Panzeri: liberare energie è lo slogan ma si è pensato anche a chi vuole una città tranquilla?

L’ultima seduta del Consiglio comunale di Merate ha licenziato, con il solo voto della maggioranza, la variante del PGT  (piano di governo del territorio)
Il dibattito sull’argomento, come previsto, è stato serrato, a tratti forse scomposto, ma certamente ricco di tematiche. Nemmeno il fatto che entrambi i gruppi di opposizione, seppur sostenuti da anime politiche agli antipodi, siano giunti alle medesime conclusioni ha scalfito la supponenza con la quale si è voluto modificare il piano vigente.
Diciamo senza remore supponenza perché questa variante, che può potenzialmente cambiare in modo significativo il volto della città, è stata guidata solo dalle convinzioni personali di alcuni eletti (e non) senza contemplare un minimo confronto con le forze socio-politiche cittadine e men che meno con la cittadinanza stessa.
Le nostre obiezioni principali sono e restano ben chiare e definite:
1 la perimetrazione del TUC (tessuto urbano consolidato) che include aree attualmente agricole
2 la liberalizzazione pressoché totale delle funzioni ammesse all’interno degli edifici esistenti
Sul TUC il concetto è molto chiaro: non esiste alcun obbligo di legge di perimetrarlo! Dopo alcuni tentennamenti persino l’estensore l’altra sera l’ha definita ”una facoltà”. E perché si è esercitata questa facoltà? Gli amministratori si sono prodigati a ribadire che non vi è nessuna nuova possibilità edificatoria.  Perché allora sono stati inclusi dei terreni agricoli, anche oggetto di istanze formalmente respinte,  se non si vuole permettere di costruirci sopra nell’immediato futuro? Mistero irrisolto. Ai posteri l’ardua sentenza. Noi riteniamo che nessuna di queste scelte sia stata fatta in modo casuale; nel frattempo ribadiamo il nostro NO a nuovo consumo di suolo, come previsto tra l’altro dalla legge regionale 31, e lo riconfermeremo nelle osservazioni che puntualmente presenteremo.
Ma il punto su cui gli animi si sono ancora più scaldati è stato quello relativo alle cosiddette funzioni compatibili, in poche parole le nuove destinazioni ammesse all’interno degli edifici esistenti. Qui, due sono gli ambiti principalmente interessati: il centro storico e la via Bergamo.
Per il primo lo slogan, scontato quanto datato, è “rivitalizziamolo”. E come? Non con iniziative aggreganti bensì permettendo da un lato di recuperare i sottotetti favorendo così l’insediamento residenziale, dall’altro contemplando nei medesimi edifici ogni e qualsiasi altra attività. Capite bene che problemi di convivenza sono quanto mai probabili ma, senza escluderlo, ”controlleremo noi” ci dicono. Come non è dato a sapersi ma la contraddizione appare evidente. Queste scelte ne ricordano alcune, quanto mai discutibili, del passato quando si fecero costruire villette a ridosso di grandi fabbriche a Brugarolo, per poi subire le lamentele dei cittadini esasperati da rumori, odori, inquinamento e traffico. Obbrobri urbanistici, seppur diversi, che pensavamo definitivamente abbandonati. Ci sarebbe invece piaciuto ad esempio sentire l’assessore Procopio, nel suo accalorato intervento, elencarci quanto è stato fatto nei 5 anni di delega al commercio per rivitalizzare il centro e quanto in 2 anni da responsabile dei lavori pubblici per abbellirlo e renderlo più fruibile. Evidentemente servono 7 anni per “liberare le energie”, diciamo, facendo nostro lo slogan dominante della serata. Bene, speriamo non ne servano altrettanti per avviare i lavori della piscina e sistemare la via del Calendone, aggiungiamo quanto mai perplessi.
Altro tema è la via Bergamo, arteria con insediamenti in origine prettamente manifatturieri che, potenzialmente, potrà diventare in breve tempo una piccola Las Vegas in salsa meratese grazie al possibile quanto probabile insediamento indiscriminato di sale slot, balere, disco pub, media distribuzione e qualsivoglia attività, con relativi avventori, in strutture autorizzate originariamente per ben altre finalità e quindi prive di adeguati parcheggi e strade di acceso. Pura follia a nostro, ma non solo, parere!
Trattasi di “allarmismo ingiustificato o addirittura propaganda elettorale” (mancano 3 anni…) il nostro, strillava invasato il capogruppo Casaletto, spiegandoci che quei capannoni sono destinati tutti o quasi ad essere abbandonati se non verranno prontamente convertiti. Vedremo anche qui, toccando ferro, visto che, perlomeno il sottoscritto, con l’industria manifatturiera ancora ci vive.
Al termine del lungo dibattito una considerazione è venuta spontanea: per gran parte della sera abbiamo sentito parlare di stimoli agli operatori edilizi, di incentivi per aprire nuove attività in centro, di nuovi insediamenti commerciali.  Bene, nulla da eccepire per principio anche si ci è parso più uno spot di una agenzia immobiliare che una precisa strategia urbanistica.
Sorge però, concludendo, un dubbio: ma a quelli, e non son pochi, che hanno deciso di vivere a Merate perché è un paese tranquillo, con ancora un po’ di verde intorno, tutto sommato ben servito, a questi, qualcuno ci ha pensato?
Massimo Panzeri - Capogruppo Prospettiva Comune
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