Merate: il prof. Fasano spiega agli amici della Semina la riforma del senato
Giovedì sera presso l'Aula Magna degli istituti superiori di Merate si è tenuta una conferenza per comprendere al meglio la riforma del Senato che sarà oggetto di referendum popolare il prossimo ottobre. Per l'occasione gli organizzatori dell'incontro, l'associazione La Semina e gli istituti Viganò e Agnesi, hanno invitato come relatore il Professor Luciano Fasano, docente e ricercatore presso le facoltà di scienze sociali e politiche dell'Università degli studi di Milano.
La serata è stata presentata dal rappresentante degli studenti, Federico Dusi "i ragazzi hanno richiesto a gran voce questo evento per diversi motivi. Innanzitutto ad ottobre molti di noi saranno maggiorenni e quindi avranno la possibilità di votare. In secondo luogo, nonostante la nostra scuola sia attenta alle tematiche di attualità riuscendo ad intersecarle con il programma scolastico, in classe non si è mai affrontato questo argomento che saremmo desiderosi di approfondire". Il Prof. Fasano ha introdotto l'argomento spiegando come il referendum costituzionale interessi la seconda parte della nostra Costituzione, non toccando cioè quella dedicata ai diritti e doveri del cittadino italiano.
L'intervento sulla Carta Costituzionale rappresenta un momento importante di novità perchè la finalità principale è quella di eliminare il nostro sistema parlamentare paritario simmetrico (il cosiddetto "bicameralismo perfetto") che ci distingue da tutte le altre democrazie europee ed occidentali. I nostri Padri costituenti, dopo l'esperienza fascista, avevano infatti pensato di organizzare il parlamento in due camere che avessero gli stessi compiti per evitare che una forza politica prendesse il sopravvento: in questo modo si rappresentavano meglio i cittadini e si potevano condividere meglio le opinioni. In realtà questo modello parlamentare è risultato essere molto oneroso in termini sia economici che tempistici per l'eccessiva lentezza dei passaggi di provvedimenti da una camera all'altra, con la possibilità di un maggiore potere di veto da parte dei partiti politici.
La nuova riforma del parlamento italiano quindi andrebbe a modificare il bicameralismo parallelo: si prevedono due rami con diverse funzioni in cui il nuovo Senato sia composto da rappresentanti del territorio; ci sarebbero un minore potere di veto e di ricatto da parte delle forze politiche ed un più lineare procedimento legislativo (non per forza però meno oneroso per le casse dello Stato). "La nuova composizione del Senato", ha spiegato il Prof. Fasano "prevede un numero di 100 senatori: 95 saranno eletti con metodo proporzionale nei consigli regionali, di cui 74 consiglieri regionali e 21 sindaci, e 5 senatori saranno invece nominati dal Presidente della Repubblica. Questi 5 senatori non saranno eletti a vita perciò il loro mandato ha una data di scadenza. In più la riforma del Senato prevede un'attribuzione di poteri diversa da quella odierna in quanto viene rotta la simmetria tra le due camere; la Camera e il Senato voteranno congiuntamente solo in alcuni casi: in occasione di riforma costituzionale, per leggi di ordinamento che modifichino l'assetto istituzionale, per referendum popolari, per modificare la composizione di enti di ordinamento dello Stato, per la ratifica di trattati UE e per le condizioni di ineleggibilità di soggetti. Le competenze legislative e di indirizzo politico saranno esclusivamente attribuite alla Camera. In ogni caso comunque il Senato potrà esaminare alcuni provvedimenti legislativi spettanti alla Camera se un terzo dei Senatori ne farà richiesta. Questa legge inoltre prevede la risoluzione del problema creatosi dal 2001 con la riforma del Titolo V della Costituzione, quello relativo alla competenza dello Stato e delle Regioni: la riforma ha creato parecchia confusione e rallentamento nella giustizia italiana per colpa di una poca chiarezza nell'attribuzione di poteri allo Stato o alla Regione; si prevede come risoluzione al problema una chiara assegnazione delle competenze delle Regioni". Successivamente il relatore ha esaminato la figura del Presidente della Repubblica alla luce di questa nuova riforma.
VIDEO - COME CAMBIA LA FIGURA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
"In conclusione quindi i punti cardine di questa riforma sono, a mio parere: l'importante ritocco sulla figura del Presidente della Repubblica, gli effetti sul federalismo, la legge elettorale che contribuisce a rendere stabile la rappresentanza parlamentare, la produzione di un parlamento in cui il procedimento legislativo è più lineare, la restituzione di un parlamento frammentato (chi vince il premio di maggioranza ha in sostanza solamente circa 25 seggi in più del primo partito della minoranza), il disincentivo per le forze politiche più piccole a ricattare le forze politiche maggiori".
Hanno chiuso la serata le domande del pubblico e le risposte, sempre esaurienti e complete del relatore.
La serata è stata presentata dal rappresentante degli studenti, Federico Dusi "i ragazzi hanno richiesto a gran voce questo evento per diversi motivi. Innanzitutto ad ottobre molti di noi saranno maggiorenni e quindi avranno la possibilità di votare. In secondo luogo, nonostante la nostra scuola sia attenta alle tematiche di attualità riuscendo ad intersecarle con il programma scolastico, in classe non si è mai affrontato questo argomento che saremmo desiderosi di approfondire". Il Prof. Fasano ha introdotto l'argomento spiegando come il referendum costituzionale interessi la seconda parte della nostra Costituzione, non toccando cioè quella dedicata ai diritti e doveri del cittadino italiano.
Il relatore dr. Fasano
L'intervento sulla Carta Costituzionale rappresenta un momento importante di novità perchè la finalità principale è quella di eliminare il nostro sistema parlamentare paritario simmetrico (il cosiddetto "bicameralismo perfetto") che ci distingue da tutte le altre democrazie europee ed occidentali. I nostri Padri costituenti, dopo l'esperienza fascista, avevano infatti pensato di organizzare il parlamento in due camere che avessero gli stessi compiti per evitare che una forza politica prendesse il sopravvento: in questo modo si rappresentavano meglio i cittadini e si potevano condividere meglio le opinioni. In realtà questo modello parlamentare è risultato essere molto oneroso in termini sia economici che tempistici per l'eccessiva lentezza dei passaggi di provvedimenti da una camera all'altra, con la possibilità di un maggiore potere di veto da parte dei partiti politici.
Il prof. Luciano Fasano con Federico Dusi
La nuova riforma del parlamento italiano quindi andrebbe a modificare il bicameralismo parallelo: si prevedono due rami con diverse funzioni in cui il nuovo Senato sia composto da rappresentanti del territorio; ci sarebbero un minore potere di veto e di ricatto da parte delle forze politiche ed un più lineare procedimento legislativo (non per forza però meno oneroso per le casse dello Stato). "La nuova composizione del Senato", ha spiegato il Prof. Fasano "prevede un numero di 100 senatori: 95 saranno eletti con metodo proporzionale nei consigli regionali, di cui 74 consiglieri regionali e 21 sindaci, e 5 senatori saranno invece nominati dal Presidente della Repubblica. Questi 5 senatori non saranno eletti a vita perciò il loro mandato ha una data di scadenza. In più la riforma del Senato prevede un'attribuzione di poteri diversa da quella odierna in quanto viene rotta la simmetria tra le due camere; la Camera e il Senato voteranno congiuntamente solo in alcuni casi: in occasione di riforma costituzionale, per leggi di ordinamento che modifichino l'assetto istituzionale, per referendum popolari, per modificare la composizione di enti di ordinamento dello Stato, per la ratifica di trattati UE e per le condizioni di ineleggibilità di soggetti. Le competenze legislative e di indirizzo politico saranno esclusivamente attribuite alla Camera. In ogni caso comunque il Senato potrà esaminare alcuni provvedimenti legislativi spettanti alla Camera se un terzo dei Senatori ne farà richiesta. Questa legge inoltre prevede la risoluzione del problema creatosi dal 2001 con la riforma del Titolo V della Costituzione, quello relativo alla competenza dello Stato e delle Regioni: la riforma ha creato parecchia confusione e rallentamento nella giustizia italiana per colpa di una poca chiarezza nell'attribuzione di poteri allo Stato o alla Regione; si prevede come risoluzione al problema una chiara assegnazione delle competenze delle Regioni". Successivamente il relatore ha esaminato la figura del Presidente della Repubblica alla luce di questa nuova riforma.
VIDEO - COME CAMBIA LA FIGURA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
"In conclusione quindi i punti cardine di questa riforma sono, a mio parere: l'importante ritocco sulla figura del Presidente della Repubblica, gli effetti sul federalismo, la legge elettorale che contribuisce a rendere stabile la rappresentanza parlamentare, la produzione di un parlamento in cui il procedimento legislativo è più lineare, la restituzione di un parlamento frammentato (chi vince il premio di maggioranza ha in sostanza solamente circa 25 seggi in più del primo partito della minoranza), il disincentivo per le forze politiche più piccole a ricattare le forze politiche maggiori".
Hanno chiuso la serata le domande del pubblico e le risposte, sempre esaurienti e complete del relatore.
Beatrice Frigerio