosi della malattia con test di laboratorio

La dr.ssa Maria Grazia Alessio
L'intervento della dr.ssa Maria Grazia Alessio, Medico Responsabile dell’Area Specialistica e del settore di Autoimmunologia del Laboratorio di Analisi Chimico Cliniche dell'ASST "Giovanni XXIII" di Bergamo, ha riguardato l'iter che porta alla diagnosi della celiachia, ora regolato da un apposito protocollo da seguire istituito su base regionale, basato su un algoritmo comprendente diversi test sierologici, effettuati direttamente dal laboratorio analisi senza bisogno dell'intervento del medico. "La celiachia è una malattia che si può curare, ma da cui non si può però guarire - spiega l'esperta - Ci sono più di quaranta geni coinvolti, e questo spiega le diverse manifestazioni della malattia. Si inizia testando la positività degli alleli HLA tipo 2 e HLA tipo 8, anche se la loro presenza non è un fattore vincolante per la diagnosi: su trentacinque casi accertati, solo un paziente era celiaco. Rappresenta quindi un fattore di rischio, che va a combinarsi ad altre cause. Con la malattia celiaca si ha un'alterazione della permeabilità intestinale, con il glutine che si va a depositare nella sottomucosa provocando la reazione del sistema immunitario.". Il medico ha poi spiegato a chi è consigliata l'effettuazione del test: "È consigliata l'effettuazione del test anzitutto a coloro che abbiano almeno un caso di celiachia in famiglia, anche se non è l'unico fattore di rischio. Malattie come il diabete mellito di tipo uno, la tiroidite autoimmune, le sindromi di Down, Turner e Williams e il deficit di immunoglobuline sono altri fattori predisponenti alla malattia.". L'intervento si è poi concluso con le indicazioni su un adeguato follow-up, che ha come punto fondamentale visite ed esami periodici presso un centro specializzato.

S.R.
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