Merate: docenti a lezione di orienteering per scoprirlo e applicarlo con gli studenti

È stato un incontro per gli insegnanti di ogni ordine e grado quello organizzato venerdì pomeriggio dalla sezione ASD della Polisportiva Besanese e dal CAB Polidiagnostico di Barzanò e Merate. Nella sala civica di Merate Ivano Benini e Anna Riva, docenti alla scuola primaria e secondaria di secondo grado ed allenatori sportivi, hanno introdotto i presenti alla disciplina sportiva nata al tramonto dell‘800 in Scandinavia. “In origine l’orienteering era uno sport militare, in Italia è arrivato alla fine degli anni Ottanta ma è rimasto di nicchia. Il Trentino Alto Adige è la regione in cui viene maggiormente praticato però a livello italiano la società campione è la Polisportiva Besanese” ha spiegato Ivano Benini.

Anna Riva e Ivano Benini

L’orienteering mette in gioco le gambe e la testa: si pratica all’aria aperta, nei boschi o in città, dotati di una cartina, su cui sono segnalate le posizioni delle lanterne, e di un cartellino testimone (o di una Si-Card se a livello agonistico) con l’elenco ordinato delle lanterne e l’apposito spazio da punzonare  in corrispondenza della lanterna da individuare.  «Lo scopo è leggere correttamente la carta, orientarla e raggiungere i punti nell’ordine richiesto. Introducendo l’orienteering a scuola si sviluppa negli studenti un senso ecologico, perché si impara a muoversi all’aperto facendo attività fisica, e si accresce l’autonomia perché, negli ambienti sconosciuti, ci si deve fidare di se stessi. Nelle gare è bello vedere i bambini che si orientano nel percorso, seguiti a distanza da un adulto». Ivano Benini ha quindi spiegato come declinare la disciplina in un’attività didattica adeguata agli alunni della scuola primaria. L’orienteering consente di imparare a leggere le cartine, sperimentando nella pratica i concetti di riproduzione in scala, di equivalenza e di punti cardinali. Nell’eseguire i percorsi all’interno della scuola i bambini sviluppano anche le competenze linguistiche per la descrizione degli oggetti, artistiche per la realizzazione delle mappe e le conoscenze botaniche. Inizialmente, gli esercizi suggeriti si potrebbero svolgere nelle aule con la riproduzione della cartina e l’utilizzo dei punti cardinali, poi si amplierebbe l’orizzonte usufruendo della palestra e quindi si potranno realizzare dei percorsi nel perimetro dell’edificio scolastico e nel cortile, insegnando come orientarsi con la cartina.


Anna Riva ha portato la sua esperienza di insegnante all’istituto Greppi di Monticello dove l’orienteering è attività curricolare. Il punto di partenza per i ragazzi delle superiori è imparare a utilizzare correttamente la carta, ricorrendo principalmente ai punti di riferimento e in palestra si apprende la simbologia delle mappe. «Gli esercizi possono essere fatti in coppia o singolarmente, se qualcuno lo preferisce. Si può partire in sequenza libera oppure obbligata, a distanza di circa un minuto gli uni dagli altri. Prima facciamo dei percorsi negli spazi della scuola  e quindi proponiamo degli esercizi “a stella” negli spazi della Villa Greppi. Alla fine si sperimentano dei percorsi completi e i ragazzi imparano ad utilizzare carte con scale diverse». Anna Riva ha aggiunto che vi è anche il trail-O: «è un orienteering di precisione, non richiede un impegno fisico ma solo intellettivo. I partecipanti seguono i percorsi anche camminando e devono risolvere dei quesiti individuando le lanterne corrette. Questa disciplina consente anche ai diversamente abili di cimentarsi nell’orienteering e ad oggi ci sono sia i campionati open che paralimpici».

Dopo aver seguito la spiegazione della simbologia, i docenti presenti all’incontro si sono messi in gioco per sperimentare l’orienteering in prima persona.
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