Merate: Carlotta, 14 anni, e un solo desiderio: vivere. Mesi tra esami, ricoveri, cadute e rinascite ed ecco la luce in fondo al tunnel
La malattia ha sfondato l'intimità della loro casa in uno di quei giorni che viene ricordato per la pace, la serenità e la gioia; ha buttato giù a calci quel castello fatto di sogni e di piccoli desideri che pian piano, con l'innocenza di un bambino e la determinazione di un adolescente al primo amore, si portano avanti in famiglia. Li ha messi al tappeto tra Natale e Santo Stefano, togliendo loro il sonno e riempiendo ogni attimo di vita di angoscia, di puro terrore, di ansia. Ma l'anemia aplastica non sapeva con chi aveva a che fare e a Carlotta, 13 anni, e alla sua famiglia (papà Alberto, mamma Marta e il fratellino Giorgio) ha rivoluzionato il mondo, ma non ha certo tolto la voglia di vivere, di combattere, di vincere.
E così da "sponsor" passivo di un evento benefico al centro Tennis Roseda, papà Sandrinelli si è trovato a dover sostenere una causa, quella del comitato Maria Letizia Verga che aiuta il bambino malato di leucemia ad affrontare il percorso ospedaliero e la guarigione con l'appoggio della sua famiglia, ben sapendo cosa vogliono dire le corse in reparto, i minuti che non passano mai, la buona notizia che stenta ad arrivare.
Sabato sui quattro campi messi a disposizione dalla struttura di Via Matteotti hanno risposto in 110 appassionati di tennis (tra cui il sindaco Andrea Massironi) e dalle 8 del mattino fino alle 18 si sono tenute le competizioni a eliminazione che hanno portato a decretare come vincitrice la coppia formata da Camilla Moroni e Francesco Livio che ha battuto Filippo Moroni e Elena Cattorini.
Ma l'evento sportivo di domenica ha fatto da corollario alla storia di Carlotta e della sua famiglia (conosciutissima a Barzanò ma residente a Merate) che non si sono mai nascosti e ai set in svantaggio che avevano sul grande male che distrugge hanno risposto con grinta."Erano i giorni di Natale dello scorso anno" ha raccontato Carlotta, 14 anni compiuti il 27 giugno, con la mascherina verde che protegge ancora il suo apparato respiratorio "ad un certo punto mia nonna mi dice che sono pallida, che ho un brutto colore e che è meglio che vada a fare subito gli esami. Quando sono andata in ospedale per il prelievo e sono arrivati gli esiti non mi hanno più lasciato andare. Avevo le difese immunitarie a zero. Sono stata prima a Merate e poi a Monza. Qui mi hanno spiegato che avrei dovuto avere un certo comportamento anche alimentare e che non sarei potuta uscire per evitare problemi ulteriori". In questi reparti per alleviare le ore che non trascorrono mai, ci sono dei gruppi di volontari che si vestono da clown, da cantastorie, da "animatori di villaggio", regalando così pensieri positivi ai piccoli pazienti. "Dopo qualche giorno mi hanno fatto l'aspirato del midollo ed è risultato che ero affetta da anemia aplastica. Io però fino a quel giorno ero stata bene, non avevo problemi e invece non era così. Mi hanno messo il catetere ventricolare, che è una grande rottura di scatole perchè va pulito bene e mi hanno spiegato che sarei stata sottoposta a un ciclo breve di chemioterapia. Nel frattempo è stata verificata la compatibilità di mio fratello Giorgio e, caso rarissimo, è risultato al 100% tanto che mi ha già detto che gli devo un favore a vita. Il 22 marzo di quest'anno è stato il giorno del trapianto: ho detto alla mamma che sarei nata per la seconda volta e in effetti così è stato perchè quando ho iniziato a stare meglio facevo cose che erano tipiche mie da piccola, come dormire tanto e bere molto latte".
VIDEO
Ma non appena Carlotta mette il naso fuori dalla Rianimazione, pian piano si riappropria dei suoi spazi e, complice la mamma che con una forza da atterrare un leone inferocito, quale è il male che ha graffiato la sua piccola, ha iniziato a rendere più sopportabili, quasi "divertenti" questi mesi di degenza. "Sulla porta della mia stanza a Monza abbiamo messo un cartello con scritto "Benvenuti dalle smidollate" e ogni volta che entravano medici e infermieri era una risata unica. In quelle settimane ho fatto molti disegni, ho conosciuto tante persone che sono diventate mie amiche e i medici e le infermiere...tutti gentilissimi".Come tutti i ragazzi, ci sono cose che stare senza è impossibile e quando accade è una nostalgia tremenda. "Mi manca tantissimo il mio cane, non vedo l'ora una volta che starò bene di poterlo abbracciare. Poi mi manca il prosciutto che ora non posso mangiare. E poi i miei amici e i miei compagni di classe (e qui Carlotta congiunge le mani al petto quasi a toccarsi il cuore, ndr): a scuola era arrivato un preside stupendo (il dr. Stefano Motta dell'istituto beata vergine Maria) che ci faceva fare tante cose bellissime, ci coinvolgeva. Mi piaceva tantissimo andare a scuola. Non ho mai detto parolacce ma durante questi mesi visto quello che mi è successo... qualche volta mi sono scappate...".
Carlotta parla con naturalezza e trasporto, è un fiume in piena di dettagli e aneddoti sulla malattia, che ti lascia spiazzato. Ti verrebbe di fermarla quasi che il rievocare quei momenti faccia più male a te che a lei. Ma in Carlotta la voglia di vivere è stata più grande del suo male e ora con mamma Marta, papà Alberto e il fratellino Giorgio, deve riprendersi quei mesi rubati e mettere definitivamente alla porta...l'intrusa. Quella maledetta intrusa.
A seguire l'articolo con le foto del torneo
Papà Alberto, Carlotta, mamma Marta e Giorgio
E così da "sponsor" passivo di un evento benefico al centro Tennis Roseda, papà Sandrinelli si è trovato a dover sostenere una causa, quella del comitato Maria Letizia Verga che aiuta il bambino malato di leucemia ad affrontare il percorso ospedaliero e la guarigione con l'appoggio della sua famiglia, ben sapendo cosa vogliono dire le corse in reparto, i minuti che non passano mai, la buona notizia che stenta ad arrivare.
Primi classificati Camilla e Francesco
Secondi classificati Filippo e Elena
Sabato sui quattro campi messi a disposizione dalla struttura di Via Matteotti hanno risposto in 110 appassionati di tennis (tra cui il sindaco Andrea Massironi) e dalle 8 del mattino fino alle 18 si sono tenute le competizioni a eliminazione che hanno portato a decretare come vincitrice la coppia formata da Camilla Moroni e Francesco Livio che ha battuto Filippo Moroni e Elena Cattorini.
Ma l'evento sportivo di domenica ha fatto da corollario alla storia di Carlotta e della sua famiglia (conosciutissima a Barzanò ma residente a Merate) che non si sono mai nascosti e ai set in svantaggio che avevano sul grande male che distrugge hanno risposto con grinta."Erano i giorni di Natale dello scorso anno" ha raccontato Carlotta, 14 anni compiuti il 27 giugno, con la mascherina verde che protegge ancora il suo apparato respiratorio "ad un certo punto mia nonna mi dice che sono pallida, che ho un brutto colore e che è meglio che vada a fare subito gli esami. Quando sono andata in ospedale per il prelievo e sono arrivati gli esiti non mi hanno più lasciato andare. Avevo le difese immunitarie a zero. Sono stata prima a Merate e poi a Monza. Qui mi hanno spiegato che avrei dovuto avere un certo comportamento anche alimentare e che non sarei potuta uscire per evitare problemi ulteriori". In questi reparti per alleviare le ore che non trascorrono mai, ci sono dei gruppi di volontari che si vestono da clown, da cantastorie, da "animatori di villaggio", regalando così pensieri positivi ai piccoli pazienti. "Dopo qualche giorno mi hanno fatto l'aspirato del midollo ed è risultato che ero affetta da anemia aplastica. Io però fino a quel giorno ero stata bene, non avevo problemi e invece non era così. Mi hanno messo il catetere ventricolare, che è una grande rottura di scatole perchè va pulito bene e mi hanno spiegato che sarei stata sottoposta a un ciclo breve di chemioterapia. Nel frattempo è stata verificata la compatibilità di mio fratello Giorgio e, caso rarissimo, è risultato al 100% tanto che mi ha già detto che gli devo un favore a vita. Il 22 marzo di quest'anno è stato il giorno del trapianto: ho detto alla mamma che sarei nata per la seconda volta e in effetti così è stato perchè quando ho iniziato a stare meglio facevo cose che erano tipiche mie da piccola, come dormire tanto e bere molto latte".
Carlotta con Rosanna Lupieri, vicepresidente del comitato Maria Letizia Verga cui andranno i fondi del terzo torneo di tennis SaPo legno
Il percorso di Carlotta, però, qualche scossone continua a subirlo e infatti subito dopo l'operazione la situazione peggiora e per una settimana viene ricoverata in Rianimazione. "Avevo il problema dell'idratazione che mi ha provocato l'acqua nei polmoni e anche attorno al cuore. Mi hanno così messo 4 cateteri, un male tremendo e per una settimana sono rimasta in quel reparto immobile e sveglia, con il tempo che non passava mai".VIDEO
Ma non appena Carlotta mette il naso fuori dalla Rianimazione, pian piano si riappropria dei suoi spazi e, complice la mamma che con una forza da atterrare un leone inferocito, quale è il male che ha graffiato la sua piccola, ha iniziato a rendere più sopportabili, quasi "divertenti" questi mesi di degenza. "Sulla porta della mia stanza a Monza abbiamo messo un cartello con scritto "Benvenuti dalle smidollate" e ogni volta che entravano medici e infermieri era una risata unica. In quelle settimane ho fatto molti disegni, ho conosciuto tante persone che sono diventate mie amiche e i medici e le infermiere...tutti gentilissimi".Come tutti i ragazzi, ci sono cose che stare senza è impossibile e quando accade è una nostalgia tremenda. "Mi manca tantissimo il mio cane, non vedo l'ora una volta che starò bene di poterlo abbracciare. Poi mi manca il prosciutto che ora non posso mangiare. E poi i miei amici e i miei compagni di classe (e qui Carlotta congiunge le mani al petto quasi a toccarsi il cuore, ndr): a scuola era arrivato un preside stupendo (il dr. Stefano Motta dell'istituto beata vergine Maria) che ci faceva fare tante cose bellissime, ci coinvolgeva. Mi piaceva tantissimo andare a scuola. Non ho mai detto parolacce ma durante questi mesi visto quello che mi è successo... qualche volta mi sono scappate...".
Carlotta parla con naturalezza e trasporto, è un fiume in piena di dettagli e aneddoti sulla malattia, che ti lascia spiazzato. Ti verrebbe di fermarla quasi che il rievocare quei momenti faccia più male a te che a lei. Ma in Carlotta la voglia di vivere è stata più grande del suo male e ora con mamma Marta, papà Alberto e il fratellino Giorgio, deve riprendersi quei mesi rubati e mettere definitivamente alla porta...l'intrusa. Quella maledetta intrusa.
A seguire l'articolo con le foto del torneo
Saba Viscardi