Mandic: Marco Rataggi primario di ''ruolo'' del reparto di ''Anestesia e Rianimazione''
Il dr. Marco Rataggi
Marco Rataggi, 61 anni, è originario di Monza, ma vive da anni nel comasco. Si è laureato all'Università Statale di Milano nel 1979 e specializzato, due anni dopo, sempre presso lo stesso ateneo, in Anestesia e Rianimazione. Alla fine degli anni '80 ha conseguito , presso l'Università degli Studi di Brescia, anche il master universitario di secondo livello in Anestesia, Terapia Intensiva Neonatale e Pediatrica.
Il neo primario dell'Ospedale di Merate si è formato, professionalmente, collaborando per qualche tempo, al Policlinico di Milano, con Luciano Gattinoni, uno dei numeri uno in Italia e luminare della specialità.
Poi, dal 1982, ha contribuito non poco alla missione storica della Terapia Intensiva del Mandic , lavorando fianco a fianco con il primario di allora, Giuseppe Marraro, tra i protagonisti - nel nostro Paese - della rianimazione pediatrica.
Tra le innovazioni introdotte, negli ultimi tempi, da Rataggi al Mandic c'è senza dubbio l'adozione , nell'organizzazione sanitaria della struttura, di uno strumento decisivo come la Cartella Clinica Informatizzata.
Trecento gli ospiti (in linea con i numeri del 2013 e del 2014) ricoverati , all'anno, presso la Rianimazione di Merate: di essi, l'8,1% sono pazienti pediatrici, a partire dall'età prescolare (1-3 anni). Si conferma , così, la vocazione del presidio nella gestione del paziente pediatrico critico, da sempre caratteristica dell'attività svolta all'interno dell'Ospedale.
Le principali patologie che hanno interessato , sino ad oggi , i ricoverati sono state le insufficienze respiratorie (che assorbono il 50% dell'impegno della Struttura), patologie infettive, cardiache e cardio- circolatorie.
L'équipe del reparto è composta da 21 infermieri professionali e 13 dirigenti medici; la disponibilità è di 6 posti letto (più 1 per eventuali emergenze). Il tempo medio di degenza è di 8 giorni.
La Rianimazione di Merate rientra in quel 2-3% di strutture analoghe accessibili in Italia per più di due ore al giorno da parte dei parenti dei ricoverati.