Mandic, Sala: il taglio dei dieci letti in medicina ''B'' è illogico. La saturazione è sempre oltre il 90%. Un accordo con l’Inrca?
Il 1° dicembre è arrivato e sono stati ridotti 10 posti letto in medicina, reparto B. In contemporanea, paradossalmente, si è imposto ad altri reparti (chirurgia, neurologia ed ortopedia) di ospitare 11 malati che non potevano essere altrimenti accolti. Questa è la dimostrazione che le due medicine generali non solo erano piene, ma come accade nel periodo autunnale/invernale c'erano richieste di ricovero che erano oltre le capacità normali prima del taglio.
La "lungimiranza" di chi ha deciso è davvero notevole!
Non si fa neanche finta di mandarli in altri presidi perché sono pieni o al limite (Vimercate, Erba,Carate, Desio, Monza, Chiavenna, ad esempio).
La situazione non è di adesso. Dal 2009 al 2013 (ultimo dato ufficiale regionale) la Medicina del Mandic ha tassi di occupazioni sempre eguali: il 93% con la sola eccezione del 2012 che, però era del 90%.
Quindi l'andamento del reparto era conosciuto da un tempo tale che, volendo, altre misure potevano essere prese.
In accordo con l'ASL si poteva, in una zona scelta sperimentalmente, avviare una ospedalizzazione a domicilio coinvolgendo sia il DIFRA, dipartimento delle fragilità, che i medici di base associati partendo dal CREG.
Oppure mettersi d'accordo con l'INRCA per recuperare 4-5 posti letto in pneumologia inviandogli pazienti con affezioni respiratorie.
Inoltre i dirigenti della A.O. conoscono il Regolamento Nazionale della rete ospedaliera e sanno che la situazione dal Mandic rientra pienamente nei parametri di ospedale di primo livello. Tagli non dovrebbero essere previsti.
La tabella che allego dimostra come non solo sia nei parametri, ma che potrebbe essere ulteriormente rafforzato:
Concludendo sottolineo l'illogicità della situazione creatasi.
Crea una situazione di taglio del personale al Mandic che è già ai limiti per mandarlo al Manzoni che potrebbe subire un drastico ridimensionamento dall'applicazione della nuova legge regionale (via, ad esempio, cardiochirurgia e neurochirurgia).
La "lungimiranza" di chi ha deciso è davvero notevole!
Non si fa neanche finta di mandarli in altri presidi perché sono pieni o al limite (Vimercate, Erba,Carate, Desio, Monza, Chiavenna, ad esempio).
La situazione non è di adesso. Dal 2009 al 2013 (ultimo dato ufficiale regionale) la Medicina del Mandic ha tassi di occupazioni sempre eguali: il 93% con la sola eccezione del 2012 che, però era del 90%.
Quindi l'andamento del reparto era conosciuto da un tempo tale che, volendo, altre misure potevano essere prese.
In accordo con l'ASL si poteva, in una zona scelta sperimentalmente, avviare una ospedalizzazione a domicilio coinvolgendo sia il DIFRA, dipartimento delle fragilità, che i medici di base associati partendo dal CREG.
Oppure mettersi d'accordo con l'INRCA per recuperare 4-5 posti letto in pneumologia inviandogli pazienti con affezioni respiratorie.
Inoltre i dirigenti della A.O. conoscono il Regolamento Nazionale della rete ospedaliera e sanno che la situazione dal Mandic rientra pienamente nei parametri di ospedale di primo livello. Tagli non dovrebbero essere previsti.
La tabella che allego dimostra come non solo sia nei parametri, ma che potrebbe essere ulteriormente rafforzato:
Concludendo sottolineo l'illogicità della situazione creatasi.
Crea una situazione di taglio del personale al Mandic che è già ai limiti per mandarlo al Manzoni che potrebbe subire un drastico ridimensionamento dall'applicazione della nuova legge regionale (via, ad esempio, cardiochirurgia e neurochirurgia).
Ambrogio Sala
IL MANDIC RESTA OSPEDALE DI 1° LIVELLO
IL MANZONI COM’E’ ORA, OSPEDALE TECNICAMENTE DI 2° LIVELLO E...
...COME SARA’ DOPO L’ENTRATA IN VIGORE DELLA LEGGE 23 DELLA R.L. COL MANZONI OSPEDALE DI 1° LIVELLO
Legge di riforma del servizio socio-sanitario
È stata approvata la legge regionale di riforma del servizio socio-sanitario - n. 23 del 11 agosto 2015 - che entra in vigore con la pubblicazione sul supplemento del Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia n. 33 del 14 agosto 2015.
La riforma divisa in due parti (Sanità e Sociale) punta in particolare a realizzare servizi migliori con minori costi e con una riduzione del carico fiscale per i contribuenti.
Fase 1 – La Sanità
Confermate libera scelta e presa in carico del paziente, principi cardine del 'Libro Bianco' elaborato con il coinvolgimento di tutti coloro che lavorano all'interno del sistema: medici, infermieri e tutte le professioni sanitarie, cittadini, non profit, volontariato.
Sei sono i punti che la sorreggono:
1. Miglioramento dei Servizi per il cittadino
Sarà migliorata l'integrazione tra Sanità e Sociale attraverso l’attivazione di un Assessorato unico al Welfare e la realizzazione delle Aziende socio-sanitarie territoriali (ASST). Contemporaneamente sarà migliorata anche l'assistenza per malati cronici, anziani e disabili.
2. La rivoluzione degli ospedali
Le vecchie Aziende Ospedaliere si trasformano nelle nuove Aziende socio-sanitarie territoriali (ASST), che faranno anche assistenza sul territorio. Non ci sarà nessuna chiusura e nessun declassamento di ospedali. Con la nuova strutturazione sono previsti due settori aziendali veri e propri: l’ospedale e il sociale, uno condotto dal direttore sanitario e l’altro condotto dal direttore socio-sanitario.
3. Nasce il Polo del bambino
Saranno integrati Buzzi, Sacco, Macedonio Melloni e Fatebenefratelli.
4. Aumentano i controlli
Viene creata l'Agenzia di Controllo della qualità e della spesa, composta da esperti indipendenti. Vengono separate programmazione e gestione.
5. Riduzione dei costi
La legge prevede il dimezzamento delle ASL (da 15 a 8) e l’utilizzo di ARCA (Agenzia Regionale Centrale Acquisti) come centrale unica acquisti per gli appalti.
6. Riduzione ticket, liste di attesa e rette delle Residenze Sanitario Assistenziali (RSA)
Grazie ai risparmi che deriveranno dalla nuova norma, le risorse disponibili saranno pari a oltre 300 milioni di euro.
Fase 2 - Il Sociale
Sono state inoltre poste le basi per la fase 2 della riforma nella quale rientra l’attivazione, dal 1° ottobre, del reddito di autonomia i cui obiettivi sono l'inclusione sociale e la lotta alla povertà e per il quale sono stati già stanziati 250 milioni di euro.
Non solo un contributo economico ma una proposta organica che Regione Lombardia finanzierà utilizzando parte dei 970 milioni di euro del Fondo sociale europeo 2014-2020 e avvalendosi dell’Asse specifico per l'inclusione sociale e la lotta alla povertà previsto all’interno del capitolo 'Politiche attive del lavoro'.
Per la definizione degli interventi sono allo studio tre documenti :
• quello elaborato dalla Caritas ambrosiana, che propone interventi in Lombardia per la lotta contro la povertà e l’aumento dell'inclusione sociale. Autonomia quindi non intesa in senso politico, rispetto al centrismo, ma come affrancamento dallo stato di povertà e di bisogno;
• quello proposto dall'ANCI, dai sindacati e da importanti associazioni di volontariato, oltre che dalla Conferenza delle Regioni, nel febbraio di quest'anno: propone interventi simili e indica alcune strategie su base nazionale;
• l'iniziativa del Movimento 5Stelle denominata 'Reddito di cittadinanza'.
Legge regionale 11 agosto 2015 - n. 23 (359 KB)
È stata approvata la legge regionale di riforma del servizio socio-sanitario - n. 23 del 11 agosto 2015 - che entra in vigore con la pubblicazione sul supplemento del Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia n. 33 del 14 agosto 2015.
La riforma divisa in due parti (Sanità e Sociale) punta in particolare a realizzare servizi migliori con minori costi e con una riduzione del carico fiscale per i contribuenti.
Fase 1 – La Sanità
Confermate libera scelta e presa in carico del paziente, principi cardine del 'Libro Bianco' elaborato con il coinvolgimento di tutti coloro che lavorano all'interno del sistema: medici, infermieri e tutte le professioni sanitarie, cittadini, non profit, volontariato.
Sei sono i punti che la sorreggono:
1. Miglioramento dei Servizi per il cittadino
Sarà migliorata l'integrazione tra Sanità e Sociale attraverso l’attivazione di un Assessorato unico al Welfare e la realizzazione delle Aziende socio-sanitarie territoriali (ASST). Contemporaneamente sarà migliorata anche l'assistenza per malati cronici, anziani e disabili.
2. La rivoluzione degli ospedali
Le vecchie Aziende Ospedaliere si trasformano nelle nuove Aziende socio-sanitarie territoriali (ASST), che faranno anche assistenza sul territorio. Non ci sarà nessuna chiusura e nessun declassamento di ospedali. Con la nuova strutturazione sono previsti due settori aziendali veri e propri: l’ospedale e il sociale, uno condotto dal direttore sanitario e l’altro condotto dal direttore socio-sanitario.
3. Nasce il Polo del bambino
Saranno integrati Buzzi, Sacco, Macedonio Melloni e Fatebenefratelli.
4. Aumentano i controlli
Viene creata l'Agenzia di Controllo della qualità e della spesa, composta da esperti indipendenti. Vengono separate programmazione e gestione.
5. Riduzione dei costi
La legge prevede il dimezzamento delle ASL (da 15 a 8) e l’utilizzo di ARCA (Agenzia Regionale Centrale Acquisti) come centrale unica acquisti per gli appalti.
6. Riduzione ticket, liste di attesa e rette delle Residenze Sanitario Assistenziali (RSA)
Grazie ai risparmi che deriveranno dalla nuova norma, le risorse disponibili saranno pari a oltre 300 milioni di euro.
Fase 2 - Il Sociale
Sono state inoltre poste le basi per la fase 2 della riforma nella quale rientra l’attivazione, dal 1° ottobre, del reddito di autonomia i cui obiettivi sono l'inclusione sociale e la lotta alla povertà e per il quale sono stati già stanziati 250 milioni di euro.
Non solo un contributo economico ma una proposta organica che Regione Lombardia finanzierà utilizzando parte dei 970 milioni di euro del Fondo sociale europeo 2014-2020 e avvalendosi dell’Asse specifico per l'inclusione sociale e la lotta alla povertà previsto all’interno del capitolo 'Politiche attive del lavoro'.
Per la definizione degli interventi sono allo studio tre documenti :
• quello elaborato dalla Caritas ambrosiana, che propone interventi in Lombardia per la lotta contro la povertà e l’aumento dell'inclusione sociale. Autonomia quindi non intesa in senso politico, rispetto al centrismo, ma come affrancamento dallo stato di povertà e di bisogno;
• quello proposto dall'ANCI, dai sindacati e da importanti associazioni di volontariato, oltre che dalla Conferenza delle Regioni, nel febbraio di quest'anno: propone interventi simili e indica alcune strategie su base nazionale;
• l'iniziativa del Movimento 5Stelle denominata 'Reddito di cittadinanza'.
Legge regionale 11 agosto 2015 - n. 23 (359 KB)