Osnago: 2 ruote e 1 manubrio, il mondo di Gianluca Chiappa al Centro ''Lazzati''

Ha coinvolto il pubblico di ascoltatori nella sua grande passione il ventenne Gianluca Chiappa, relatore dell'incontro "La rivoluzione silenziosa della pedalata". La serata è stata organizzata dal "Centro sociale e culturale Giuseppe Lazzati" di Osnago per il ciclo dei Caffè del venerdì.


L'interesse di Gianluca per la due ruote ecologica è nato da quando era ragazzino e, crescendo, lo ha portato a diventare ciclista e ciclomeccanico. Oggi, accanto agli studi e alle immancabili pedalate all'aria aperta, il giovane padernese si dedica anche alla piccola officina Biciklo, il cui nome deriva dall'esperanto e significa appunto "bicicletta". «Parlo di "silenziosa rivoluzione" della pedalata perché la bicicletta non fa rumore ed è mossa da un gesto circolare e ripetitivo. La bicicletta ha dei risvolti ludico/ricreativi, sociali ed ecologici» ha spiegato Gianluca iniziando dal primo aspetto che vede da un lato i ciclisti "attivi" che hanno un rapporto diretto con la bicicletta, impiegandola anche per attività considerate rilassanti quali le uscite della domenica pomeriggio, e dall'altro i ciclisti "da poltrona" che non si perdono una sola gara trasmessa in televisione.

Gianluca Chiappa

Dopo aver ricapitolato quanto prevede il Codice della Strada per la condotta dei ciclisti che suscitano non pochi malumori negli automobilisti, Gianluca ha riflettuto sull'aspetto sociale: «oggi le categorie di persone che usano maggiormente la bicicletta sono gli immigrati, i ragazzini, gli anziani e i ciclisti sportivi. La bici è vista in parte come uno status symbol e in parte con uno sguardo un po' sprezzante. La bicicletta significa fatica, costanza e resistenza, è un'ottima metafora per la vita». Il ciclomeccanico ha ricordato degli episodi leggendari per la memoria collettiva e due dei casi che hanno gettato ombra sulla disciplina sportiva, ovvero l'ammissione di ricorso al doping da parte di Armstrong e il mistero che aleggia attorno a Pantani, spiegando che il ciclismo è il quinto sport per casi di doping mentre il triste primato va all'atletica.

Luigi Mandelli, presidente del centro Lazzati

«Il mondo della bicicletta può essere occasione di riscatto sociale, come opportunità di lavoro e di emancipazione femminile per il mondo arabo. Oggi ci sono negozi d'elite per la vendita di biciclette ma i ciclomeccanici non sono numerosi e questo è un lavoro che richiede una buona manualità. Alcuni ospiti della casa di accoglienza "Bakhita" a Schio vengono avvicinati alla professione. Circa un mese fa a Milano si è tenuto un evento ciclistico femminile per contrastare la discriminazione femminile» ha proseguito Gianluca che ha approfondito anche il lato ecologico delle due ruote, valorizzando le esperienze di bike sharing attivate anche a Milano e Bergamo, che consentono di osservare le città d'arte da un punto di vista differente. Proprio nelle città la bicicletta risulta il mezzo più veloce, anche rispetto alle automobili, e non ha le ricadute ambientali negative tipiche dei veicoli. «Rispetto al 2014 il livello di CO2 del 2015 è invariato - ha aggiunto Gianluca - ma valutando le fasi di produzione, utilizzo, alimentazione e riparazione, le biciclette generano 21 grammi di CO2 per km, gli autobus 101 e le automobili 271». Il ciclomeccanico ha considerato poi gli aspetti positivi legati all'utilizzo della bicicletta per i brevi percorsi, a partire dalla rivitalizzazione dei paesi e dalla frequentazione dei negozi di vicinato.


Ora, su iniziativa del programma radiofonico Caterpillar, con "Bike the Nobel" è stata accolta la candidatura per il Nobel della pace della squadra femminile della Federazione Ciclisti dell'Afghanistan.

Federica Conti
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