E' ancora allarme ozono. Venerdì concentrazioni alle stelle nelle centraline lecchesi. Stanno meglio milanese e varesotto

Nella giornata di ieri, venerdì 24 giugno, il lecchese è stata tra le aree peggiori di tutta la Lombardia per concentrazione di ozono rilevata nell'aria. Il bollettino giornaliero emesso dall'ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente) ha infatti fatto registrare le peggiori e più elevate concentrazioni del gas che, complice il sole e il caldo afoso e persistente, può avere gravi conseguenze sulla salute, specialmente quella dei soggetti più a rischio, come bambini e anziani.


E i dati rilevati di ieri arrivano a 24 ore dall'allarme lanciato da Legambiente che da sempre si batte per una riduzione dell'inquinamento, tra le principali cause di questi valori.

La centralina di Merate ha registrato 261μg/m³. Solo Moggio ha fatto peggio con 262 e Nibionno con ben 272μg/m³. A Lecco (Sora) ci si è fermati a 252 mentre a Valmadrera a 237, sfiorando così la soglia di allarme. Non è andata meglio su per il lago, tanto che a Perledo si è a quota 226μg/m³ mentre a Colico a 201.

Paradossalmente sembra stare meglio l'area del milanese (almeno dove viene fatta la rilevazione).

Il valore infatti più alto è quello di Legnano-Diaz con 204 mentre gli altri sono tutti attorno alla fascia dei 200 (Arese 197, Parco Lambro 19, Pioltello-Limito 199). L'area monzese raggiunge invece livelli più alti: Carate Brianza 258, Meda 246, Monza-Parco 229.

Per Como centro siamo a 220 mentre per Cantù si sale addirittura fino a 262.
Nel varesotto la zona peggiore è quella di Saronno con 252, poi ci sono Busto Arsizio (198/185) e Gallarate 188.


Informativa sull'ozono ai sensi dell'art.14 del Decreto
Legislativo 13 agosto 2010, n. 155 e dati rilevati


Cos' è l'ozono  

L'ozono è un gas naturale che si forma normalmente nella stratosfera, lo strato dell'atmosfera terrestre che si estende dai 10-15 Km fino a 30 Km circa. La sua presenza qui risulta di fondamentale importanza per la vita sulla terra, in quanto fornisce un eccellente schermo in grado di filtrare le radiazioni ultraviolette (UV), potenzialmente cancerogene. I gas inquinanti prodotti dall'uomo, tra i quali soprattutto il Freon (usato principalmente come propellente per le bombolette spray) e l'ossido di azoto (NO, prodotto dai motori degli aerei) si propagano nella stratosfera e favoriscono la diminuzione dell'ozono, portando ad un assottigliamento dello strato di ozono stratosferico ("buco dell'ozono"). Nella parte più bassa dell'atmosfera (troposfera) l'ozono è invece dannoso per la salute umana e per la vegetazione; l'ozono in troposfera si trova come inquinante secondario, prodotto dalla reazione dell'ossigeno con il biossido di azoto (NO2) e il contributo dei composti organici volatili (COV), in presenza di forte irraggiamento solare e di elevate temperature. Di conseguenza, le concentrazioni di ozono sono nettamente più elevate nelle ore pomeridiane dei mesi estivi, anche se variano molto in funzione delle condizioni meteorologiche.  Diversamente dagli inquinanti primari, che sono riscontrabili direttamente in prossimità delle sorgenti che li producono, l'ozono, per effetto dei movimenti e dei rimescolamenti delle masse d'aria che trasportano i "precursori" (appunto NO2 e COV), si può formare a distanza di tempo ed in luoghi anche molto lontani dalle fonti di inquinamento primario, e può a sua volta subire fenomeni di trasporto anche notevoli.   
Soglie di informazione a di allarme   
Il D. Lgs. 155/2010 prevede per l'ozono una soglia di informazione e una di allarme.  La soglia di informazione viene definita come il livello oltre il quale sussiste un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per alcuni gruppi particolarmente sensibili della popolazione nel suo complesso ed il cui raggiungimento impone di assicurare informazioni adeguate e tempestive.  La soglia di allarme invece rappresenta il livello oltre il quale sussiste un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per la popolazione nel suo complesso ed il cui raggiungimento impone di adottare provvedimenti immediati. 

Effetti sulla salute  
L'ozono troposferico costituisce una componente importante dello smog fotochimico; essendo un forte ossidante, è in grado di attaccare i tessuti dell'apparato respiratorio anche a basse concentrazioni, provocando irritazione agli occhi e alla gola, tosse e riduzione della funzionalità polmonare. La maggior parte di questi effetti sono a breve termine e cessano una volta che gli individui non sono più esposti ad elevati livelli di ozono, ma è noto che possano sussistere anche danni derivati da ripetute esposizioni di breve durata, come l'accelerazione del naturale processo di invecchiamento della funzione polmonare.  Le categorie di persone maggiormente sensibili all'ozono sono le seguenti:
Bambini: sono il gruppo a più alto rischio per l'esposizione ad ozono, perché essi trascorrono gran parte del periodo estivo all'aperto e sono spesso impegnati in attività fisiche intense. I bambini hanno anche maggiori probabilità di sviluppare fenomeni asmatici o altre malattie respiratorie.
Soggetti sani che fanno attività fisica all'aperto: adulti in buona salute che fanno attività fisica all'aperto (sia essa sportiva o lavorativa) diventano un gruppo "sensibile" perché sono più esposti all'ozono rispetto alla popolazione meno attiva. L'esercizio fisico infatti può aumentare la frequenza respiratoria e quindi l'introduzione di sostanze inquinanti nei polmoni fino a 10 volte rispetto la situazione di riposo.
Persone con malattie respiratorie (asma, broncopneumopatie croniche): tali malattie rendono i polmoni più vulnerabili agli effetti dell'ozono. Pertanto gli individui che si trovano in queste condizioni manifestano gli effetti dell'ozono prima e a concentrazioni più basse rispetto agli individui meno sensibili. 
Persone con una particolare suscettibilità all'ozono: la reazione all'ozono è molto diversa da individuo ad individuo, per cui anche soggetti in buona salute possono risultare più suscettibili di altri. Questi individui manifestano infatti danni da ozono in modo più marcato rispetto alla media della popolazione. Vi sono infine alcune evidenze che indicano che gli anziani e/o le persone con malattie cardiache abbiano un'aumentata sensibilità all'ozono.

Danni alla vegetazione  
Il problema non è circoscritto alle aree urbane: infatti sia i precursori (NO2 e COV) che l'ozono stesso possono essere trasportati per centinaia di km, cosicché sono soggette all'esposizione anche le grandi zone rurali e forestali, con conseguenti effetti negativi sulla vegetazione. L'ozono (e gli ossidanti fotochimici in genere) provoca una riduzione della crescita delle piante e, ad elevate concentrazioni, clorosi e necrosi delle foglie. Il primo effetto visibile si manifesta sui cloroplasti che, dopo l'esposizione, assumono una colorazione verde chiara e si rompono facilmente, disperdendo la clorofilla nel citoplasma cellulare. Le specie più sensibili all'ozono sono: il tabacco, gli spinaci, l'erba medica, l'avena, la segale, i fagioli, l'orzo ed il noce; su queste piante è possibile notare la comparsa dei primi sintomi di sofferenza già a concentrazioni di 80  µg/m3 di ozono.  
Comportamenti raccomandati diretti alla tutela della popolazione
 
Poiché l'intensità degli effetti dell'ozono cresce con la durata dell'esposizione dell'individuo, la regola principale è quella di limitare l'esposizione e quindi principalmente limitare le attività all'aria aperta nelle ore di maggiore insolazione, generalmente dalle ore 12.00 alle ore 16.00. E' quindi  consigliato svolgere i lavori pesanti o le attività sportive nelle prime ore della mattina o in serata, quando i livelli di ozono saranno diminuiti. Le ore più calde della giornata andrebbero trascorse in ambienti chiusi, avendo l'accortezza di ventilarli nei momenti freschi come la mattina presto o la sera. Anche l'alimentazione nelle giornate di alti livelli di l'ozono ha una grande importanza. Una dieta ricca di sostanze antiossidanti può aiutare ad abbassare la sensibilità di un individuo all'ozono ed è quindi consigliato, in questi periodi, privilegiare cibi che contengano tali sostanze. I cibi ricchi di antiossidanti sono principalmente frutta e verdura di stagione; per esempio la vitamina C è disponibile in pomodori, peperoni, patate, cavoli, broccoli, verdure a foglia verde, agrumi, fragole, meloni. Utile a tale scopo è anche la vitamina E (uova, asparagi, avocado, noci, mandorle, germe di grano, olio di oliva, olio di arachidi, olio di germe di grano, olio di fegato di merluzzo) e il selenio (pollo, fegato, tonno, molluschi, pomodori, broccoli, cavoli, cipolle, funghi, cereali integrali, lievito di birra, germe di grano). Chiaramente per i soggetti rientranti nelle categorie a rischio, e in generale per le persone anziane e per i bambini, è consigliabile applicare questi suggerimenti anche con livelli di ozono inferiore alla soglia di informazione (180 µg/m3).              
Comportamenti da adottare per la riduzione dell'inquinamento da Ozono   
Le principali azioni atte a ridurre l'inquinamento da ozono devono essere indirizzate verso il contenimento delle emissioni dei suoi precursori, NOx e COV. Gli ossidi di azoto sono emessi nei processi di combustione a temperatura elevata (e quindi anche dai motori dei veicoli e, in assenza del riscaldamento durante l'estate, dai processi industriali che prevedono una combustione). I COV sono a loro volta emessi dal traffico veicolare e delle attività industriali; vengono rilasciati durante la movimentazione dei carburanti e l'uso di solventi e vernici ed anche da sorgenti naturali. Per un rapporto dettagliato sulle emissioni di COV ed NOx, si rimanda all'inventario regionale delle emissioni in Lombardia basato sul database INEMAR e consultabile alla pagina http://www.inemar.eu/xwiki/bin/view/Inemar/. Anche il singolo può concretamente contribuire a limitare la formazione di Ozono, cercando ad esempio di:  - ridurre l'uso degli autoveicoli privati, soprattutto se diesel, privilegiando l'impiego dei mezzi pubblici; - utilizzare in modo condiviso l'automobile, per diminuirne i chilometri totali percorsi e quindi le relative emissioni; - cercare di mantenere una velocità costante, con una guida non aggressiva, mantenendo possibilmente una velocità compresa tra i 70 km/h e i 90 km/h in ambito extraurbano e in autostrada; - verificare periodicamente gli scarichi dei veicoli soprattutto per quelli non catalizzati e diesel; - prediligere l'impiego di vernici all' acqua o ad alto secco; - ridurre la quantità di smacchiatori e solventi che si usano in casa; - evitare l'accensione di fuochi e barbecue.  

Si consiglia di visitare il sito della Regione Lombardia per ulteriori approfondimenti in materia:

http://www.reti.regione.lombardia.it/cs/Satellite?c=Page&childpagename=DG_Reti%2FDGLayout& cid=1213374614522&p=1213374614522&pagename=DG_RSSWrapper


http://www.sanita.regione.lombardia.it/cs/Satellite?c=Redazionale_P&childpagename=DG_Sanita %2FDetail&cid=1213296273938&packedargs=NoSlotForSitePlan%3Dtrue%26menu-torender%3D1213277054618&pagename=DG_SANWrapper 
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