Merate: la psichiatra Chiara Cattaneo su sintomi e fattori rischio della depressione

Ogni anno colpisce 350 milioni di persone al mondo, con 850.000 suicidi, mentre in Italia i dati ufficiali riferiscono di un 12,5% della popolazione interessato alla patologia con 4.000 casi di suicidio annui. A partire da questi dati numerici la dottoressa Chiara Cattaneo, medico psichiatra del Dipartimento di Salute Mentale dell'ASST lecchese, ha introdotto la conferenza dedicata alla depressione, inserita negli appuntamenti di "Cultura della Salute".

La psichiatra dottoressa Chiara Cattaneo


«Mediamente la depressione insorgeva tra i 20 e i 40 anni di età ma oggi si riscontra anche nei bambini, negli adolescenti e negli anziani. Si calcola che le ore lavorative perse a causa del disturbo psichico si traducono in 4 miliardi di euro, a cui sommare poi le spese per le cure, la diagnosi e l'assistenza» ha esordito la relatrice, spiegando che la depressione si manifesta in percentuali doppie nelle donne (13.4%) rispetto agli uomini (6.5%). La dottoressa Cattaneo ha precisato che la depressione non va confusa con la tristezza che è uno stato transitorio e di durata molto limitata: la depressione è infatti uno stato di tristezza molto intenso che comporta un malessere fisico e psicologico con importanti ripercussioni nella vita quotidiana.

«La depressione è "democratica" nel senso che non insorge solo nelle persone deboli, con determinati aspetti caratteriali o condizioni di vita. Porta a una mancanza di interesse e alla perdita di speranza, vitalità e progettualità. Si possono riscontrare disturbi dell'appetito, mancanza di energie e, a livello psichico, sentimenti negativi e disperazione fino a idee di morte e suicidio» ha proseguito la dottoressa Cattaneo tenendo alta l'attenzione dei tanti presenti. Non si individua un unico fattore di rischio ma un'interazione di più aspetti. A livello biologico si parla di diminuzione dei livelli dei neurotrasmettitori, quali la noradrenalina, la dopamina e la serotonina, che mettono in collegamento le cellule nervose, benché sia dimostrato che i farmaci che stimolano la produzione dei neurotrasmettitori abbiano un'azione quasi immediata ma un effetto posticipato di 2 o 4 settimane. Tra i fattori di rischio si collocano anche quelli socio - economici per quanto la depressione colpisca anche le persone abbienti, quelli sociali ad esempio il mobbing, il bullismo e gli abusi, i fattori psichici tra cui lo stress e i fattori fisici, in primis i livelli ormonali e l'astinenza e l'abuso di alcol e droghe. «Nelle donne la depressione può essere legata ai livelli ormonali e al cambio del ruolo - ha spiegato la psichiatra Cattaneo - Una forma specifica è la depressione "post-partum" che interessa tra il 10 e il 15% delle mamme che partoriscono per la prima volta, e generalmente insorge tra la sesta e la dodicesima settimana dopo il lieto evento o anche durante la gravidanza. È importante distinguerla da stati transitori di malinconia e si manifesta la tendenza a rifiutare il bambino o ad aver paura di fare del male a lui e a se stesse. Nel caso degli uomini è più difficile da riconoscere perché sono portati a non esporsi: spesso si evidenzia con irritabilità, rabbia e scoraggiamento. Il rapporto tra suicidi compiuti da uomini e da donne è di 4 a 1. Un altro tipo di depressione interessa gli anziani e anche questa non è facile da individuare, la gran parte delle volte è fraintesa con gli effetti collaterali dei farmaci».


Ciò che conta è chiedere aiuto al medico. Nei casi più lievi si interverrà dal punto di vista psicologico e psicosociale con i gruppi di auto mutuo aiuto, presenti nel meratese con Volontaria-Mente e progetto Itaca, attivo da più tempo nel lecchese. Nelle forme più severe di depressione la via primaria di intervento è farmacologica mentre gli effetti della psicoterapia, che consente di imparare a gestire stress, emozioni, lutti e a rafforzare l'autostima, si manifestano dopo anni. Interagendo con il pubblico, la psichiatra Cattaneo ha condiviso le riflessioni statistiche sulla resistenza ai farmaci anche per via dei pregiudizi legati alle persone colpite da depressione. «I familiari possono aiutare consigliando di rivolgersi ai medici e supportando i cari depressi. Però non devono annullare la propria vita perché si può essere d'aiuto se ci si prende cura di sé» ha concluso la dottoressa, ricordando che le ricadute sono generalmente più durature ed intense e che ci si deve rivolgere alle ASL in caso di disoccupazione o reddito basso al fine di ottenere delle esenzioni sui farmaci.

L'ultimo incontro sarà incentrato sulle malattie digestive e il relatore sarà il dr. Fabrizio Parente, primario di Endoscopia. Appuntamento per mercoledì 18 maggio alle ore 20.30
Federica Conti
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