Paderno: dieci anni di attività del Granaio. Oasi di serenità per chi ha bisogno d'aiuto
Il primo ad arrivare era stato il "signor Andrea, over sessantacinquenne ora in RSA. Ospite numero due, Lulù, che ha quarant'anni e fino al 2008 viveva a Cassina Fra Martino di Merate. Italo, che di anni ne ha ora 53 anni, era sbarcato in Brianza dalla Sardegna. Al suo primo pranzo ci aveva suonato l'armonica. Sono solo alcuni delle decine di "ragazzi" che "Il Granaio", casa per disabili adulti con sede a Paderno d'Adda, ha accolto, nei primi dieci anni di vita, in via monsignor Pozzoni.
Era il 5 novembre 2005 e pioveva a dirotto quando Costantino Scopel, che l'ha fondata ed è tuttora presidente dell'associazione omonima, poteva inaugurare quella che, per la Brianza, sarebbe diventato un pezzo di welfare importantissimo. Accanto ai CDD di Merate, Barzanò e Cassago, al CSE piccoli di Robbiate, ad altre strutture che sarebbero state aperte a Casatenovo, nasceva la prima casa per disabili adulti. Ovvero di "ragazzi" che, rimasti senza genitori o per mille altri motivi, non potevano più rimanere nelle loro case.
"Il Granaio è nato come una grande famiglia, e il primo anno, a dormire qui c'erano anche i volontari - spiega Scopel, che ha in Bruno Mornati, ex assessore a Lomagna, ora segretario dell'associazione, il suo aiuto più grande - a cucinare c'erano Claudio, Pierre e Sergio, che nei primi giorni della settimana stanno ancora dietro ai fornelli. Anche con pochi ospiti, l'impegno era grande. Siamo stati costretti quasi subito a chiedere la collaborazione delle Cooperative. Dopo Aeris, è arrivata "Atipica". Adesso c'è "La Vecchia Quercia". Per anni abbiamo festeggiato qui Natale, Pasqua e Ferragosto. Nel 2015 i dieci posti e i cinque per il sollievo (due dei quali pronti per l'emergenza) sono stati sempre occupati. C'è lista d'attesa, ma noi facciamo il possibile per cercare di dare una mano a tutti. I funerali sono stati già due; Pucci di Concorezzo e Mariolino di Merate ci hanno lasciati".
In questi anni il Granaio è cresciuto molto. Lori, Vicky, Marianna, Cristina, Lorenzo, che sono i cinque operatori storici (a loro se ne aggiungono ovviamente molti di più perchè accudire tredici disabili adulti è molto faticoso) ricordano tutti. Non a caso qualcuno di loro li chiama "mamma" o "papà". Da un paio d'anni la giornata è organizzata. A maggio per esempio, quando è cominciato Expo 2015, i saloni sono diventati una sorta di cluster. Sui cartelloni colorati, i ragazzi, indirizzati da Marianna (laurea in scienze dell'educazione con tesi sul Granaio) hanno disegnato il cibo. Qualcuno di loro, all'Esposizione Universale ci è anche andato. I laboratori, che vedono partecipare ragazzi e operatori, sono quotidiani. Disegno, lavoro con la carta, progettazione e costruzione di oggetti che verranno regalati ad amici, genitori qualcuno dei contenuti. Dopo l'estate e l'autunno, stanno già preparando il Natale. Tra le attività ci sono le passeggiate in paese (ci sono anche quelle nel parco del Curone) la partecipazione alle olimpiadi di sci per disabili, alle feste non lontanissime, allo stadio con l'Inter Club di Paderno d'Adda)
Una volta la settimana i ragazzi salgono in municipio, dove ricevono i volantini delle attività (servizi sociali, cultura, mostre) che l'amministrazione comunale sta organizzando. Li consegneranno ai negozi del centro storico. "E' un modo per costruire ponti col territorio" ha spiegato Marinella Corno, assessore ai servizi sociali - per invitare i nostri concittadini a visitare i ragazzi, a diventare volontari".
E qui c'è un po' il tasto dolente. Dai primi anni infatti, la presenza di questi ultimi è diminuita. Certo quando ci sono attività, insieme agli operatori c'è sempre qualcuno che dà una mano. In cambio, loro, i ragazzi, ti danno il cuore.
Era il 5 novembre 2005 e pioveva a dirotto quando Costantino Scopel, che l'ha fondata ed è tuttora presidente dell'associazione omonima, poteva inaugurare quella che, per la Brianza, sarebbe diventato un pezzo di welfare importantissimo. Accanto ai CDD di Merate, Barzanò e Cassago, al CSE piccoli di Robbiate, ad altre strutture che sarebbero state aperte a Casatenovo, nasceva la prima casa per disabili adulti. Ovvero di "ragazzi" che, rimasti senza genitori o per mille altri motivi, non potevano più rimanere nelle loro case.
"Il Granaio è nato come una grande famiglia, e il primo anno, a dormire qui c'erano anche i volontari - spiega Scopel, che ha in Bruno Mornati, ex assessore a Lomagna, ora segretario dell'associazione, il suo aiuto più grande - a cucinare c'erano Claudio, Pierre e Sergio, che nei primi giorni della settimana stanno ancora dietro ai fornelli. Anche con pochi ospiti, l'impegno era grande. Siamo stati costretti quasi subito a chiedere la collaborazione delle Cooperative. Dopo Aeris, è arrivata "Atipica". Adesso c'è "La Vecchia Quercia". Per anni abbiamo festeggiato qui Natale, Pasqua e Ferragosto. Nel 2015 i dieci posti e i cinque per il sollievo (due dei quali pronti per l'emergenza) sono stati sempre occupati. C'è lista d'attesa, ma noi facciamo il possibile per cercare di dare una mano a tutti. I funerali sono stati già due; Pucci di Concorezzo e Mariolino di Merate ci hanno lasciati".
In questi anni il Granaio è cresciuto molto. Lori, Vicky, Marianna, Cristina, Lorenzo, che sono i cinque operatori storici (a loro se ne aggiungono ovviamente molti di più perchè accudire tredici disabili adulti è molto faticoso) ricordano tutti. Non a caso qualcuno di loro li chiama "mamma" o "papà". Da un paio d'anni la giornata è organizzata. A maggio per esempio, quando è cominciato Expo 2015, i saloni sono diventati una sorta di cluster. Sui cartelloni colorati, i ragazzi, indirizzati da Marianna (laurea in scienze dell'educazione con tesi sul Granaio) hanno disegnato il cibo. Qualcuno di loro, all'Esposizione Universale ci è anche andato. I laboratori, che vedono partecipare ragazzi e operatori, sono quotidiani. Disegno, lavoro con la carta, progettazione e costruzione di oggetti che verranno regalati ad amici, genitori qualcuno dei contenuti. Dopo l'estate e l'autunno, stanno già preparando il Natale. Tra le attività ci sono le passeggiate in paese (ci sono anche quelle nel parco del Curone) la partecipazione alle olimpiadi di sci per disabili, alle feste non lontanissime, allo stadio con l'Inter Club di Paderno d'Adda)
Una volta la settimana i ragazzi salgono in municipio, dove ricevono i volantini delle attività (servizi sociali, cultura, mostre) che l'amministrazione comunale sta organizzando. Li consegneranno ai negozi del centro storico. "E' un modo per costruire ponti col territorio" ha spiegato Marinella Corno, assessore ai servizi sociali - per invitare i nostri concittadini a visitare i ragazzi, a diventare volontari".
E qui c'è un po' il tasto dolente. Dai primi anni infatti, la presenza di questi ultimi è diminuita. Certo quando ci sono attività, insieme agli operatori c'è sempre qualcuno che dà una mano. In cambio, loro, i ragazzi, ti danno il cuore.
Sergio Perego