Mandic: inaugurata la nuova sede del CAL per l'assistenza ai pazienti sottoposti a dialisi


L'acronimo CAL (Centro Dialisi e Assistenza Limitata), come ha sottolineato anche il direttore generale dr. Stefano Manfredi, non rende onore al servizio di eccellenza per l'utenza e il territorio che già viene svolto e che ora si amplia ancora di più. Nessuna "limitatezza" ma un'assistenza che si va sempre più perfezionando e che riesce ad assere al fianco del paziente per le 3-4 ore del trattamento, nel miglior modo possibile.

Il sindaco Andrea Massironi, il direttore generale Stefano Manfredi, il dottor Giuseppe Pontoriero,
la dottoressa Flavia Simonetta Pirola (direttore sanitario)

Il primario dr. Pontoriero


Questa mattina alla presenza dei vertici dell'azienda ospedaliera, del primario dr. Giuseppe Pontoriero, del referente della struttura semplice di Merate dr. Vincenzo La Milia, della coordinatrice infermieristica Lucia Mitrugno, dei membri ANED (Associazione Nazionale Dializzati e Trapiantati) tra cui Ornella Castelnuovo segretaria nazionale, dell'amministrazione comunale, è stato ufficialmente inaugurato il nuovo centro con 14 posti accreditati, ubicati in due stanze (attualmente sono 10 in un unico locale) che si pone l'obiettivo di sviluppare l'attività su tre turni (più agevoli per gli utenti) e diventare un riferimento per le cronicità di questa patologia.

VIDEO



Il direttore medico di presidio dr. Gedeone Baraldo, il primario facente funzione di pediatria
dr. Felice Cogliati, la dottoressa Paola Palmieri direttore amministrativo

Una "sofferenza" che obbliga la persona a sottoporsi a cure salvavita tre giorni alla settimana con sedute di tre-quattro ore dove diventano fondamentali l'ambiente in cui deve trascorrere una fetta importante della giornata così come il personale con cui rapportarsi.

A destra Anna Cazzaniga direttrice del Sitra (Servizio Infermieristico Tecnico Riabilitativo Aziendale), al centro
il dr. Luca Nicolini a capo della direzione Amministrativa dei Presidi Territoriali e Ospedalieri,
dietro terzo da sinistra il referente del Cal meratese dr. Vincenzio La Milia


Ornella Castelnuovo di ANED


Al CAL il servizio è svolto unicamente da infermieri cui è affidata la gestione ordinaria e quotidiana dello svolgimento delle sedute e che si interfacciano con il medico solo per le visite periodiche.

 

Ornella Castelnuovo, una volontaria di Aned, il dr. Vincenzo La Milia e la coordinatrice infermieristica Lucia Mitrugno

Don Biagio Fumagalli

A destra la dottoressa Emanuela Mollo vicedirettore sanitario del presidio ospedaliero meratese


Se l'attivazione della nuova ala, non ancora a regime, è un passo importante lo sarà anche l'approntamento di tutti quei piccoli accorgimenti utili al paziente, come il posizionamento di televisori (già approvati, ndr) che consentirà di far passare il tempo con meno lentezza.

Ultimo passaggio della mattinata, prima della visita al reparto, la benedizione del cappellano Don Biagio Fumagalli.


ASST: Nefrologia e Dialisi e Il nuovo CAL di Merate /1

La Struttura di Nefrologia e Dialisi dell’Ospedale Manzoni (Direttore Giuseppe Pontoriero) dispone di un centro Dialisi Ospedaliero a Lecco, con 32 posti dialisi, e tre Centri Dialisi ad Assistenza Limitata o CAL , con 34 posti dialisi accreditati (14 a Merate, 10 ad Oggiono, 10 a Bellano). Effettua il trattamento dialitico peritoneale domiciliare, manuale e automatizzato , e provvede in autonomia all’attività chirurgica dell’accesso vascolare per emodialisi e al posizionamento/revisione del catetere per dialisi peritoneale.
I soggetti emodializzati attualmente in carico all’emodialisi sono 212 (119 a Lecco, 38 a Merate, 38 ad Oggiono, 16 a Bellano, 1 in emodialisi domiciliare); i soggetti in dialisi peritoneale sono 24.
Nel 2015 sono stati effettuati 18.101 trattamenti emodialitici ambulatoriali a Lecco e 13.561 nei tre CAL (5.911 a Merate, 5.386 ad Oggiono, 2.264 a Bellano), nonchè 10.646 trattamenti dialitici peritoneali giornalieri.
Nello scorso anno, inoltre, sono stati segnalati per il trapianto e successivamente trapiantati 12 pazienti (con donatore cadavere) e 5 con donatore vivente (quest’ultimo dato è da sottolineare perché pone l’Ospedale di Lecco tra i primi in Lombardia per il trapianto da vivente).
Nel centro ospedaliero di Lecco i nefrologi scelgono, insieme ai pazienti, in base alla condizione clinica e familiare, il trattamento più idoneo (emodialisi o dialisi peritoneale) e si fanno carico di allestire l’accesso per la dialisi.
Una volta avviato il trattamento emodialitico, se le condizioni cliniche lo consentono, i pazienti vengono indirizzati al CAL più vicino al domicilio , per ridurre il disaggio del trasporto da casa al centro dialisi, tre volte alla settimana.
I CAL Dialisi sono collegati al Centro Dialisi Ospedaliero di Lecco : ciò nondimeno gli infermieri dei CAL sono adeguatamente addestrati a prendersi carico dei pazienti ed effettuare il trattamento emodialitico in sicurezza ed autonomia. Qualora sia necessario, gli infermieri dei CAL si rivolgono al nefrologo che, se necessario, richiama il paziente al Centro Ospedaliero di Lecco o interviene direttamente presso il CAL.

Il CAL di Merate
Fino al settembre 2015, il CAL di Merate disponeva di 10 posti dialisi accreditati , in una sala piuttosto angusta rispetto alle necessità del servizio. Da ottobre 2015 è stato trasferito nella nuova sede che , oltre ad avere la disponibilità di apparecchiature e tecnologie di ultima generazione, ha due ampie e luminose sale dialisi da 7 posti ciascuna (sei per il trattamento ed 1 di riserva) e gode di un significativo spazio per i locali tecnici, le strutture di supporto e l’assistenza. In particolare, sono molto più ampi e confortevoli gli spazi dedicati ai pazienti per gli spogliatoi, l’attesa e la visita.
A differenza degli altri CAL che operano su due turni, il CAL di Merate effettua tre turni giornalieri (dalle 6.15 alle 21.00 per sei giorni alla settimana) per far fronte alla richiesta di trattamento dialitico del meratese che è superiore a quella degli altri CAL.

ASST: Nefrologia e Dialisi e il nuovo CAL di Merate /2

Le patologie renali: dati epidemiologici
Le patologie renali sono molto più diffuse e rischiose di quello che comunemente si pensa, tant’è che il Ministero della Salute ha incluso la Malattia Renale Cronica o MRC tra le malattie che rappresentano un problema di salute pubblica.
La MRC è una condizione di alterata funzione renale persistente da più di tre mesi e può conseguire al cronicizzarsi di malattie tipicamente renali oppure può associarsi a diverse patologie sistemiche molto diffuse nella popolazione (ipertensione, diabete, obesità, malattie reumatologiche).
La gravità della MRC può essere classificata in cinque stadi in base ai livelli di filtrato glomerulare. Quando questi scende sotto i 15 ml/min si riscontra lo stadio più grave e si raggiunge lo stato di insufficienza renale terminale, che prelude alla necessità del trattamento sostitutivo della funzione renale, cioè la dialisi o il trapianto renale.
Si stima che a livello mondiale ci siano oltre 2 milioni di soggetti in trattamento dialitico, principalmente nei paesi occidentali. Inoltre, negli ultimi anni, la malattia renale cronica ha visto una crescita esponenziale e si prevede che aumenterà del 17% nel prossimo decennio.

I valori in Lombardia
In Lombardia circa l’8% della popolazione di età compresa tra 35 e 79 anni è affetta da una qualche forma di MRC. Questa percentuale suggerisce la presenza in regione di circa mezzo milione di soggetti con malattia renale cronica, di cui circa il 38% con uno stadio moderato-grave. Dai dati del Registro Lombardo di Dialisi e Trapianto risulta che ogni anno oltre 1.700 lombardi iniziano la dialisi, ma solo un sesto ha accesso al trapianto. Nel 2014 si contavano in Lombardia oltre 7.500 persone in dialisi, con una cresciuta dell’11% rispetto a 10 anni prima.
La MRC è pericolosa perché, oltre a poter progredire fino allo stadio terminale necessitante di dialisi, con il ridursi della funzione renale si amplifica il rischio di complicanze cardiovascolari ed aumenta in modo esponenziale la mortalità. Spesso la MRC si sviluppa e progredisce in modo insidioso senza dare sintomi, per cui occorre mettere in atto una sorveglianza della funzione renale, senza aspettare la comparsa di disturbi.

Diagnosi precoce e prevenzione
La diagnosi precoce può essere fatta con esami semplici e poco invasivi, come l’esame delle urine, il dosaggio plasmatico della creatinina e l’ecografia dell’apparato urinario. Nella prevenzione della MRC e della sua progressione gioca un ruolo chiave il miglioramento dello stile di vita, la diagnosi precoce, l’identificazione delle cause eziopatogenetiche ed il trattamento delle patologie associate.
Ipertensione, diabete, obesità e calcolosi rappresentano condizioni morbose di rischio di MRC che, al di là di cure specifiche, possono essere prevenute con una corretta alimentazione e stile di vita. Inoltre, l’alimentazione con un basso contenuto di sale, proteine e fosfati e con un buon apporto calorico ha un ruolo chiave nella gestione della MRC.
Ai fini della prevenzione è importante disporre di una struttura organizzata che consenta di integrare i professionisti coinvolti (nefrologi, medici di medicina generale ed altri professionisti sanitari) e mettere in campo percorsi condivisi di diagnosi e terapia. Per questo motivo la Regione Lombardia, con il contributo dei nefrologi lombardi, ha istituito la Rete Nefrologica (“ReNe”) con lo scopo di garantire una corretta presa in carico e trattamento dei soggetti nefropatici.
Prevenzione e trattamenti precoci permettono anche di contenere i costi sanitari.

S.V.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.