Filippo Galbiati
Chiaro e diretto, coinvolto anche per via del mestiere che svolge (medico, ndr), Filippo
Galbiati ha dato un taglio "positivo" ad alcuni aspetti della riforma, vedendo delle opportunità che il territorio e le istituzioni devono cogliere.
"E' in atto una svolta culturale per la Lombardia che mette in gioco una filosofia diversa. Il ruolo dei sindaci è nei principi ispiratori e nelle finalità. Torna attuale il tema della cronicità che per noi amministratori rappresenta la fragilità delle persone. Questa riforma ha un senso nel rimodulare i servizi alla persona e meratese e casatese partono avvantaggiati avendo una esperienza ultraventennale di integrazione con il territorio. Il Mandic possiede tutti i requisiti per restare un ospedale di primo livello, poiché senza il suo perno il sistema crolla. La razionalizzazione deve avvenire dal basso ma anche in alto si devono attuare dei risparmi. I centri di alta specializzazione devono essere accorpati e i risparmi distribuiti sul territorio". E riferendosi direttamente a Retesalute, quale erogatrice di servizi e anello di congiunzione tra territorio e pianeta sanità ha proseguito:
"Dobbiamo avere un braccio armato che è Retesalute che si occupi della programmazione e sia l'attore che si relaziona con il sanitario, diventando il rappresentante dei sindaci".