Mandic: riunione d'urgenza dopo il ''crollo'' al pronto soccorso. 24 pazienti hanno abbandonato, alcuni dopo attese di 10 ore

Il tabellone con le attese, quando già molti pazienti
avevano abbandonato il presidio meratese
E' stata convocata d'urgenza quest'oggi una riunione tra i vertici aziendali dell'ASST dopo quanto accaduto al pronto soccorso del Mandic lasciato sguarnito di medici di turno nella giornata di lunedì a seguito di uno "svarione" nella programmazione delle coperture.

Il direttore generale Stefano Manfredi, il direttore sanitario Simonetta Pirola, il direttore medico di presidio Gedeone Baraldo hanno incontrato il primario di pronto soccorso dottor Giovanni Buonocore e il primario di anestesia e rianimazione dr. Marco Rataggi.

Una riunione prevedibile e urgente vista la gravità dell'accaduto e sui cui contenuti vige al momento il massimo riserbo. Si può ipotizzare tuttavia che, oltre ai provvedimenti nei confronti di chi ha dimenticato l'inserimento dei medici di turno, si sia preso atto della precarietà dell'organico in servizio e si stia valutando come poter tamponare questa che ormai non è più una emergenza ma una cronicità.

Nel frattempo non sono mancati i "contributi" di chi ha vissuto sulla propria pelle il disservizio (o, verrebbe da dire, l'interruzione del servizio).

Da ieri mattina a oggi, quindi sull'arco delle 24 ore, a fronte di un'ottantina di accessi, gli abbandoni sono stati 24, 35 le dimissioni, 18 i ricoveri, 3 i trasferimenti e solo oggi all'alba sono state ufficialmente chiuse, dalla dottoressa che ha fatto la notte, le schede relative ai pazienti entrati al Mandic nella mattinata di lunedì.

C'è chi ha atteso 6/7 ore e chi anche 12 e poi ha deciso, stremato, di abbandonare.

"Io sono rimasta in attesa buona parte della mattinata e fino a metà pomeriggio" ha raccontato una donna "è uscito l'infermiere a dirci di andare in altri ospedali, ma come facevo? Non avevo nessuno che mi poteva portare. Non ne potevamo più. Non possiamo incolpare l'unico medico presente perchè poveretto immagino cosa non abbia dovuto sopportare, visto che fa anche un lavoro delicato che non permettere distrazioni. Però che si lasci sguarnito un ospedale come quello di Merate che è sempre stato un punto di riferimento, è una vergogna. Che tolgano un po' di persone dalle poltrone degli uffici e dai palazzi del potere e mandino più medici in corsia".

Infortunatosi sul lavoro a un piede, un uomo è stato portato al Mandic dai colleghi poco prima delle 11 di lunedì. Qui è stato parcheggiato su una carrozzina e nella sala di attesa ha trascorso l'intero pomeriggio, cercando conforto nel telefono e nei pochi utenti rimasti sulle poltroncine arancioni. Solamente a sera, invocando un po' di clemenza e facendo presente anche una situazione famigliare piuttosto difficoltosa, è riuscito a farsi visitare e alle 22 è stato dimesso.

Un altro operaio, lasciato il posto di lavoro nella prima mattinata di lunedì a seguito di vertigini e impossibilità a deambulare, si è recato accompagnato al pronto soccorso. Qui è stato messo in attesa fino a sera quando ha deciso volontariamente di abbandonare il presidio, dopo 12 ore. Questa mattina l'uomo si è recato presso un ospedale della bergamasca e qui è stato sottoposto a tutti gli esami e gli approfondimenti del caso.

"Ho accompagnato la mia vicina di casa, non si sentiva bene e ho atteso un po'" ha raccontato oggi un'altra signora "quando ho visto che andava per le lunghe sono rimasta d'accordo che sarei ripassata più tardi. Ma sinceramente non pensavo quasi a sera e senza avere combinato nulla. Ma è mai possibile? Come si può lasciare un solo medico a lavorare? Al di là dell'errore nella turnazione, mi chiedo come in questi reparti si possa lavorare ridotti all'osso, quando una svista o una leggerezza del medico per stanchezza può costare caro al paziente!".


Come anticipato, restano ora da capire i contenuti della riunione odierna e quali saranno le azioni che la dirigenza prenderà per tamponare la criticità e, si spera, alleviare il problema per arrivare a una situazione di stabilizzazione.
S.V.
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