Ospedale Mandic: Ortopedia in affanno, e ora c’è l’ipotesi di unire i reparti di Merate e Lecco. Invece serve un primario f.f.
Stefano Manfredi, Piero Poli, Giuseppe Minnici, Fabrizio Angaroni
E' il primo, vero, banco di prova per il dottor Stefano Manfredi. Ma per l'importanza della posta in gioco, un errore potrebbe essergli fatale, già nei primi mesi di direzione dell'Azienda Socio-Sanitaria Territoriale (ASST) di Lecco. In discussione non c'è soltanto il futuro dell'Ortopedia, un vanto del San Leopoldo Mandic sin dai tempi del compianto dottor Manganini e poi dei suoi successori Incerti e Minnici. In discussione c'è, sia pure indirettamente, il "Dipartimento d'urgenza e Accettazione" (DEA) del presidio meratese. La situazione attuale è estremamente delicata. La struttura complessa è stata affidata "ad interim" al dottor Piero Poli, primario del reparto di Lecco, parzialmente distaccato a Merate dopo il pensionamento di Giuseppe Minnici, dall'ex commissario straordinario Giuseppina Panizzoli. Una decisione, la sua, che criticammo subito perché tra un interim e un facente funzione interno non abbiamo dubbi. Ma la dottoressa Panizzoli, certo malconsigliata, aveva optato per l'interim. Il dottor Poli si era impegnato supportare l'equipe del Mandic due giorni la settimana. Ora però si dice che sia presente soltanto il giovedì e che effettui visite ambulatoriali in regime di libera professione. Si tratta di una "voce" non verificata direttamente, ma che sarebbe supportata anche da affermazioni attribuite allo stesso dottor Poli di una ipotesi di unificazione delle due Ortopedie con un budget unico, al fine, parrebbe, di razionalizzare i costi. Al momento, però, sembra che l'obiettivo più perseguito dal Primario sia quello di indirizzare a Lecco i pazienti meratesi che necessitano di protesica e artroscopia. Lasciando, in sostanza, a Merate gli interventi al femore, per lo più su pazienti anziani. Se tutto questo fosse vero - e ci aspettiamo una serena presa di posizione dello stesso dottor Poli - si avvererebbe un disegno che nemmeno il dottor Rotasperti - prematuramente scomparso, cui si deve l'apertura del Manzoni - era mai riuscito a realizzare. Smontando pezzo per pezzo l'Ortopedia si finirà inevitabilmente per indurre i pazienti a dirottare su Ponte San Pietro, dove troveranno l'ex primario di Merate Marco Incerti e Fabrizio Angaroni (che, se fossimo in Manfredi cercheremmo di riportare in città) oppure a Vimercate. A quel punto sarà messa in discussione l'intera tenuta del presidio rispetto al bacino potenziale d'utenza, con inevitabili riflessi negativi anche sul Manzoni. Già oggi, ad esempio, smontata la chirurgia vascolare al Mandic, i pazienti dirottano su Vimercate nella struttura diretta dal dottor Dalmazio Frigerio, o su Zingonia, al Policlinico San Marco, nel reparto diretto dal dottor Roberto Mezzetti. Si rende dunque necessario quanto meno impedire progetti dirompenti per il presidio di via Cerri, peraltro non previsti dal piano Organizzativo Aziendale (POA), in attesa della stesura del nuovo Piano. Naturalmente la decisione auspicata è la nomina da parte del nuovo DG Manfredi almeno di un primario facente funzioni scelto all'interno del reparto nelle more della redazione del POAS che deve vedere un rilancio dell'Ortopedia meratese, indipendentemente dalle decisioni che saranno assunte per Lecco. Dovrebbe essere ormai chiaro che il paziente non soddisfatto dal Mandic dirige su Vimercate e non su Lecco. Salvo che non sia stato "forzatamente" indirizzato a Germanedo.
Claudio Brambilla