Verderio: in pensione dopo 36 anni Nunzio lo stradino testimone di tanti cambiamenti

Nunzio Villari
Il prossimo 31 gennaio, come recita la delibera pubblicata in questi giorni sul sito, Verderio saluterà il suo stradino. Dopo ben 36 anni di servizio è infatti arrivato il momento della pensione per Nunzio Villari, una figura storica del paese che i concittadini hanno imparato ad apprezzare per la sua gentilezza e disponibilità. Era il 1979 quando Nunzio cominciò la sua attività di "tuttofare" e in questi decenni i suoi compiti, così come tante altre cose a Verderio, sono molto cambiati. Fu il cavalier Armando Villa, sindaco di Verderio Superiore per diversi decenni, a volerlo in paese dopo averlo conosciuto presso la Bassetti di Vimercate, dove entrambi lavoravano. "Allora si poteva ancora fare!", scherza Nunzio con il consueto sorriso, riferendosi alle norme sempre più restrittive che vincolano i comuni. "In quegli anni mi occupavo di tutto: posizionavo la segnaletica stradale, facevo il giardiniere, ero l'addetto al cimitero, il messo comunale, il bidello e l'autista del pulmino della scuola. Fui accolto da una comunità che all'epoca era di sole 1084 persone e col tempo ho visto il paese crescere". Tra tutte queste mansioni, l'esperienza che l'ha più coinvolto è stata senza dubbio quella di addetto al cimitero, un compito che a Verderio Superiore è affidato da alcuni anni ad una società esterna: "Sono stato segnato questo lavoro - conferma lo stradino - ma in positivo, perché mi ha permesso di vedere come sono davvero le persone nel momento del dolore. In quelle situazioni i ringraziamenti per quanto facevo erano la cosa più bella e che porterò sempre nel cuore". Un'altra occupazione che, ancora oggi, impegna il signor Villari per almeno 3 giorni alla settimana è la gestione del centro comunale per la raccolta dei rifiuti. "L'isola ecologica è diventata quasi un confessionale dove le persone vengono a parlarmi dei loro problemi ed io ho modo di incontrare tutti, anche chi di solito non frequenta la comunità", ha spiegato lo stradino che col tempo ha reso la sua postazione al centro di raccolta una vera e propria casetta debitamente "arredata". "Per lavorare serenamente credo sia importante sentirsi a proprio agio nel posto dove si passano tante ore della giornata. Io alla mia casetta nel centro di raccolta ho creato un habitat fantasioso: ho curato un giardinetto con le rose, costruito una fontanella e soprattutto un piccolo santuario. Sono molto credente e proprio non riesco a sopportare la vista di un crocifisso o di una madonnina gettata nell'immondizia". La fede, negli anni, ha così portato Nunzio Villari ad arricchire la sua collezione di cimeli sacri ritrovati in discarica e spesso riparati. "Ne ho tantissimi - confessa - sia a casa che sul posto di lavoro e quando andrò in pensione li porterò tutti con me". Per quanto riguarda i cambiamenti che Verderio Superiore ha vissuto in questi 30 anni, culminati nella fusione con Inferiore, Nunzio non ha molto da dire se non ringraziare chi l'ha accompagnato nel suo percorso: "Sono sempre stato trattato bene da tutte le amministrazioni; certo, un ringraziamento particolare lo devo al cavalier Villa che mi ha portato qui e al vicesindaco Tarcisio Sala sotto il cui assessorato ho lavorato per tanti anni. Il fatto che Verderio ora sia un comune unico non ha cambiato di molto le cose, perché fin da quando fui assunto c'era il consorzio degli stradini tra i due paesi. Ora siamo in due proprio come quando ho iniziato insieme a Cesare Quinterio, scomparso alcuni anni fa e a cui devo moltissimo". Quando si parla però del privato Nunzio si lascia andare e non riesce a nascondere la commozione: "A 16 anni sono andato via da Messina per fame e nessuno mi ha più cercato. Mia madre è morta quando avevo 4 anni e mio padre non si è mai comportato come tale, limitandosi a portare sulla tavola quanto serviva appena per sfamare me e i miei fratelli. Dopo 4 anni tra Rozzano e Vimercate, ospite di amici e di mia sorella, a Verderio ho trovato la serenità: qui ho sposato una ragazza del paese, mia moglie, e sono stato ben accolto dalla gente che mi ha dimostrato fiducia e generosità. Ora la vita mi ha regalato tutto ciò che all'inizio non ho avuto e da poco meno di un anno anche un nipotino. Quando andrò in pensione mi dedicherò a lui". Per queste ragioni Nunzio ci tiene molto a salutare e ringraziare tutti i suoi concittadini. Chi vorrà potrà trovarlo fino al 31 gennaio alla sua "casetta" presso l'isola ecologica, e anche dopo non mancherà di dare una mano in paese con la sua consueta simpatia.
Matteo Fratangeli
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