Merate, mano pesante dei giudici per le bancarotte Omega e Ci.Erre: 7 anni per Consonni, 4 per la 'testa di legno' Locatelli

Il tribunale di Lecco
I conti - come sempre - alla fine li hanno rifatti i giudici, inasprendo a sorpresa le pene richieste dal pubblico ministero: se infatti al termine dell'istruttoria dibattimentale aperta nell'ormai lontano 2012 e "complicata" poi dall'unificazione di due fascicoli originariamente distinti il sostituto procuratore Paolo Del Grosso aveva ritenuta congrua la condanna di Pietro Consonni a 6 anni e 6 mesi di reclusione e di Marzio Locatelli a 2 anni e mezzo, sollevando quest'ultimo da diversi capi d'imputazione, quest'oggi in apertura di mattinata il collegio giudicante del Foro di Lecco - presieduto dal dottor Enrico Manzi con a latere i colleghi Salvatore Catalano e Nora Lisa Passoni, subentrata a Maria Chiara Arrighi solo per le requisitorie - ha sentenziato con mano più pesante, "scontando" ben poco all'amministratore di fatto della Omega Costruzioni e della Ci.Erre e all'amministratore di diritto di quest'ultima società con sede a Merate, nata sulle ceneri della prima che, a sua volta, era sorta dopo il fallimento della Italpavim. Sette anni la condanna irrogata nei confronti di Consonni (per il quale il proprio legale, l'avvocato Edoardo Fumagalli, aveva chiesto 4 anni, ricalcolando la pena proposta dal Pm facendo leva sulla continuazione tra i reati ora ascritti all'uomo e una precedente pronuncia del 2005) e quattro quella per Locatelli (che a sua volta già aveva patteggiato per un'altra vicenda alla lunga connessa con la questione per la quale si è trovato nuovamente a processo). In solido - poi - i due dovranno risarcire con 700.000 euro il fallimento Ci.Erre rappresentato in Aula dall'avvocato Andrea Spreafico e, solo il Consonni, con 1.050.000 euro il fallimento Omega seguito dall'avvocato Richard Martini che - a margine dell'udienza - ha parlato di una vittoria morale dei creditori sebbene sia scontato il ricorso in appello dei due imputati con Locatelli unico presente personalmente - al fianco del proprio difensore - alla lettura del dispositivo a cui, entro 90 giorni, seguirà il deposito della sentenza. Non può dirsi dunque ancora archiviata la vicenda delle due piccole imprese costruttrici "satellite" della ben più grande BetonVilla, società in favore della quale negli anni 2007 - 2008 - 2009 sarebbero state emesse - stando ai capi d'imputazione - fatture "gonfiate". 1.300.000 euro il presunto danno patito dalla curatela della Ci.Erre e un milione circa da quella della Omega, cifre a cui si sarebbe arrivati, non solo tramite l'emissione di fatture false ma anche distraendo somme di denaro fatte sparire con prelievi dai conti aziendali, macchinari e attrezzature. Contestata poi oltre alla bancarotta fraudolenta patrimoniale anche la bancarotta documentale per la mancata tenuta o comunque l'omissione delle scritture contabili per alcune annualità. Se dunque, in sede di requisitoria, il dottor Del Grosso aveva chiesto l'assoluzione del Locatelli per quanto riguarda la prima ipotesi di reato in riferimento alla Ci.Erre, considerandolo una mera testa di legno, quest'oggi il collegio giudicante non ha sposato la medesima linea. L'assoluzione è stata infatti pronunciata "per non aver commesso il fatto" solo in riferimento ad un capo contestato al Consonni con il non doversi procedere per intervenuta prescrizione stabilito poi in relazione solo ad alcune fatture presumibilmente false emesse antecedentemente il 30 maggio 2008. Considerando poi le attenuanti generiche equivalenti alla contestata aggravante e i reati uniti tra loro dal vincolo della continuazione, quest'ultimo è stato condannato a complessivi 7 anni, tre in meno rispetto alla pena inflitta a Locatelli. Entrambi, oltre ai risarcimenti indicati come "immediatamente esecutivi", dovranno farsi carico anche delle spese processuali sostenute dai fallimenti.



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