Mandic: tagliati definitivamente 10 posti letto della medicina B. E l'USB ''insorge''

Il presidio Mandic e il delegato
USB Francesco Scorzelli

Che la situazione fosse critica da tempo, era noto.
Tra pensionamenti non reintegrati, organici non rimpolpati, macchinari “muletto” che hanno preso la via del lago, il presidio Mandic è in sofferenza. Ma la decisione di tagliare ulteriori posti letto di Medicina, questa volta, sembra che non passerà in sordina. Nonostante il “torpore della politica locale”, il disinteresse della popolazione e le decisioni calate dall'alto, l'USB ha lanciato un appello alla mobilitazione, affinchè sia posto un argine alla “lenta ma inarrestabile agonia del presidio di Merate”.
Ecco il comunicato con l'annuncio dell'incontro convocato per le 15 di oggi nel quale si darà comunicazione del taglio definitivo dei posti letto di Medicina B.


Buongiorno a tutti
comunico ufficialmente che si sta perpetuando la lenta, ma ormai inarrestabile agonia del Presidio di Merate.

Grazie:

- al torpore dei politici locali,

-all’interesse della popolazione, che si manifesta solo con le piagnistei espressi per i tempi d'attesa in Pronto Soccorso

- all’abilità della classe dirigente regionale e dell’azienda ospedaliera (scelti da silurati e confermati o nominati da indagati),

nonostante la sacra intercessione della Madonna di Loreto, molto probabilmente oggi pomeriggio alle 15:00 in Aula Resegone del Presidio di Merate su mandato della Commissaria Straordinaria, Dott.ssa Panizzoli, il Direttore Sanitario di Presidio, Dott. Baraldo, con la dolorosa complicità del ex meratese Direttore Sanitario Aziendale, Dott.ssa Patrizia Monti, "uccideranno" definitivamente dieci posti letto della Medicina B. Questi letti sono al momento occupati, da cittadini malati, l'efferato delitto quindi non ha attenuanti, anzi sussiste l'aggravante, che molto probabilmente, il personale "in esubero" non verrà TRASFERITO IN ALTRI REPARTI DEL PRESIDIO MERATESE, in carenza di organico da mesi, ma ceduto in maniera coatta (come ormai consuetudine) a Lecco dove: "la situazione sembra magicamente sempre più grave (??????)".
Al danno alla popolazione si aggiungerà: il disagio dei lavoratori (infermieri e OSS mai medici) costretti al trasferimento presso il presidio lacuastre, a dispetto dell'attenzione esibito dai vertici aziendale per il "welfare aziendale" e alla faccia delle "politiche regionali di conciliazione dei tempi lavorativi con le esigenze familiari", tanto decantate sul sito aziendale, che ultimamente hanno solo sortito dimissioni di giovani mamme.
L'USB Pubblico Impiego Lombardia invita la popolazione e i politici locali, a prescindere dalla appartenenza politica, alla mobilitazione per la difesa del NOSTRO presidio ospedaliero.

Francesco Scorzelli
USB PI Lombardia
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