Mandic: da sabato i primi sospetti sulla potenziale scabbia in rianimazione. Una trentina di persone in visita dal dermatologo

La Rianimazione di Merate
Ci potrebbero volere fino a 72 ore prima che il reparto di Rianimazione del Mandic torni operativo.
La decisione, inevitabile, messa in atto già a partire da questo pomeriggio avrà ripercussioni su tutta l'attività del presidio a partire dai casi gravi di emergenza che l'AREU (Azienda Regionale Emergenza Urgenza) è stata allertata ad inviare altrove così come per quelli "critici" di chirurgia che subiranno uno slittamento o un trasferimento. Nel frattempo sono stati messi in atto i protocolli previsti per la sanificazione degli ambienti e, soprattutto, la profilassi su degenti e operatori sanitari. A partire dalle 14 di oggi un dermatologo visiterà una trentina di persone che in questi giorni sono transitate per il reparto, per questioni di lavoro o per degenza. In base alla situazione si deciderà come procedere per ciascun caso. La vicenda risale alla scorsa settimana, a sabato, quando i primi potenziali sintomi hanno iniziato a manifestarsi con piccole lesioni e prurito alla pelle, riconducibili proprio alla scabbia. Nel reparto, infatti, da quanto è stato possibile apprendere, era stato ricoverato un paziente complesso con diverse patologie della pelle che hanno "offuscato" la diagnosi del parassita che si è così diffuso per trasmissione fino a creare un vero e proprio focolaio. Al momento sono 8 i dipendenti della Rianimazione che, presentando sintomi, sono stati sottoposti alla profilassi mentre il paziente denominato "caso indice" è stato trasferito nel reparto infettivi di Lecco dove seguirà uno specifico trattamento. Resta il problema di identificare tutti coloro che, in qualche modo, sono passati dal reparto e potrebbero essere stati contaminati, portando all'esterno il parassita. Soggetti che magari hanno fatto un successivo ricovero in un altro reparto, persone in visita a parenti ricoverati in Rianimazione, personale infermieristico che potrebbe avere contaminato altri pazienti o propri famigliari. Come si legge nella nota diffusa stamattina, a diversi giorni ormai dai primi sintomi manifestati, "sono già stati avviati i lavori di sanificazione di fondo del reparto ed è stata attivata una verifica interna per esaminare e confermare la correttezza delle procedure adottate. Infine è stata inviata una comunicazione ufficiale all'ATS della Brianza per la definizione di un piano di azione condiviso sul territorio, a tutela dei familiari delle persone coinvolte".
Questa mattina all'ultimo piano del Mandic è stato un continuo via vai, con un sopralluogo anche dello stesso direttore generale Stefano Manfredi che, unitamente al direttore sanitario Flavia Pirola e al direttore di Presidio Gedeone Baraldo, ha dovuto prendere la decisione di chiudere "in ingresso" la rianimazione per permettere la sanificazione degli ambienti e la cura delle persone infettate.
S.V.
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