Cernusco: Emanuela Beretta Molla e la sua mamma Santa, morta per metterla al mondo, testimone di amore e gioia

Santa Gianna Beretta Molla


"Una famiglia normale: santa". Questo il titolo dell'incontro che si è tenuto sabato sera, presentato da Don Alfredo Maggioni, al cineteatro San Luigi di Cernusco con Emanuela Gianna Molla, la figlia della Santa Gianna Beretta Molla. La serata ha dato il via alla settimana di festeggiamenti per i 110 anni di consacrazione della chiesa parrocchiale San Giovanni Battista e la stessa Emanuela Molla si è detta "contenta di festeggiare questa ricorrenza con voi, infatti la mia mamma è stata battezzata con il nome di Giovanna Francesca. Inoltre oggi ricorre San Giovanni Paolo II, il Papa che l'ha beatificata nel 1994 e poi santificata nel 2004".

La figlia ha raccontato la vita di sua madre Gianna partendo dalla nascita, passando all'adolescenza e raccontando soprattutto la vita di coppia con il padre, l'ingegnere Pietro Molla. È su quest'ultimo aspetto in particolare che si è soffermata, sottolineando come l'amore dei suoi genitori fosse forte e avesse le basi su una ancora più forte fede in Dio e in Cristo. "Mia mamma, una volta capito che voleva creare una famiglia tutta sua, ha fatto un viaggio a Lourdes dove ha tanto pregato la Madonna, a cui era molto devota, affinchè le facesse incontrare un uomo degno di essere il padre dei suoi figli. Allo stesso tempo, proprio in quegli stessi giorni, il mio papà stava pregando la Madonna a Magenta affinchè le facesse incontrare una donna che fosse degna di essere "una mamma santa per i suoi figli". Così poco tempo dopo, nel 1954 i due si incontrano in occasione della festa dell'Immacolata e da lì hanno iniziato a frequentarsi: hanno festeggiato insieme l'anno nuovo ed è iniziata tra i due una corrispondenza via lettera".

Emanuela Gianna Molla


Nel corso della serata infatti Emanuela Gianna ha letto alcune lettere che i suoi genitori si sono scambiati durante il periodo di fidanzamento e durante il matrimonio, quando suo padre era costretto a viaggiare per lavoro. Ha raccontato di come sia riuscita a scoprire molti aspetti di sua mamma stando accanto al papà nei suoi ultimi anni di vita, essendosi ammalato e necessitando giorno e notte assistenza, al punto da decidere di abbandonare il suo lavoro di medico geriatra per stargli accanto. Quelle lettere sono state poi pubblicate in un libro e da esse si evince in modo chiaro la fede dei suoi genitori. Il pubblico ha ascoltato con interesse la loro lettura, sorridendo anche quando Emanuela Gianna, leggendo le prime lettere che si sono scambiati, ha affermato: "mio papà nella sua prima lettera è stato formalissimo: l'ha chiamata "Dottoressa Gianna" ed è stato un po' distaccato. La mia mamma invece non si è persa molto in formalismi e si è dichiarata immediatamente: vi lascio immaginare lo stupore del mio papà, che ovviamente nella lettera successiva si è scusato per essere stato anticipato nella dichiarazione".


Emanuela Gianna, per chi non conoscesse la sua storia, è nata grazie al sacrificio di sua madre. Dopo due aborti spontanei, Gianna Beretta Molla è riuscita a rimanere incinta del quarto bimbo "perchè voleva dare un fratellino a mio fratello Pierluigi". Al secondo mese però, nel settembre del 1961, mentre si trovava in vacanza in montagna con la famiglia, le è comparsa una tumefazione addominale. Ricoverata a Monza, le viene diagnosticato un fibroma uterino, un tumore benigno. "La mia Santa mamma aveva tre possibilità di scelta: o sottoporsi ad una isterectomia (l'asportazione dell'utero) e vivere tranquillamente tutta la vita, senza però poter dare alla luce altri figli, rimuovere chirurgicamente e in modo sicuro il tumore ma abortendo prima della operazione oppure tentare la rimozione chirurgica del tumore senza però intaccare la gravidanza, mettendo così a rischio la sua vita, poichè era possibile che durante la gravidanza la cicatrice potesse cedere. Lei sapeva benissimo cosa voleva: infatti, poco prima del parto, sette mesi dopo l'operazione, disse a mio padre: se dovete scegliere tra me e il bimbo scegliete lui". Il 20 aprile del 1962, venerdì santo, Gianna viene ricoverata all'ospedale San Gerardo di Monza; le viene indotto il parto, poichè i medici avevano ritenuto che il parto naturale potesse essere la via meno rischiosa. La mattina del 21 aprile Gianna dà alla luce Emanuela con un parto cesareo e da quel giorno inizia quello che sua figlia ha chiamato "il suo calvario".


Già dopo qualche ora infatti le condizioni generali di Gianna si aggravano: febbre sempre più elevata e sofferenze addominali atroci da peritonite settica; la sua situazione peggiora giorno dopo giorno ma, anche negli attimi di sofferenza più duri, lei invoca sempre "Gesù ti amo, Gesù ti amo". Una settimana dopo il parto Gianna muore nella sua casa coniugale. "Vi confesso che quando ero più piccola mi sentivo enormemente in colpa per i miei fratelli e per mio papà perché gli avevo tolto l'amore della mamma" ha dichiarato Emanuela Gianna, "ma poi, crescendo, il mio papà è stato in grado di farmi capire che lei avrebbe fatto la stessa cosa per i miei fratelli: l'amore per la vita era così importante per lei che avrebbe ripetuto lo stesso sacrificio per qualsiasi persona". Nei successivi 48 anni il padre di Emanuela vive senza sua moglie ma, come ha affermato lei stessa, "l'amore vince sopra tutto, anche la morte. Noi sentivamo sempre la presenza della mamma, la pregavamo e lei ci ha sempre ascoltato ed aiutato. E tutt'ora, con il mio papà, ci ascolta e protegge". Poi ha proseguito il suo racconto narrando della causa di beatificazione: "è stato Paolo VI a volere che venisse avviata la causa; lui riteneva che la Chiesa avesse bisogno non solo di Santi che fossero preti o suore, la Chiesa aveva bisogno di Santi laici. Mio papà è stato molto combattuto all'inizio perché è sempre stato molto riservato, ma poi ha capito che l'amore di sua moglie andava portato in tutto il mondo. Il messaggio di mamma Gianna è molto completo: è un messaggio semplice e fondamentale, che si basa sulla vita famigliare e cristiana di tutti i giorni e parla della gioia e dell'amore dei genitori per i propri figli".

Le sorelle Laura, Emanuela e Don Alfredo


A Santa Gianna Beretta Molla sono dedicate circa 20 chiese in tutto il mondo, davvero tante per un santo laico. "La diocesi di Milano, la più numerosa, conta pochissimi santi" ha continuato Emanuela Gianna, "pensate che io a volte mi stupisco se considero che la mia mamma, dopo 400 anni, è la più recente Santa proveniente da questa diocesi, dopo San Carlo Borromeo. E mi emoziono a pensare che lei sia proclamata Santa e personaggi illustri come il Cardinale Schuster sono "solo" beati. Io e i miei tre fratelli siamo gli unici figli di Santi al mondo ed è per questo che io dedico la mia vita a portare in tutto il mondo il messaggio di mia mamma". Don Alfredo ha poi aggiunto che Emanuela Gianna, in tutto il 2016, ha tenuto solo 3 conferenze in Italia, ed una è proprio quella di Cernusco. Le domande del pubblico hanno concluso la serata, chiusa con un grande applauso da parte di tutti i presenti.
Beatrice Frigerio
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