Cernusco: gli alcolisti anonimi festeggiano i 30 anni di attività
Un'importante tappa quella raggiunta dal gruppo "Alcolisti anonimi" di Cernusco - Merate. Domenica pomeriggio molte persone che hanno dovuto affrontare il problema dell'alcol si sono unite ai festeggiamenti per il trentesimo anniversario dalla fondazione del gruppo. Come ricordato all'inizio dell'assemblea, l'associazione è un'esperienza di forza e di speranza ed è costituita da tutti coloro che sono uniti dal profondo desiderio di lottare contro l'ossessione dell'alcol. Per procedere nel percorso di liberazione, quanti si rivolgono all'associazione sono tutelati dall'anonimato.
Il sindaco Giovanna De Capitani ha ringraziato il gruppo per la preziosa attività svolta sul territorio comunale e non solo, sottolineando la vicinanza e l'appoggio. Durante l'assemblea è stato ricordato il fondatore che trent'anni fa ha dato vita al gruppo cernuschese e meratese, facendosi portavoce dei principi e del senso di responsabilità che contraddistinguono "Alcolisti anonimi". «Quando si arriva da una situazione di disperazione e si afferra la mano che viene tesa, si entra e si conosce un altro mondo. Non c'è nessun obbligo se non quello di essere onesti con se stessi. Alla fine del lungo percorso siamo invitati a trasmettere il messaggio ad altri. Nonostante alti e bassi, il gruppo è attivo da trent'anni e la porta deve stare aperta per chi ha bisogno di aiuto» ha commentato Paolo.
Come è stato spiegato, l'alcolismo è una malattia e non si deve provare vergogna ad avvicinarsi all'associazione. I presenti, ripercorrendo alcuni frammenti del proprio percorso, hanno sottolineato il senso di responsabilità che si prova nel dare testimonianza e l'importante esperienza di arricchimento. «Appena ho incontrato il gruppo ho trovato una grande accoglienza e progressivamente ho iniziato a seguire il programma dei dodici passi per vivere bene le ventiquattr'ore» ha commentato una signora e un altro le ha fatto eco: «il gruppo è arrivato qui grazie alla responsabilità di chi c'era che ha portato avanti il messaggio di "Alcolisti anonimi". E i dodici passi sono uno strumento importante, non il fine».
Anche i familiari di quanti hanno vissuto il problema dell'alcol hanno ringraziato l'associazione per l'aiuto, rimarcando l'importanza di frequentare gli incontri con costanza.
Le psicologhe hanno augurato all'associazione di proseguire nell'impegno profuso ed è stata ricordata la presenza dei gruppi familiari Al-Anon e Alateen, per i figli adulti e i minorenni. E prima di festeggiare l'anniversario, un monito: «meglio morire da vivi che vivere da morti»
Il sindaco Giovanna De Capitani
Il sindaco Giovanna De Capitani ha ringraziato il gruppo per la preziosa attività svolta sul territorio comunale e non solo, sottolineando la vicinanza e l'appoggio. Durante l'assemblea è stato ricordato il fondatore che trent'anni fa ha dato vita al gruppo cernuschese e meratese, facendosi portavoce dei principi e del senso di responsabilità che contraddistinguono "Alcolisti anonimi". «Quando si arriva da una situazione di disperazione e si afferra la mano che viene tesa, si entra e si conosce un altro mondo. Non c'è nessun obbligo se non quello di essere onesti con se stessi. Alla fine del lungo percorso siamo invitati a trasmettere il messaggio ad altri. Nonostante alti e bassi, il gruppo è attivo da trent'anni e la porta deve stare aperta per chi ha bisogno di aiuto» ha commentato Paolo.
Come è stato spiegato, l'alcolismo è una malattia e non si deve provare vergogna ad avvicinarsi all'associazione. I presenti, ripercorrendo alcuni frammenti del proprio percorso, hanno sottolineato il senso di responsabilità che si prova nel dare testimonianza e l'importante esperienza di arricchimento. «Appena ho incontrato il gruppo ho trovato una grande accoglienza e progressivamente ho iniziato a seguire il programma dei dodici passi per vivere bene le ventiquattr'ore» ha commentato una signora e un altro le ha fatto eco: «il gruppo è arrivato qui grazie alla responsabilità di chi c'era che ha portato avanti il messaggio di "Alcolisti anonimi". E i dodici passi sono uno strumento importante, non il fine».
Anche i familiari di quanti hanno vissuto il problema dell'alcol hanno ringraziato l'associazione per l'aiuto, rimarcando l'importanza di frequentare gli incontri con costanza.
Le psicologhe hanno augurato all'associazione di proseguire nell'impegno profuso ed è stata ricordata la presenza dei gruppi familiari Al-Anon e Alateen, per i figli adulti e i minorenni. E prima di festeggiare l'anniversario, un monito: «meglio morire da vivi che vivere da morti»