Verderio: l'avv. Edoardo Vertua insignito dell'onorificenza ''Paladino delle memorie''
Nella mattinata di venerdì 6 novembre, l'avvocato verderese Edoardo Vertua è stato insignito dal sottosegretario alla difesa Domenico Rossi, alla presenza dei generali Giovanni Fantasia, Camillo de Milato e di numerose altre autorità, dell'attestato di "Paladino delle Memorie 2015" presso la sala Radetzki di Palazzo Cusani a Milano. L'onorificenza è riservata a quanti, attraverso i loro scritti, hanno contribuito al perpetuarsi della memoria di uomini e donne che hanno operato per il bene della collettività.
Sono quattro i libri che l'avvocato Vertua ha pubblicato nel corso degli anni, in collaborazione con il Gruppo alpini di Verderio al quale è iscritto: Nulla è cambiato. Jugoslavia 1943 - 1944 da ufficiali degli alpini a partigiani; Due Alpini, Due Guerre di Liberazione,1915-1918 - 1940-1945; La drugia Guerra del Signor Mulo Tamburo, con gli eventi vissuti nella ex Jugoslavia con il Battaglione Fenestrelle e, nel 2012, le memorie del suo comandante del 3° Reggimento Alpini, il colonnello Maggiorino Anfosso, riguardanti le vicissitudini dei partigiani sul fronte jugoslavo dopo l'8 settembre 1943 raccolte nel libro intitolato I Duecento della Taurinense.
Tutte queste opere raccontano di vicende autobiografiche: Edoardo Vertua è stato infatti chiamato alle armi nel febbraio 1941. Dopo aver frequentato il Corso Allievi Sottufficiali alla Scuola Militare Alpina di Aosta, nominato sergente A.U., ha prestato servizio nel 5° Reggimento Alpini Battaglione Edolo. Frequentata la Scuola Allievi Ufficiali è stato in seguito nominato sottotenente e, nel marzo 1942, destinato al 3° Reggimento Alpini Battaglione Fenestrelle nelle zone di guerra in Bosnia Erzegovina e Montenegro. Dopo l'8 settembre ha partecipato con il Battaglione Taurinense della Divisione Garibaldi, a fianco dell'Esercito Jugoslavo, alle operazione di liberazione di quel territorio occupato dai nazisti.
Rientrato in Italia, ha chiesto di raggiungere al fronte il Battaglione Alpini Piemonte, appartenente al Corpo Italiano di Liberazione, con il quale ha partecipato alla liberazione dell'Abruzzo e delle Marche. Mentre con il Gruppo di Combattimento Legnano è poi salito verso il nord, prendendo parte alla liberazione di Bologna, Bergamo e Sondrio.
Insignito di una medaglia di bronzo al valore militare, di tre croci di guerra e della croce di guerra dell'EPLJ, nella vita civile il dottor Vertua ha poi svolto le professioni di avvocato e di dottore commercialista, oltre che l'attività di scrittore.
La candidatura dell'illustre cittadino verderese è stata avanzata quest'anno da parte dell'Unione Nazionali Ufficiali in Congedo d'Italia e dall'Associazione Nazionali Combattenti Guerra di Liberazione, e in occasione della sentita ed affollata cerimonia di consegna dell'onorificenza l'avvocato Vertua è stato accompagnato dal capogruppo degli alpini di Verderio, Ambrogio Motta, e dallo storico del Gruppo, Giulio Oggioni.
Per l'associazione questo attestato è infatti motivo di grande orgoglio poiché i libri pubblicati con il suo sostegno, già presentati in diverse sezioni della Lombardia e del Piemonte, fanno ora parte degli archivi storici delle istituzioni militari.
Nella medesima cerimonia è stato premiato, per la stessa ragione, anche l'architetto Francesco Gnecchi Ruscone, partigiano nel 1945. Per la comunità di Verderio, da sempre legata alla famiglia, è stata un'altra ragione di vanto nonostante l'architetto risieda ormai da anni a Milano.
Al centro l'avvocato Vertua
Sono quattro i libri che l'avvocato Vertua ha pubblicato nel corso degli anni, in collaborazione con il Gruppo alpini di Verderio al quale è iscritto: Nulla è cambiato. Jugoslavia 1943 - 1944 da ufficiali degli alpini a partigiani; Due Alpini, Due Guerre di Liberazione,1915-1918 - 1940-1945; La drugia Guerra del Signor Mulo Tamburo, con gli eventi vissuti nella ex Jugoslavia con il Battaglione Fenestrelle e, nel 2012, le memorie del suo comandante del 3° Reggimento Alpini, il colonnello Maggiorino Anfosso, riguardanti le vicissitudini dei partigiani sul fronte jugoslavo dopo l'8 settembre 1943 raccolte nel libro intitolato I Duecento della Taurinense.
Tutte queste opere raccontano di vicende autobiografiche: Edoardo Vertua è stato infatti chiamato alle armi nel febbraio 1941. Dopo aver frequentato il Corso Allievi Sottufficiali alla Scuola Militare Alpina di Aosta, nominato sergente A.U., ha prestato servizio nel 5° Reggimento Alpini Battaglione Edolo. Frequentata la Scuola Allievi Ufficiali è stato in seguito nominato sottotenente e, nel marzo 1942, destinato al 3° Reggimento Alpini Battaglione Fenestrelle nelle zone di guerra in Bosnia Erzegovina e Montenegro. Dopo l'8 settembre ha partecipato con il Battaglione Taurinense della Divisione Garibaldi, a fianco dell'Esercito Jugoslavo, alle operazione di liberazione di quel territorio occupato dai nazisti.
Rientrato in Italia, ha chiesto di raggiungere al fronte il Battaglione Alpini Piemonte, appartenente al Corpo Italiano di Liberazione, con il quale ha partecipato alla liberazione dell'Abruzzo e delle Marche. Mentre con il Gruppo di Combattimento Legnano è poi salito verso il nord, prendendo parte alla liberazione di Bologna, Bergamo e Sondrio.
Insignito di una medaglia di bronzo al valore militare, di tre croci di guerra e della croce di guerra dell'EPLJ, nella vita civile il dottor Vertua ha poi svolto le professioni di avvocato e di dottore commercialista, oltre che l'attività di scrittore.
La candidatura dell'illustre cittadino verderese è stata avanzata quest'anno da parte dell'Unione Nazionali Ufficiali in Congedo d'Italia e dall'Associazione Nazionali Combattenti Guerra di Liberazione, e in occasione della sentita ed affollata cerimonia di consegna dell'onorificenza l'avvocato Vertua è stato accompagnato dal capogruppo degli alpini di Verderio, Ambrogio Motta, e dallo storico del Gruppo, Giulio Oggioni.
Per l'associazione questo attestato è infatti motivo di grande orgoglio poiché i libri pubblicati con il suo sostegno, già presentati in diverse sezioni della Lombardia e del Piemonte, fanno ora parte degli archivi storici delle istituzioni militari.
Nella medesima cerimonia è stato premiato, per la stessa ragione, anche l'architetto Francesco Gnecchi Ruscone, partigiano nel 1945. Per la comunità di Verderio, da sempre legata alla famiglia, è stata un'altra ragione di vanto nonostante l'architetto risieda ormai da anni a Milano.
Matteo Fratangeli