Pontida: Salvini trascina la folla con tre NO al referendum e alla fusione dei comuni. ''Pronti a riscrivere la Costituzione''

Primo a sinistra il senatore Paolo Arrigoni


Oltre un'ora e mezza di intervento, con accanto l'83enne madre dello scomparso Gianluca Buonanno. Matteo Salvini ha infiammato Pontida spaziando dall'immigrazione all'euro, dalla Costituzione alle potenziali alleanze. Alle 13.30 il leader della Lega è salito sul palco che aveva già ospitato gli interventi di numerosi dirigenti tra cui Umberto Bossi, Giancarlo Giorgetti, Roberto Calderoli, Roberto Maroni e Luca Zaia, e ha scaldato la folla chiedendo: "Al referendum di Renzi voteremo sì o no?" No, ripetuto tre volte. No! No! Un boato e poi fischi per il Premier.

I consiglieri comunali di Lecco: Corti, Bettega e Colombo

Al centro Antonella Faggi, ex sindaco di Lecco; primo a destra Giulio De Capitani ex assessore regionale


Diversamente dal vecchio leader - "che per sei volte mi ha detto che non capisco un cazzo ma io non rispondo, gli voglio bene e lo abbraccio" - Salvini ha posto non le alleanze col centrodestra - sigle ormai superate destra, sinistra - ma punti precisi di un programma: giudici eletti dal popolo, cancellazione dell'obbligatorietà dell'azione penale, concorsi nazionali con graduatorie regionali; e poi, in materia costituzionale: presidente eletto dal popolo (e nel Quirinale un museo delle cere) che poi si sceglierà i ministri, soppressione delle prefetture, una sola Camera eletta col sistema proporzionale, possibilità di indire referendum sui trattati internazionali (con la "Brexit" in Gran Bretagna), vincolo di mandato per i parlamentari che debbono lasciare la poltrona se cambiano il partito col quale sono stati eletti, tre comunità regionali sulla scia delle tesi dell'oggi compianto professor Miglio, cui Salvini ha detto di fare costante riferimento, criticando indirettamente chi lo emarginò dal Movimento.

I militandi della sezione di Casatenovo


Il segretario del Carroccio ha indicato la strada che stanno percorrendo Ungheria e Austria verso la scelta referendaria su Europa e immigrazione e ha auspicato il ritorno alle autonomie nazionali con una moneta interna forte. Ha ribadito l'aggettivo di "traditore" all'indirizzo dello scomparso Ciampi per aver "svenduto la lira e l'Italia" assieme a Prodi. Ha pesantemente criticato la Banca d'Italia che avrebbe dovuto vigilare sulle banche e non l'ha fatto consentendo i disastri-truffa che hanno messo in ginocchio migliaia di risparmiatori, auspicando di vedere finalmente qualche banchiere e amico di banchieri in galera. Il caso Monte Paschi, ha insistito, è tutto in casa PD e il PD per questo scandalo, uno dei più grandi della storia bancaria mondiale, andrebbe sciolto. "Siamo pronti a governare anche da soli" ha urlato il segretario della Lega, ignorando di fatto le indicazioni di Bossi di riprendere l'alleanza con Forza Italia e Berlusconi. Forza Italia - ha sottolineato Salvini - in Commissione europea vota col PD e col partito della Merkel.

I volontari del servizio d'ordine tra cui anche Felice Sesana di Missaglia e Massimiliano Galbiati di Lomagna

I casatesi con Toni Iwobi, responsabile federale per la sicurezza e l'immigrazione

I militanti della sezione di Merate: Franco Lana, Paolo Centemero, Luigino Ravasi, Paolo Mauri e Massimo Panzeri

Luca Zaia, governatore del Veneto, e Paolo Mauri

Sul "Fertily Day" Salvini ha ironizzato molto invitando tutti i presenti a non prendere impegni per il 22 settembre. Ma tornando serio ha rimarcato l'ipocrisia di chi invita le donne italiane a fare più figli e poi non crea alcuna condizione economica perché ciò sia possibile e sostenibile. E in chiusura l'ultima stoccata sul referendum che mira a cancellare del tutto le province, cancellando così le singole identità ("i bergamaschi non esisteranno più dopo aver cancellato Bergamo") , ridurre ai minimi termini i poteri delle regioni portando via loro la sanità, punta di diamante delle regioni del nord e in particolare di Lombardia e Veneto, e imporre la fusione dei comuni per risparmiare soldi da cedere ancora a Roma.

Al centro il sindaco di Ello Elena Zambetti con Marco Benedetti e il segretario di Oggiono Giovanni Pasquini

Bottaro, segretario di Galbiate, e Andreino Riva storico militante

Un nuovo coro di NO alla domanda di Salvini se volete chiudere i piccoli comuni. Al termine del lunghissimo intervento Matteo Salvini ha chiesto a tutti di prendere per mano il vicino, di fare un unico corpo contro il centralismo romano incarnato da Matteo Renzi e sancito nel testo del referendum costituzionale. Poi ha ringraziato la folla ed è sceso sul prato.

La sezione di Merate

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