Merate: il concerto del Coro La torr per i suoi quarant'anni emoziona il pubblico
Quando l'amicizia si unisce alla passione, nascono davvero le cose più grandi. E quando questa passione è proprio la musica, il risultato è davvero capace di emozionare. Il coro "la Torr" di Merate è proprio questo: un gruppo di coristi che, prima di tutto, sono amici. Amici che condividono una passione forte e potente come la musica. Quest'anno il coro ha compiuto 40 anni, ma il regalo l'hanno fatto a noi.
Nove mesi fa hanno infatti cominciato a preparare un concerto, tenutosi ieri pomeriggio presso l'Auditorium comunale di Merate, col fine di far conoscere al pubblico la loro musica e la loro storia in modo che anche noi, insieme a loro, abbiamo potuto ripercorrere passo dopo passo il lungo cammino che li ha portati fino ad oggi. Il coro è nato nel 1976 non senza difficoltà: era composto da trenta uomini con la stessa passione per la musica corale, ma ancora privi di un'identità fondante.La presenza di Giuseppe Caldirola alla guida, con la pazienza e il carisma che da sempre lo hanno caratterizzato, furono requisiti fondamentali per la nascita del coro e per la scoperta di una propria identità. Scelsero un nome che richiamasse la torre annessa al Castello Prinetti, che è anche il simbolo storico di Merate, luogo in cui il coro ha preso vita. Da lì in avanti non si sono più fermati, i presidenti sono cambiati, qualche corista se n'è andato, qualcuno continua tuttora a cantare... ma ciò che conta è che l'identità è rimasta la stessa, e non ha ancora smesso di far echeggiare la propria voce per le strade di Merate (e non solo!).
Il concerto di ieri è stato organizzato con il patrocinio del Comune di Merate ed è stato diretto dal maestro Giuliana Scaccabarozzi. Nella prima parte del concerto sono stati proposti brani del periodo rinascimentale, quali "So ben mi c'ha bon tempo" di Orazio Vcchi, "Amor vittorioso" di Giovanni Giacomo Gastoldi e "Contrappunto bestiale della mente" di Adriano Banchieri.
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Il concerto è poi proseguito con dei brani di repertorio colto classico come "Sei pezzi per piano Op. 118" di Johannes Brahms eseguito dal Maestro pianista Gabriel Nicotra e "Romanza Op. 36" eseguito sempre dal Maestro Gabriel Nicotra insieme al Maestro cornista Claudio Martini. Infine, nella terza parte del concerto, il coro ha proposto canzoni popolari d'autore e della tradizione folclorica, come canzoni folk statunitensi e irlandesi, "Geordie" di Fabrizio De André e "Maria Lassù" di Bepi De Marzi.
A ciascuno dei due coristi è stata infatti consegnata una targa di riconoscimento. "Ma, soprattutto, un grazie speciale va al Consiglio Direttivo del coro, costituito da coristi e da genitori che vedono quest'attività non come una professione, ma come una vera e propria passione", ha continuato Giuseppe Carmagnani. "In particolare, ringrazio Elisa e Andrea, con i quali scambio idee, pareri e sensazioni per il bene dell'associazione. Per questo motivo, ci tengo a precisare che la nostra è una presidenza "a tre teste". Infine, dedico un grazie di cuore anche all'assessore Giusi Spezzaferri, con la quale ho avuto il piacere di collaborare professionalmente. In lei non ho trovato un mero ente amministrativo: al contrario, l'ho riscoperta una persona veramente appassionata della nostra musica, sempre pronta a spronarci e ad aiutarci in tutti i modi. Basti pensare che persino stamattina, quando ci siamo trovati alle 9:30 per la preparazione del concerto, Giusi ci è venuta a trovare per farci gli auguri e per darci una mano."
Giuseppe Caldirola ha concluso il discorso invitando sul palco tutti gli ex coristi per l'esecuzione di "Signore delle cime", dedicato a tutti i "latorriani" che sono "andati avanti". "Non è un canto di disperazione", ha precisato Giuseppe, "ma di speranza. Quando cantiamo questa canzone vediamo le persone che non sono più qua con noi in un futuro fatto di speranze. "Lascialo andare su nel Paradiso", recita infatti la canzone." Il Coro La Torr ha concluso il concerto così, con un palco gremito di gente, unita dalla musica e dall'amicizia. Un gruppo di amici che cantano all'unisono una canzone carica di speranza, ricordando il passato ma guardando al futuro di un coro che ha ancora tanto da raccontare, attraverso la musica.
Nove mesi fa hanno infatti cominciato a preparare un concerto, tenutosi ieri pomeriggio presso l'Auditorium comunale di Merate, col fine di far conoscere al pubblico la loro musica e la loro storia in modo che anche noi, insieme a loro, abbiamo potuto ripercorrere passo dopo passo il lungo cammino che li ha portati fino ad oggi. Il coro è nato nel 1976 non senza difficoltà: era composto da trenta uomini con la stessa passione per la musica corale, ma ancora privi di un'identità fondante.La presenza di Giuseppe Caldirola alla guida, con la pazienza e il carisma che da sempre lo hanno caratterizzato, furono requisiti fondamentali per la nascita del coro e per la scoperta di una propria identità. Scelsero un nome che richiamasse la torre annessa al Castello Prinetti, che è anche il simbolo storico di Merate, luogo in cui il coro ha preso vita. Da lì in avanti non si sono più fermati, i presidenti sono cambiati, qualche corista se n'è andato, qualcuno continua tuttora a cantare... ma ciò che conta è che l'identità è rimasta la stessa, e non ha ancora smesso di far echeggiare la propria voce per le strade di Merate (e non solo!).
Il concerto di ieri è stato organizzato con il patrocinio del Comune di Merate ed è stato diretto dal maestro Giuliana Scaccabarozzi. Nella prima parte del concerto sono stati proposti brani del periodo rinascimentale, quali "So ben mi c'ha bon tempo" di Orazio Vcchi, "Amor vittorioso" di Giovanni Giacomo Gastoldi e "Contrappunto bestiale della mente" di Adriano Banchieri.
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Il concerto è poi proseguito con dei brani di repertorio colto classico come "Sei pezzi per piano Op. 118" di Johannes Brahms eseguito dal Maestro pianista Gabriel Nicotra e "Romanza Op. 36" eseguito sempre dal Maestro Gabriel Nicotra insieme al Maestro cornista Claudio Martini. Infine, nella terza parte del concerto, il coro ha proposto canzoni popolari d'autore e della tradizione folclorica, come canzoni folk statunitensi e irlandesi, "Geordie" di Fabrizio De André e "Maria Lassù" di Bepi De Marzi.
Ha preso poi la parola l'attuale presidente del coro Giuseppe Carmagnani, ringraziando il pubblico per la partecipazione alla festa e, soprattutto, tutti coloro che hanno preso parte alla realizzazione del concerto: "A dire il vero, noi coristi stiamo festeggiando i 40 anni del nostro coro già da novembre dell'anno scorso. È stato un anno gremito di eventi, che ha visto il suo apice nel concerto di oggi. Per questo voglio ringraziare tutti voi per l'affetto e l'interesse che avete dimostrato nei nostri confronti. Ringrazio inoltre i Maestri Claudio Martini e Gabriel Nicotra: la loro partecipazione oggi è un vero e proprio regalo per tutti i coristi. Grazie anche al Maestro Giuliana Scaccabarozzi che, dopo Giuseppe Caldirola, quattro anni fa ha preso in mano la direzione del coro e ha permesso un vero e proprio cambio generazionale. Giuseppe Caldirola, infatti, ha deciso di dimettersi dal ruolo di direttore perché fermamente convinto della capacità di Giuliana di attuare all'interno del coro una rivoluzione. E così è stato: Giuliana è stata davvero in grado di introdurre un consistente numero di giovani coristi, infondendo loro il coraggio e l'entusiasmo di cui avevano bisogno. Giuseppe, tuttavia, nonostante abbia lasciato l'attività, non ha mai davvero lasciato il coro: egli continua infatti a sostenerci e a consigliarci, e tutt'oggi lo sentiamo molto vicino. Un aspetto particolare del nostro coro è la presenza, oltre alla parte "giovane", di alcuni coristi che cantano in questo coro fin dagli albori della sua costituzione. Ambrogio e Pieralberto sono le vere colonne portanti del nostro gruppo e oggi più che mai vogliamo festeggiare i loro 40 anni di appartenenza al coro."
Guiseppe Carmagnani consegna il riconoscimento ad Ambrogio e Pieralberto
A ciascuno dei due coristi è stata infatti consegnata una targa di riconoscimento. "Ma, soprattutto, un grazie speciale va al Consiglio Direttivo del coro, costituito da coristi e da genitori che vedono quest'attività non come una professione, ma come una vera e propria passione", ha continuato Giuseppe Carmagnani. "In particolare, ringrazio Elisa e Andrea, con i quali scambio idee, pareri e sensazioni per il bene dell'associazione. Per questo motivo, ci tengo a precisare che la nostra è una presidenza "a tre teste". Infine, dedico un grazie di cuore anche all'assessore Giusi Spezzaferri, con la quale ho avuto il piacere di collaborare professionalmente. In lei non ho trovato un mero ente amministrativo: al contrario, l'ho riscoperta una persona veramente appassionata della nostra musica, sempre pronta a spronarci e ad aiutarci in tutti i modi. Basti pensare che persino stamattina, quando ci siamo trovati alle 9:30 per la preparazione del concerto, Giusi ci è venuta a trovare per farci gli auguri e per darci una mano."
Il maestro Giuseppe Caldirola
La parola è quindi passata all'assessore Giusi Spezzaferri, che ha espresso la propria gratitudine nei confronti del presidente e di tutto il coro: "Innanzitutto vi porgo le scuse da parte del sindaco, che purtroppo a causa di un imprevisto non è riuscito ad essere presente al concerto. Il mio grazie va a Giuseppe per le parole davvero emozionanti. L'amicizia che è nata tra me e questo coro mi riempie di gioia, perché è un'amicizia che nasce dalla passione che tutti condividiamo: quella per la musica. Avendo io stessa un passato da corista, tengo a questo coro in maniera particolare. La caratteristica che più mi piace di tutti loro è la capacità di vivere lo stare insieme, non solo facendo musica, ma anche per amicizia. Questo coro è l'ennesima testimonianza della capacità della musica di segnare la vita e creare legami. Mi dispiace che ad oggi c'è il rischio che questo coro rimanga senza sede: io personalmente farò di tutto per evitare che accada. Sono sicura, in ogni caso, che questo coro non si estinguerà: mi fa piacere notare che le madri che sono state parte del coro abbiano inserito a loro volta i propri figli all'interno di esso. Per questo vi dico grazie: grazie perché anche per merito vostro la musica potrà continuare a vivere a Merate!"Il presidente Giuseppe Carmagnani ha successivamente invitato sul palco l'ex direttore e tra i fondatori del coro Giuseppe Caldirola, il quale ha ricordato i presidenti e i coristi scomparsi: "Per dirla "all'alpina", ci tengo a ricordare quelli che sono andati avanti. Essendo uno dei fondatori del coro, posso dire "io c'ero". Posso dire di aver visto coi miei occhi coloro grazie ai quali è stato possibile tutto questo. Posso dire di ricordare con precisione tutte le loro facce, ognuno con la propria storia. Permettetemi, dunque, di dare libero sfogo ai ricordi, in modo che il ricordo del passato possa darci le basi per un futuro migliore; in modo che possiamo imparare da loro per il coro e per la vita personale. Inizierei ricordando i primi presidenti Leopoldo "Dino" Nava, Silvio Mandelli e Pinuccio Casati, che hanno preso le redini del coro dal 1976 al 1981. E ancora, i presidenti dell'epoca d'oro, nel periodo delle grandi trasferte, che si sono susseguiti nel corso degli anni: Antonio Morganti, Giuseppe Ghezzi, che è stato anche il nostro sindaco, Paolo Bonanomi e Pieralberto Villa, che tuttora canta nel coro. Vorrei ricordare anche i componenti del primo nucleo del coro, coloro i quali hanno posto le basi per la nascita della nostra realtà. Mario Milani è stato il primo defunto del coro. Aveva 73 anni quando io, solo diciassettenne, ho incominciato a dirigere il coro. Una persona eccezionale: conosceva la musica molto meglio di me, eppure non ha mai detto una parola per contraddire qualche mio rimprovero. E ancora, Mario Villa, Marino e Battista Ravasi, Dante Morandini (la più bella voce di basso naturale che io abbia mai sentito in vita mia), Luigi "Luigino" Panzeri e Antonio Nava. Vorrei inoltre ricordare i defunti Pietro "Pierino" Nava, Antonio Maggioni, Mario Massarenti, Luigi "Gigio" Maggioni, Filippo Bosisio, Adriano Merli, Luigi Mandelli (il più anziano, ha cantato fino a 83 anni), Angelo Ghezzi, Bruno Gasparini, Angelo Gerosa (sacrista della parrocchia), Gerolamo Sala, Bruno Pozzoni, Carlo Frai, Angelo Riva, Rino Perego, Romano Cogliati, Pierino Brivio e Carla Gargarone."
Giuseppe Caldirola ha concluso il discorso invitando sul palco tutti gli ex coristi per l'esecuzione di "Signore delle cime", dedicato a tutti i "latorriani" che sono "andati avanti". "Non è un canto di disperazione", ha precisato Giuseppe, "ma di speranza. Quando cantiamo questa canzone vediamo le persone che non sono più qua con noi in un futuro fatto di speranze. "Lascialo andare su nel Paradiso", recita infatti la canzone." Il Coro La Torr ha concluso il concerto così, con un palco gremito di gente, unita dalla musica e dall'amicizia. Un gruppo di amici che cantano all'unisono una canzone carica di speranza, ricordando il passato ma guardando al futuro di un coro che ha ancora tanto da raccontare, attraverso la musica.
Il pranzo di coristi e sostenitori alla Torre di Merate
Benedetta Ghezzi