Sociosanitario: si accende lo scontro sulla scelta dei candidati al Consiglio di Rappresentanza. Ancora una volta tra laici e CL

In Lombardia il mese di ottobre si apre all'insegna delle problematiche sanitarie. Il governatore Maroni sta per affidare all'Università statale di Milano il compito di verificare e monitorare la fase di avvio della riforma sociosanitaria lombarda che in molti, peraltro, ritengono avviata verso un binario morto. Anche il nuovo assessore al Welfare Giulio Gallera ha promesso per il prossimo mese il massimo impegno per favorire l'evoluzione del sistema sociosanitario lombardo nel senso voluto dalla riforma.

I Direttori generali di ATS e ASST saranno sollecitati a chiudere entro ottobre il capitolo dei POAS, i Piani di organizzazione aziendali per renderli compatibili con il nuovo corso.

Un ruolo importante in questa fase riguarderà anche i Sindaci chiamati a rinnovare i loro organismi di rappresentanza, il CDR (consiglio di rappresentanza), composto da cinque rappresentanti che eserciteranno di fatto le funzioni attribuite dalla normativa nazionale e regionale all'assemblea dei primi cittadini della ATS, l'Agenzia di Tutela della Salute, che riunisce i comuni della provincia di Monza Brianza e Lecco.

Prima della riforma i "CDR" erano rappresentativi dei Comuni che costituivano le ASL con compiti limitati nel campo sociosanitario. Felice Baio e i suoi predecessori alla presidenza dei Comitati non hanno mai caratterizzato il loro operato in direzione del sociosanitario ritenuto spesso di competenza esclusiva dei Direttori Generali di ASL e Aziende Ospedaliere.

La riforma della sanità lombarda accentua il ruolo dei rappresentanti degli Enti locali. Il CDR della ATS potrà formulare proposte per l'organizzazione dell'attività socio sanitaria e socioassistenziale, verificare lo stato di attuazione dei programmi e dovrà esprimere il proprio parere obbligatorio sulla finalizzazione e sulla distribuzione territoriale delle risorse finanziarie.

Queste funzioni sommate a quella principale di promuovere l'integrazione delle funzioni sociali con quelle dell'offerta sanitaria e sociosanitaria "favorendo a tal fine la costituzione tra i comuni di enti o soggetti avendo personalità giuridica" giustificano l'attenzione che in questi giorni viene data alla scelta dei Sindaci o loro delegati destinati a riempire le caselle del Consiglio di Rappresentanza.

Le parole virgolettate stanno a significare che a questo "direttorio" spetterà il compito di individuare anche le forme di gestione del socioassistenziale con il socio sanitario. Importanti diventeranno le scelte in materia di enti destinati alla programmazione nei singoli distretti ASST (Aziende Socio-Sanitarie Territoriali, ex Aziende ospedaliere) e di enti destinati alla gestione che dovrebbe trovare soluzione a livello di ambiti distrettuali. La ASST di Lecco verrà divisa in tre Ambiti distrettuali ? In questi ambiti verranno salvaguardate le forme di gestione in atto? Nel meratese-casatese significa ad esempio puntare anche per futuro su Retesalute? Si capisce bene che cosa rappresenta tutto ciò: rilevanti risorse finanziarie da impiegare con personale proprio e di cooperative per l'erogazione dei servizi alla persona. Un impianto assistenziale di evidente importanza ma anche un business di dimensioni imponenti.

La partita nomine fino a pochi giorni fa sembrava una operazione semplice dal punto politico. Circolavano già tre dei cinque nomi nell'ambito di un accordo che prevedeva tre rappresentanti per i comuni della provincia di Monza Brianza e due per quella di Lecco.

Stefano Manfredi (direttore generale ASST) e Massimo Giupponi(direttore generale ATS)


Dei cinque tre spettavano e spettano al PD partito maggioritario nel 140 Comuni della ATS compreso i capoluoghi di Provincia.

Accordo dettato anche dalla complessità del meccanismo di elezione di questo organismo che ricorda quello sperimentato in passato per i Comitati di gestione delle USSL. Alla fine non si potrà prescindere da una lista con preferenze programmate frutto di questo accordo. E il più probabile è un asse tra il PD e il NCD nelle sue diverse articolazioni.

Nel lecchese le previsioni davano per certo Riccardo Mariani, già sindaco di Mandello per due mandati, in quota alla sinistra estrema e oggi assessore "moderato" della Giunta di Lecco guidata da Virginio Brivio, candidato anche alla Vice Presidenza del CDR e per (molto) probabile John Patrick Tomalino delegato da Andrea Massironi di Merate, sindaco dell'unico comune di una certa rilevanza riconducibile al nuovo centro destra.

La candidatura di Tomalino sembra godere dell'appoggio del consigliere regionale Mauro Piazza e del sottosegretario regionale con delega alle riforme istituzionali e enti locali Daniele Nava. Tra i sostenitori di Tomalino figura anche il Direttore Generale della ATS Massimo Giupponi che vedrebbe bene in questo organismo qualche "amministratore amico".

Quella dell'assessore alla persona di Merate era una candidatura senza riserve, almeno fino alla settimana scorsa quando sono entrate nel vivo le trattative su base regionale.

Suddividere i due posti disponibili all'interno della coalizione che governa la Regione non è certo una manovra semplice. La Lega nord ad esempio nei comuni lecchesi vanta una rappresentatività maggiore dei centristi di Alfano. In Forza Italia anche l'iter di approvazione della legge di riforma ha messo in evidenza almeno due anime, quella laica contrapposta a Comunione e Liberazione. Appare logico che i ciellini siano restii a mollare la presa nel campo sanitario in cui hanno dominato incontrastati per quindici anni. E quindi è evidente che puntano ad essere rappresentati nel CdR.

E qui nasce il problema che ha investito la Giunta meratese. E' ingenuo derubricare lo scontro tra Tomalino (presumibilmente supportato da Procopio) e Vivenzio a mere beghe cittadine. Perché se così fosse il sindaco Massironi non dovrebbe aver problemi a risolvere la vertenza. Gli interessi in gioco sono ben altri di una banale poltrona di vice sindaco. Procopio studia, in senso letterale frequentando le scuole di politica di Maurizio Lupi in amene località come Taormina, da sindaco e un primo posto di vice sarebbe utile alla causa. Ma in questa vicenda deve favorire l'uomo indicato da Nava e Piazza col beneplacito di Giupponi. E l'avversario da battere è proprio il ciellino Vivenzio.

E' significativo il fatto che nel monzese l'unica candidatura resa pubblica riguarda la figura del Presidente del CDR in capo alla sindachessa di Veduggio Maria Molteni.

Mentre il centrodestra monzese attende l'evoluzione dello scontro intestino all'area senza lasciare trapelare alcuna indiscrezione sul nome di loro competenza.

C. B.
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