Merate: il pubblico invita a un forte legame col territorio

Al termine degli interventi dei relatori la parola è passata al "pubblico". A nome dei sindaci è intervenuta Adele Gatti di Airuno, presidente dell'assemblea dei primi cittadini, che ha riassunto il documento elaborato in questi mesi e già depositato in Regione affinchè il meratese diventi terra di "sperimentazione" per il socio-sanitario, in virtù proprio della sua vocazione e dei servizi già presenti.

Al centro Adele Gatti

Cinque i punti, come ha spiegato la Gatti, sui quali si propone di puntare l'attenzione: la nascita di un Pot (presidio ospedaliero territoriale) a Casatenovo, la Cittadella della Salute, il Creg a Olgiate, un Difra (dipartimento per le fragilità) per il coordinamento di cure palliative, l'azienda Retesalute.

"Il Mandic è un polmone del nostro territorio, tanto che il 21% dell'utenza viene da fuori" ha concluso la sindachessa "noi siamo pronti a fare la nostra partita del cuore e non vogliamo stare né in panchina né negli spogliatoi".

Una richiesta che sia Rizzi che Capelli si sono sentiti di accogliere, sottolineando che già la riforma prevede questa "colloquialità" con gli enti locali.

Soddisfatto dell'incontro si è detto il primario di chirurgia dr. Pierluigi Carzaniga che, sottolineando l'efficienza e le specializzazioni dell'équipe meratese, non ha mancato di esternare la preoccupazione su alcuni aspetti particolarmente importanti come la necessità di potenziamento dell'organico, che si riflette sulla possibilità di smaltire le liste dei pazienti in attesa per la piccola e media chirurgia (attualmente 660), e l'entrata in vigore del rispetto delle 11 ore di riposo come chiesto dalla normativa europea, che però ha costretto a una riorganizzazione spesso difficoltosa e poco funzionale.

Il dr. Pierluigi Carzaniga


L'ex dirigente amministrativo del Mandic, dr. Giacomo Molteni, tra coloro che hanno elaborato il documento, ha sottolineato come il gruppo continuerà a supportare i sindaci e ha sottolineato come si debba puntare sempre più sull'assistenza territoriale facendo riferimento a un ospedale di primo livello, che già possiede una grande vocazione per un territorio che si presenta omogeneo e verso il quale serve mantenere un contatto stretto.

Emilio Zanmarchi (Retesalute) e il consigliere di Prospettiva Comune Massimo Panzeri hanno sottolineato l'importanza rispettivamente dell'azienda speciale meratese che già assolve da anni tutto quanto la riforma richiede e la necessità di attivare i percorsi pensati per la Cittadella della Salute, finalizzati a potenziare ancor più il polo di Via Cerri.

Il consigliere di Sei Merate Silvia Villa ha invitato a non dimenticare il ruolo fondamentale che le associazioni del settore svolgono sul territorio mentre entrambi i consiglieri regionali Raffaele Straniero e Mauro Piazza hanno espresso il loro plauso per il documento de sindaci, garantendo la loro attenzione e il loro supporto alla causa del Mandic.

Da sinistra la dottoressa Paola Palmieri (direttore amministrativo dell'ASST),
Emilio Zanmarchi e Simona Milani (direttrice di Retesalute)

La chiusura degli interventi è stata affidata a Gino Sala, "mente storica e profondo conoscitore della nostra sanità" come ha detto il sindaco di Casatenovo Filippo Galbiati.

All'auspicio di un rapporto stretto tra la rete sanitaria e quella che fa capo agli enti locali, Sala ha lanciato la proposta di un gruppo di lavoro per l'istituzione di un tavolo del sociale che si focalizzi per prevenire l'evoluzione della fragilità sociale in ambito sanitario, rediga un progetto sugli anziani cooperando con tutte le altri componenti del sistema, favorisca uno scambio di informazioni tra i diversi attori, crei uno strumento di partecipazione propositiva per impostare rapporti con gli enti locali in termini di coinvolgimento.

L'INTERVENTO INTEGRALE DI AMBROGIO SALA
Uno dei punti su cui diventa necessario approfondire l’attuazione della legge regionale 23/2015 è il rapporto tra la rete sanitaria e socio sanitaria e quella che fa capo agli Enti Locali. Come si incontrano per mettere in comune energie e strategie? E’ vero che anche la Regione svolge direttamente una azione di sostegno in campo sociale. Il peso maggioritario, però, quasi esclusivo è a carico dei Comuni.
La DGR 4702 del 29/12/2015 che fissa le “regole” di gestione per il 2016 prevede l’istituzione di “un apposito gruppo di lavoro tra la Direzione Generale Reddito di Autonomia e Inclusione Sociale e la Direzione Generale Welfare prevedendo anche la partecipazione di rappresentanze dei Comuni e delle ATS/ASST, con il compito di determinare indirizzi utili al fine di realizzare una piena integrazione tra le attività sociali e quelle sociosanitarie, anche in rIferimento ai modelli organizzativi e alle risorse dedicate.”
Sarebbe cosa utile istituire un “tavolo” simile, in via sperimentale, anche a livello del nostro sub ambito partendo dal presupposto che il nostro territorio ha ragionato ed ha prodotto un documento per l’attuazione della legge 23/2015.
Gli obiettivi di tale proposta sono quelli:
di prevenire l’evoluzione della fragilità sociale in fragilità sanitaria creando uno scenario comune, pur nella reciproca autonomia;
un progetto “anziani” in cooperazione tra le varie componenti permetterebbe di fornire ai cittadini servizi migliori, costi più contenuti perché si eviterebbero doppioni e, soprattutto, meno burocrazia;
di uno scambio di informazioni e di approfondimenti sull’organizzazione dei diversi servizi forniti dai diversi attori;
aprire la strada alla creazione di uno “strumento” di partecipazione propositiva all’ampio settore dell’associazionismo, delle Onlus, del volontariato e della cooperazione sociale.
Questo strumento permetterebbe di impostare i rapporti con gli Enti Locali non solo in termini di contrapposizione o di controllo, ma anche di collaborazione e coinvolgimento.


S.V.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.