Mandic, Scorzelli sul POAS: un'occasione andata perduta

Francesco Scorzelli
Il dissidente è lui, Francesco Scorzelli, caposala di pronto soccorso ma soprattutto catalizzatore del maggior numero di voti alle ultime elezioni sindacali, e per questa ragione presente di diritto alle varie riunioni con la dirigenza e, recentemente, al consiglio dei sanitari dove appunto a fronte di 34 che hanno licenziato favorevolmente la bozza del POAS (Piano di Organizzazione Aziendale), lui l'ha bocciata.

E le ragioni sono diverse. Anzitutto le modalità. "Il documento, che sancisce il futuro dei lavoratori e risolverà i problemi socio sanitari della popolazione afferente alla ASST di Lecco per i prossimi due anni, è stato presentato in meno di tre quarti d'ora, nell'assenza assordante del Direttore Generale, del Direttore Socio Sanitario e della Direttrice Amministrativa, le slides sono state presentate dalla Dott.ssa Pirola, Direttrice Sanitaria Aziendale" ha spiegato "non vi è stato alcun contraddittorio, non si è perso tempo a rispondere alle legittime obiezioni sollevate dal sottoscritto e non è stata soddisfatta la richiesta di trasmissione preventiva del documento". In una lettera Scorzelli evidenzia diverse manchevolezze o comunque decisioni che, a suo dire non porteranno alcun beneficio e serviranno solo a fare confusione o purtroppo a peggiorare il servizio. Le attività riabilitative sono state distribuite male; la medicina d'urgenza che avrebbe potuto essere strappata al dipartimento medico e consegnata i PS, è rimasta uguale; al presidio di Bellano la dirigenza aziendale ha promesso lo stato di POT (presidi ospedalieri territoriali), ma nei piani di Regione Lombardia ad oggi non c'è traccia di tale progetto. "Era una occasione che si poteva e doveva cogliere e invece nulla" ha sbottato "se poi vogliamo dirla tutta, ad esempio, l'area handicap è rimasta fuori, non ha avuto alcun collocamento...tutto, pare, per una dimenticanza".
Punti che Scorzelli non ha intenzione di far passare sotto traccia perchè per la dirigenza "saranno due anni durissimi".
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