Merate: nel decennale della scomparsa di Luigi Zappa le figlie ricordano il loro grande papà nella vita di ogni giorno, in un ritratto di struggente semplicità

L'ing. Luigi Zappa con le figlie
Sono tanti i cittadini di Merate che hanno conosciuto Luigi Zappa e lo ricordano come Sindaco oppure come consigliere provinciale o ancora come presidente dell'ospedale. Quasi tutti hanno spesso messo in risalto le qualità  dell'uomo e dell'amministratore al servizio della comunità meratese.

Oggi vogliamo invece raccontare qualche ricordo, qualche episodio inedito, sconosciuto ai più perché facente parte di quella sfera privata che papà ha sempre gelosamente custodito.

Per noi è sempre stato difficile separare l'uomo dal politico, il papà dall'amministratore: da piccole, soprattutto, spesso lo vedevamo solo alla sera, la domenica o nelle vacanze e non eravamo certo contente di essere le "figlie del sindaco". Ci sembrava che quest'incarico altro non fosse che un modo per "toglierci" del tempo che avremmo potuto trascorrere con papà.

Eppure lui non è mai stato assente: ha sempre saputo ritagliare qualche momento da condividere con noi, magari per portarci ad Appiano Gentile o a San Siro a vedere l'Inter, quando eravamo bambine e adolescenti, oppure per aiutarci  e consigliarci nelle scelte importanti della vita. Non ci ha mai detto cosa fare, ma ci ha sempre indicato i valori da seguire e lo stile di vita da adottare.

I suoi amici forse ancora ricordano che per lui noi siamo sempre state  le "sue bambine": così ci definiva a 10 come a 20 e 40 anni !  Per lui era un modo per  "tenerci con sé" anche quando fisicamente non era presente.

Con moglie e nipoti nell'aprile 2003
Si è comunque "ripreso" il tempo, che la politica aveva inevitabilmente tolto alla famiglia, negli ultimi 20 anni di vita che lo hanno visto eccezionale come nonno con tutti e quattro i suoi nipoti.

Come non ricordare le "lezioni" di fisica, chimica e meccanica a Silvia quando aveva 5-6 anni, la passione con cui le spiegava il funzionamento delle caldaie o il principio dei vasi comunicanti e la gioia con cui prendeva atto dell'efficacia delle sue spiegazioni quando sentiva la nipotina  ripetere tutto alla perfezione.

E ancora, quanta complicità con Elena, che con la sua dolcezza sapeva attirare, quasi calamitare l'attenzione del nonno e della nonna!

E quante ore trascorse con Fabio! Quando il nipotino arrivava a casa di papà alle 7.30 del mattino, prima della scuola, iniziavano le "lezioni" di politica. I due  passavano da una rete TV all'altra alla ricerca dei TG: confrontavano le notizie e discutevano. Ancora oggi Fabio è attento ad una lettura critica delle informazioni, una passione ereditata sicuramente dal nonno.  Ma i ricordi non finiscono qui: quante partite a carte insieme, quante parole e frasi in dialetto, quante ore trascorse davanti alla TV per vedere documentari di storia o le avventure di "Peppone e don Camillo".

E infine Francesco, il più piccolo dei quattro. Francesco è stato per papà un'ancora di salvezza, gli ha offerto un po' di serenità e di distrazione dai problemi e dalle preoccupazioni per la malattia della moglie.  Fino all'ultima sera il nonno ha dedicato al nipotino un'attenzione particolare, anche semplicemente guardandolo giocare alla play station.

Vorremmo infine  soffermarci  sull'ultimo anno e mezzo di vita, forse quello più difficile, dopo la morte della moglie con cui aveva condiviso quotidianamente il calvario della malattia, sempre con grande coraggio, forza e fede. Sono stati mesi difficili per lui, mesi in cui ha avvertito il vuoto lasciato da colei con cui aveva vissuto un'intera esistenza. Eppure non ha mai fatto pesare sugli altri il suo dolore, anzi è sempre stato pronto a dare - come in passato -  i suoi consigli, il suo aiuto. E, per finire, gli ultimi cinque mesi, quelli della malattia. Noi non gli avevamo rivelato in modo esplicito la gravità delle sue condizioni di salute eppure lui aveva capito. L'abbiamo visto soffrire,  non solo fisicamente,  con grande dignità e con fede, l'abbiamo sentito più volte esprimere il desiderio di "non essere di peso" per nessuno.
Un altro ritratto con le "nuove leve" dell'agosto 2004
L'abbiamo visto pregare e dedicare attenzioni e suggerimenti a tutti noi. Non si è mai chiuso in se stesso e, anche se non poteva più percorrere a piedi le strade di Merate, ha continuato a manifestare il suo interesse per la città informandosi sugli avvenimenti, sui problemi, sulle scelte amministrative.

Dai ricordi di molti emerge  il profilo di un grande uomo, che è stato per tanti una guida severa e preziosa nelle scelte e nello stile di vita .

A noi resta la gioia di poter dire che quel grande uomo era il nostro papà.






Lidia e Licia Zappa
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