Cornate: la Santa Edith Stein tratteggiata da Padre Giorgio Farè attraverso l'empatia
Ha riscosso ancora una volta un buon successo l'incontro organizzato dal Centro Culturale Benedetto XVI per parlare dei testimoni della misericordia; martedì sera, nonostante il brutto tempo, la sala pluriuso del comune di Cornate è stata abbondantemente riempita, obbligando anche qualcuno a rimanere in piedi. La protagonista di questa conferenza è stata Edith Stein, conosciuta anche come Santa Teresa Benedetta della Croce; la figura di questo personaggio è stata presentata da Padre Giorgio Maria Farè del santuario del Carmelo di Monza.
Il presidente del Centro culturale Renato Scotti ha spiegato come la scelta di invitare Padre Giorgio sia stata dettata dal fatto che Santa Teresa apparteneva all'ordine delle carmelitane scalze, lo stesso ordine del relatore. La Santa tedesca, filosofa ebrea convertita al cattolicesimo, nata negli ultimi anni del diciannovesimo secolo, fu vittima delle persecuzioni razziali indette da Hitler, nel 1943 fu imprigionata ed infine uccisa ad Auschwiz.
Padre Giorgio Maria Farè ha concentrato il suo intervento sul pensiero e sull'esperienza della Santa in quanto "promotrice" dell'esperienza dell'empatia. Di origine ebraica, Edith da adolescente si dichiarò atea e fece una toccante esperienza al lazzaretto mentre studiava filosofia. L'aspetto fondamentale della sua ricerca si concentrò sulla verità. "La filosofa è una donna pienamente onesta sul piano intellettuale, non trasuda di alcuna ideologia proprio perchè in costante ricerca della verità più pura" ha spiegato il relatore. Da giovane subì l'influsso di Husser e Scheler (due filosofi del tempo) e cominciò a ricercare un punto che incontrasse il pensiero di questi due personaggi. Mentre Husser infatti era alla ricerca della verità, Scheler si occupava dell'empatia ed era fortemente cattolico. Fu proprio quest'ultimo a rivelarle l'importanza della Fede in Dio, senza però influenzarla del tutto.
Padre Giorgio è poi passato ad analizzare il punto cruciale del pensiero di Santa Teresa, l'empatia. Il termine in tedesco significa "andare a tastoni, avvertire impressioni nell'animo". Nella sua evoluzione il termine ha poi indicato un'esperienza che designa una serie di atti nei quali si coglie l'esperienza vissuta da altri; questi atti sono percettivi, si percepiscono cioè con i sensi. Empatizzare con un'altra persona vuol dire conoscerla nel profondo, riuscendo a capire la sua esperienza. Padre Giorgio ha invitato il pubblico a riflettere su quanto nel quotidiano si sia portati a giudicare dall'apparenza una persona o una situazione, senza conoscere effettivamente cosa ci sia nascosto dietro ad un comportamento.
Giovane sacerdote, fresco di ordinazione, Padre Giorgio ha ricordato quando andava in carcere e confessava i detenuti, in particolare quelli definiti come "infami". "Lì ho potuto capire effettivamente il vero significato di empatia, applicato agli altri e a sé stessi poichè il processo empatico non solo permette di conoscere l'esperienza e il vissuto altrui ma crea anche per chi lo attua la possibilità di vedere propri pregi o difetti".
La conferenza si è poi chiusa con una domanda: se è possibile attuare tutto ciò con un essere umano, è possibile fare la stessa cosa con Dio? "La risposta sta nella stessa misericordia di Dio" ha spiegato "essa è la realtà che fa capire all'uomo la vera immagine di sé, ovvero quella di figlio di Dio e non di peccatore".
Il caloroso applauso che ha segnato la fine dell'incontro è stata la testimonianza più palpabile e immediata dell'apprezzamento del pubblico, sia per il relatore che per l'argomento e la sua trattazione.
Prossimo appuntamento: "Cristo è il vero e unico vincitore". Sarà il racconto dell'esperienza di Dietrich Bonhoeffer, teologo luterano tedesco protagonista della resistenza al nazismo. Il relatore sarà Padre Fiorenzo Emilio Reati del convento francescano di Santa Maria Nascente di Sabbioncello.
Il presidente del Centro culturale Renato Scotti ha spiegato come la scelta di invitare Padre Giorgio sia stata dettata dal fatto che Santa Teresa apparteneva all'ordine delle carmelitane scalze, lo stesso ordine del relatore. La Santa tedesca, filosofa ebrea convertita al cattolicesimo, nata negli ultimi anni del diciannovesimo secolo, fu vittima delle persecuzioni razziali indette da Hitler, nel 1943 fu imprigionata ed infine uccisa ad Auschwiz.
Padre Giorgio Maria Farè ha concentrato il suo intervento sul pensiero e sull'esperienza della Santa in quanto "promotrice" dell'esperienza dell'empatia. Di origine ebraica, Edith da adolescente si dichiarò atea e fece una toccante esperienza al lazzaretto mentre studiava filosofia. L'aspetto fondamentale della sua ricerca si concentrò sulla verità. "La filosofa è una donna pienamente onesta sul piano intellettuale, non trasuda di alcuna ideologia proprio perchè in costante ricerca della verità più pura" ha spiegato il relatore. Da giovane subì l'influsso di Husser e Scheler (due filosofi del tempo) e cominciò a ricercare un punto che incontrasse il pensiero di questi due personaggi. Mentre Husser infatti era alla ricerca della verità, Scheler si occupava dell'empatia ed era fortemente cattolico. Fu proprio quest'ultimo a rivelarle l'importanza della Fede in Dio, senza però influenzarla del tutto.
Renato Scotti, presidente del Centro culturale Benedetto XVI e Padre Giorgio Maria Farè, relatore dell'incontro
Padre Giorgio è poi passato ad analizzare il punto cruciale del pensiero di Santa Teresa, l'empatia. Il termine in tedesco significa "andare a tastoni, avvertire impressioni nell'animo". Nella sua evoluzione il termine ha poi indicato un'esperienza che designa una serie di atti nei quali si coglie l'esperienza vissuta da altri; questi atti sono percettivi, si percepiscono cioè con i sensi. Empatizzare con un'altra persona vuol dire conoscerla nel profondo, riuscendo a capire la sua esperienza. Padre Giorgio ha invitato il pubblico a riflettere su quanto nel quotidiano si sia portati a giudicare dall'apparenza una persona o una situazione, senza conoscere effettivamente cosa ci sia nascosto dietro ad un comportamento.
Giovane sacerdote, fresco di ordinazione, Padre Giorgio ha ricordato quando andava in carcere e confessava i detenuti, in particolare quelli definiti come "infami". "Lì ho potuto capire effettivamente il vero significato di empatia, applicato agli altri e a sé stessi poichè il processo empatico non solo permette di conoscere l'esperienza e il vissuto altrui ma crea anche per chi lo attua la possibilità di vedere propri pregi o difetti".
La conferenza si è poi chiusa con una domanda: se è possibile attuare tutto ciò con un essere umano, è possibile fare la stessa cosa con Dio? "La risposta sta nella stessa misericordia di Dio" ha spiegato "essa è la realtà che fa capire all'uomo la vera immagine di sé, ovvero quella di figlio di Dio e non di peccatore".
Il caloroso applauso che ha segnato la fine dell'incontro è stata la testimonianza più palpabile e immediata dell'apprezzamento del pubblico, sia per il relatore che per l'argomento e la sua trattazione.
Prossimo appuntamento: "Cristo è il vero e unico vincitore". Sarà il racconto dell'esperienza di Dietrich Bonhoeffer, teologo luterano tedesco protagonista della resistenza al nazismo. Il relatore sarà Padre Fiorenzo Emilio Reati del convento francescano di Santa Maria Nascente di Sabbioncello.
Beatrice Frigerio