''Più Merate'' boccia il piano regolatore del verde di ''Sei''. Dice: basta un regolamento
Tra i punti inseriti nel lungo calendario lavori del Consiglio comunale di giovedì 25 febbraio figura l’ordine del giorno presentato dal gruppo Sei Merate relativo all’istituzione di un piano regolatore del verde urbano. La proposta è stata emendata dalla maggioranza che ha ritenuto troppo oneroso avviare un piano complessivo del verde urbano, tuttavia ha almeno concesso la costituzione di un gruppo di lavoro dentro la Commissione Territorio allo scopo di redigere un regolamento. Un risultato che Sei Merate ha comunque accolto tiepidamente. Ecco il commento inviatoci da Alessandro Pozzi.
“Quanto accaduto presso il parco ex-Diana ha messo in luce in modo evidente l'inadeguatezza degli strumenti di gestione del verde attualmente in vigore presso il Comune di Merate.
La proposta di istituire un Piano Regolatore del Verde Urbano tendeva rispondere a questa lacuna, partendo dal presupposto che anche il verde, al pari dell'urbanistica, del traffico e dell'energia, deve essere oggetto di programmazione e regolamentazione da parte dell'ente pubblico.
Il Piano Regolatore del Verde è uno strumento già adottato in molte realtà del nostro Paese che prevede, da un lato, una funzione prescrittiva, in quanto raccoglie in un unico dispositivo le norme che regolamentano la manutenzione del verde privato (potature, abbattimenti, ecc.) e pubblico (tipologie di essenze previste, gestione del patrimonio arboreo in caso di lavori pubblici, ecc.), contribuendo a fare chiarezza sia nei confronti dei cittadini, sia nei confronti degli operatori.
Allo stato attuale, ad esempio, se un privato deve potare un albero non è ben chiaro se sia necessario il parere di un agronomo o se sia invece sufficiente una fotografia dello stato di fatto. E questo anche perchè il sito comunale non dice nulla a riguardo.
Dall'altro, il Piano del Verde avrebbe una funzione programmatoria, in quanto definisce -a partire da un iniziale censimento- un programma organico di interventi di manutenzione, riqualificazione e valorizzazione del patrimonio arboreo, che oggi risulta decisamente trascurato (si pensi al parco di Villa Confalonieri e alle varie capitozzature in giro per la città).
Attraverso la mozione, Sei Merate proponeva di costituire un gruppo di lavoro interno alla Commissione Urbanistica che, supportato da un tecnico comunale, potesse approfondire le esperienze esistenti di Piani Regolatori del Verde, con l'intento di pervenire nel giro di un anno alla formulazione di una proposta adeguata al nostro territorio e alla sua adozione in Consiglio.
Sebbene consideriamo positivamente l'approvazione della mozione all'unanimità, resta il rammarico per l'emendamento presentato dal gruppo Più Merate che, nei fatti, depotenzia la valenza della nostra proposta, limitando l'assunzione dell'impegno alla sola costituzione del gruppo di lavoro in seno alla Commissione, con l'obiettivo "minore" di pervenire alla stesura di un semplice "regolamento" (mentre è scomparsa la dicitura "Piano Regolatore del Verde" nel deliberato), dunque ad un riordino delle norme in vigore senza alcuna visione prospettica e programmatica sul futuro”.
“Quanto accaduto presso il parco ex-Diana ha messo in luce in modo evidente l'inadeguatezza degli strumenti di gestione del verde attualmente in vigore presso il Comune di Merate.
La proposta di istituire un Piano Regolatore del Verde Urbano tendeva rispondere a questa lacuna, partendo dal presupposto che anche il verde, al pari dell'urbanistica, del traffico e dell'energia, deve essere oggetto di programmazione e regolamentazione da parte dell'ente pubblico.
Il Piano Regolatore del Verde è uno strumento già adottato in molte realtà del nostro Paese che prevede, da un lato, una funzione prescrittiva, in quanto raccoglie in un unico dispositivo le norme che regolamentano la manutenzione del verde privato (potature, abbattimenti, ecc.) e pubblico (tipologie di essenze previste, gestione del patrimonio arboreo in caso di lavori pubblici, ecc.), contribuendo a fare chiarezza sia nei confronti dei cittadini, sia nei confronti degli operatori.
Allo stato attuale, ad esempio, se un privato deve potare un albero non è ben chiaro se sia necessario il parere di un agronomo o se sia invece sufficiente una fotografia dello stato di fatto. E questo anche perchè il sito comunale non dice nulla a riguardo.
Dall'altro, il Piano del Verde avrebbe una funzione programmatoria, in quanto definisce -a partire da un iniziale censimento- un programma organico di interventi di manutenzione, riqualificazione e valorizzazione del patrimonio arboreo, che oggi risulta decisamente trascurato (si pensi al parco di Villa Confalonieri e alle varie capitozzature in giro per la città).
Attraverso la mozione, Sei Merate proponeva di costituire un gruppo di lavoro interno alla Commissione Urbanistica che, supportato da un tecnico comunale, potesse approfondire le esperienze esistenti di Piani Regolatori del Verde, con l'intento di pervenire nel giro di un anno alla formulazione di una proposta adeguata al nostro territorio e alla sua adozione in Consiglio.
Sebbene consideriamo positivamente l'approvazione della mozione all'unanimità, resta il rammarico per l'emendamento presentato dal gruppo Più Merate che, nei fatti, depotenzia la valenza della nostra proposta, limitando l'assunzione dell'impegno alla sola costituzione del gruppo di lavoro in seno alla Commissione, con l'obiettivo "minore" di pervenire alla stesura di un semplice "regolamento" (mentre è scomparsa la dicitura "Piano Regolatore del Verde" nel deliberato), dunque ad un riordino delle norme in vigore senza alcuna visione prospettica e programmatica sul futuro”.