Lega, Lana: i profughi e il silenzio del Comune
Questa volta li hanno scaricati di sera, alla chetichella, otto persone, otto presunti profughi che nella migliore delle ipotesi vivranno sulle spalle dei contribuenti per almeno sei mesi. E il solito italiano "speculerà" intascando i soldi, per la gentile concessione del suo appartamento.
I bene informati raccontano di un furgone carico di alimentari che riempiranno un frigo nuovo di pacca incluso nella consegna. E per non farli tediare nelle lunghe e fredde giornate autunnali ci hanno messo pure un bel tv da 40 pollici: chissà quali programmi vedranno e soprattutto come faranno a pagarsi il canone Rai. E nel caso volessero fare quattro passi, scarpe all'ultima moda per tutti, giusto per non sfigurare durante le vasche su e giù per il centro storico. Tutto questo accade non in una viuzza di qualche frazione lontana dagli occhi degli occupanti pro-tempore di palazzo Tettamanti, bensì nella centralissima via Baslini, con affaccio su piazza Prinetti. Possiamo solo immaginare come saranno contenti i loro vicini di casa ad avere dei perfetti sconosciuti come dirimpettai. Dal comune, come al solito, neppure un accenno dei nuovi arrivi, nessuna informativa; la complicità ammantata dal silenzio più assoluto, forse per vergogna, forse perché è difficile da fare accettare alla gente questo ennesimo arrivo di presunti profughi. Immaginiamo lo stupore nel leggere la notizia apparsa sul web; che anche sindaco ed assessore ai servizi sociali siano stati colti di sorpresa dal solito Prefetto che, forse, neanche stavolta li ha avvisati? D'altronde questa è la prassi consolidata, che grazie all'accondiscendenza da perfetti democristiani del nuovo millennio, sindaco e giunta hanno sottoscritto a Lecco il dicembre scorso. Si sono fatti scendiletto delle esigenze del governo e rinunciato alle proprie prerogative di amministratori delle città, consegnando, è proprio il caso di dire, le chiavi delle case di Merate ai burocrati lecchesi. Porte aperte dunque a Merate! Qualcosina dovranno pur dire non fosse altro che abbiamo depositato una interrogazione su questa vicenda. Adesso, siamo sicuri, cominceranno con i soliti balletti del rimbalzo delle responsabilità e delle giustificazioni a tempo scaduto. Loro, la maggioranza sonnecchiante, fanno sempre così. Mai una volta che abbiamo la dignità di assumersi uno straccio di responsabilità. Anzi no. Ci aspettiamo il fuoco di fila e le solite arringhe stile Perry Mason sparacchiate dalla batteria dei vari legali componenti la maggioranza. Solo questo sanno fare. Parlare e giustificarsi. Ma a fatti, come si può ben vedere, stanno sempre a zero.
I bene informati raccontano di un furgone carico di alimentari che riempiranno un frigo nuovo di pacca incluso nella consegna. E per non farli tediare nelle lunghe e fredde giornate autunnali ci hanno messo pure un bel tv da 40 pollici: chissà quali programmi vedranno e soprattutto come faranno a pagarsi il canone Rai. E nel caso volessero fare quattro passi, scarpe all'ultima moda per tutti, giusto per non sfigurare durante le vasche su e giù per il centro storico. Tutto questo accade non in una viuzza di qualche frazione lontana dagli occhi degli occupanti pro-tempore di palazzo Tettamanti, bensì nella centralissima via Baslini, con affaccio su piazza Prinetti. Possiamo solo immaginare come saranno contenti i loro vicini di casa ad avere dei perfetti sconosciuti come dirimpettai. Dal comune, come al solito, neppure un accenno dei nuovi arrivi, nessuna informativa; la complicità ammantata dal silenzio più assoluto, forse per vergogna, forse perché è difficile da fare accettare alla gente questo ennesimo arrivo di presunti profughi. Immaginiamo lo stupore nel leggere la notizia apparsa sul web; che anche sindaco ed assessore ai servizi sociali siano stati colti di sorpresa dal solito Prefetto che, forse, neanche stavolta li ha avvisati? D'altronde questa è la prassi consolidata, che grazie all'accondiscendenza da perfetti democristiani del nuovo millennio, sindaco e giunta hanno sottoscritto a Lecco il dicembre scorso. Si sono fatti scendiletto delle esigenze del governo e rinunciato alle proprie prerogative di amministratori delle città, consegnando, è proprio il caso di dire, le chiavi delle case di Merate ai burocrati lecchesi. Porte aperte dunque a Merate! Qualcosina dovranno pur dire non fosse altro che abbiamo depositato una interrogazione su questa vicenda. Adesso, siamo sicuri, cominceranno con i soliti balletti del rimbalzo delle responsabilità e delle giustificazioni a tempo scaduto. Loro, la maggioranza sonnecchiante, fanno sempre così. Mai una volta che abbiamo la dignità di assumersi uno straccio di responsabilità. Anzi no. Ci aspettiamo il fuoco di fila e le solite arringhe stile Perry Mason sparacchiate dalla batteria dei vari legali componenti la maggioranza. Solo questo sanno fare. Parlare e giustificarsi. Ma a fatti, come si può ben vedere, stanno sempre a zero.
Franco Lana - Segretario Sezione Merate