Il lecchese vuole i servizi alla persona erogati da ''Retesalute''. Ma l’Asp è la sola legittimata, forti dubbi sul ruolo della Coop.

Adele Gatti
La battaglia, a volte a viso aperto a volte sotto traccia, contro Retesalute, rischia di trasformarsi in un boomerang. Soprattutto per i lecchesi che mai hanno visto di buon occhio l'Azienda speciale pubblica fondata dai comuni del distretto socio-sanitario meratese-casatese per la gestione associata dei servizi alla persona. Gli enti gestori dell'ufficio di piano del lecchese e del bellanese hanno delegato l'attuazione del piano di zona alla cooperativa Consolida (attraverso lo strumento improprio della coprogettazione), un consorzio nato nel 1993 ad opera di un gruppo di cooperative sociali. Quattro sesti della provincia, quindi, hanno affidato tutti i servizi alla persona a questo consorzio mentre il meratese e il casatese hanno fondato una propria Azienda speciale che ha tutti i requisiti per svolgere tale attività. A differenza di Consolida. E qui sta il punto: in diverse occasioni è stato fatto notare a Virginio Brivio, sostenitore dell'espansione anche in Brianza della Cooperativa lecchese che "Consolida" non avrebbe tutti i requisiti per svolgere l'attività. L'articolo 20 della legge 23/2015, infatti, dice che la programmazione e la gestione dei servizi sociali e sociosanitari devono essere affidati ad enti giuridicamente riconosciuti, come Retesalute, e non a un Ente privato, come appunto "Consolida".


Ecco il testo dell'articolo 20 punto c:

Art. 20

(Conferenza dei sindaci)

1. La conferenza dei sindaci è composta dai sindaci, o loro delegati, dei comuni compresi nel territorio delle ATS e si articola, come previsto dall'articolo 7 bis, in:

a) l'assemblea dei sindaci del distretto;

b) l'assemblea dei sindaci dell'ambito distrettuale.

2. Le conferenze dei sindaci, in particolare ai fini della presente legge:

a) formulano, nell'ambito della programmazione territoriale dell'ATS di competenza, proposte per l'organizzazione territoriale dell'attività sociosanitaria e socioassistenziale, con l'espressione di un parere sulle linee guida per l'integrazione sociosanitaria e sociale. Partecipano inoltre alla definizione dei piani sociosanitari territoriali all'interno delle cabine di regia di cui all'articolo 6, comma 6, lettera f);

b) partecipano alla verifica dello stato di attuazione dei programmi e dei progetti di competenza delle ATS con particolare riferimento a quelli relativi alle ASST;

c) promuovono l'integrazione delle prestazioni e/o delle funzioni sociali, con le funzioni e/o le prestazioni dell'offerta sanitaria e sociosanitaria anche favorendo, a tal fine, la costituzione tra i comuni di enti o soggetti aventi personalità giuridica;

d) esprimono il proprio parere sulla finalizzazione e sulla distribuzione territoriale delle risorse finanziarie.

 
Pare proprio, quindi, che siano i lecchesi ad avere problemi e non certo la Brianza che, al solito, si è attrezzata per tempo. Ecco perché, ancor più, risulta incomprensibile la posizione fortemente critica verso l'Asp di Adele Gatti, presidente dell'Assemblea dei sindaci del distretto meratese il cui Esecutivo lunedì scorso ha incontrato il Consiglio di Amministrazione di Retesalute. Secondo fonti attendibili la Sindaca di Airuno avrebbe attaccato pesantemente la gestione tecnica dell'Azienda speciale, sparando a zero sull'Ufficio di Piano. Secondo queste indiscrezioni la Gatti sarebbe favorevole all'inglobamento del distretto nell'area lecchese con l'affidamento della gestione dei servizi alla persona a "Consolida". Una tesi, se confermata, davvero stravagante proprio alla luce del dispositivo di legge. Non si capiscono, dunque, le ragioni della "lectio magistralis" sviluppata dalla Presidente dell'Assemblea Distrettuale contro Retesalute. A meno che si debba pensare ad una ipotesi, che riteniamo assurda, di uno scambio con i lecchesi: una mano per favorire il passaggio dell'attività da Retesalute alla Cooperativa Consolida in cambio dell'appoggio alle votazioni per la presidenza del Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci, presieduto oggi dal briviese Felice Baio.

Comunque sia ora si tratta di cogliere l'evoluzione dell'affidamento dei servizi da parte degli enti gestori dei distretti di Lecco e Bellano. Ragionevolmente, se davvero mancassero le prerogative giuridiche per l'affidamento ad una Cooperativa privata, i due distretti dovrebbero dare vita ad un'Asp sul modello di Retesalute. O chiedere ai soci dell'Azienda meratese un'espansione territoriale. Pericolosa, soprattutto se non rigidamente regolata a livello di governance.

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